Prodotti tipici

Robiola di Roccaverano

La Robiola di Roccaverano è un formaggio fresco, a pasta cruda e bianca, senza crosta.
L’unico formaggio che può essere realizzato con latte vaccino, ovino o caprino.
Prodoto in 11 Comuni della provincia di Asti ed in 9 Comuni della provincia di Alessandria in Piemonte nella zona più orientale delle Langhe.
E’ già pronto dopo solo una settimana dalla preparazione e deve il su gusto particolare ai fermenti lattici vivi che rimangono presenti nella pasta sino al momento del consumo. Fragranza e sapore sono delicati.  Se stagionata, la Robiola di Roccaverano assume un sapore lievemente piccante.

da wikipedia.org:

La Robiola di Roccaverano (Dop) è un formaggio italiano a denominazione di origine protetta.

Le origini della Robiola di Roccaverano risalgono ai Celti, che iniziarono a produrre un formaggio del tutto simile a quello attuale.

Della Robiola di Roccaverano si fa menzione nelle cronache dell’anno 1000.

Con l’avvento dei Romani questo formaggio assunse il nome di ‘rubeola’, dal latino ‘ruber’, termine con cui veniva indicato il colore rossastro che la crosta assumeva al termine della stagionatura.

Delle qualità di questo formaggio e del suo processo produttivo scrisse Plinio il Vecchio.

La prima certificazione di origine della Robiola di Roccaverano ebbe luogo con il DPR del 14 marzo 1979 e il riconoscimento europeo è del 2 luglio 1996 (Reg. CE n.1263/96, GUCE L. 163/96).

Il toponimo è legato a Roccaverano, il comune più alto della provincia di Asti; l’area di produzione della robiola è riservata a 19 comuni del territorio a cavallo fra le province di Asti e di Alessandria, nella parte orientale delle Langhe[3].È un formaggio fresco, a latte crudo, a pasta cruda e privo di crosta.

Deve contenere come minimo il 50% di latte caprino, che può essere integrato con percentuali variabili di latte vaccino e/o ovino.

Il latte viene portato a temperatura di 18 °C, con aggiunta di presame liquido; talvolta viene spruzzato di sale da cucina.

Può essere consumato dopo il 4º giorno dalla cagliata.

Si presenta in forme cilindriche, di diametro tra i 10 e i 15 centimetri, con bordi arrotondati, di peso unitario mediamente tra 250 e 350 grammi. Il colore della pasta va dal bianco al paglierino scarico, al decrescere della percentuale di latte caprino. Il gusto, essenzialmente dolce, si fa più sapido nelle forme più stagionate. Costituisce anche l’ingrediente base di alcuni tipi di bruss.