Prodotti tipici

Molise

Italia – Olio extravergine di oliva Dop con le seguenti caratteristiche: – colore: giallo-verde; – odore: fruttato, da leggero a medio; – sapore: fruttato con delicato sentore di amaro piccante; – valore minimo al panel test >= 6,5; – acidità libera: <= 0,50 %; – numero perossidi: <= 10 Meq O2/kg; – K 232: <= 2,00; – acido oleico: 70-80 %; – polifenoli totali (espressi in acido caffeico): > 100 mg/kg;

La zona di produzione e trasformazione delle olive destinate all’ottenimento dell’olio extravergine di oliva “Molise” è compreso all’interno dei confini amministrativi della regione Molise e comprende i territori dei seguenti Comuni: Acquaviva Collecroce, Agnone, Bagnoli del Trigno, Baranello, Belmonte del Sannio, Boiano, Bonefro, Busso, Campobasso, Campodipietra, Campolieto, Campomarino, Cantalupo nel Sannio, Carpinone, Casacalenda, Casalciprano, Castelbottaccio, Castellino del Biferno, Castelmauro, Castelpetroso, Castelpizzuto, Castelverrino, Castel S.Vincenzo, Castropignano, Cercemaggiore, Cercepiccola, Cerro al Volturno, Civitacampomarano, Civitanova del Sannio, Colle d’Anchise, Colletorto, Colli al Volturno, Conca Casale, Duronia, Ferrazzano, Filignano, Forlì del Sannio, Fornelli, Fossalto, Frosolone, Gambatesa, Gildone, Guardialfiera, Guardiaregia, Guglionesi, Jelsi, Isernia, Larino, Limosano, Longano, Lucito, Lupara, Macchia d’Isernia, Macchiagodena, Macchia Valfortore, Mafalda, Matrice, Mirabello Sannitico, Miranda, Molise, Monacilioni, Montagano, Montaquila, Montecilfone, Montefalcone nel Sannio, Montelongo, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Montenero Valcocchiara, Monteroduni, Montorio nei Frentani, Morrone nel Sannio, Oratino, Palata, Pesche, Pescolanciano, Petacciato, Petrella Tifernina, Pettoranello del Molise, Pietrabbondante, Pietracatella, Pietracupa, Pizzone Poggio Sannita, Portocannone, Pozzilli, Provvidenti, Riccia, Ripabottoni, Ripalimosani, Roccamandolfi, Roccasicura, Roccavivara, Rocchetta al Volturno, Rotello, Salcito, San Biase, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giovanni in Galdo, San Giuliano del Sannio, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, San Massimo, Santa Croce di Magliano, Sant’Agapito, Sant’Angelo Limosano, Sant’Elena Sannita, Sant’Elia a Pianisi, Santa Maria del Molise Scapoli, Sepino, Sesto Campano, Spinete, Tavenna, Termoli, Torella del Sannio, Toro, Trivento, Tufara, Ururi, Vastogirardi, Venafro, Vinchiaturo.
La rinomanza e la notorietà dell’olio del Molise sono state affermate sin da tempi remoti da diversi autori. Catone il Prisco nel Trattato “De re rustica” cita le regole praticate a Venafro per la vendita delle olive. Plinio in “De Oleo” parla degli olivi “Liciniani” introdotti nel venafrano da Licino e dell’ottimo olio ricavato dai suoi frutti; la varietà Liciniana è ancora coltivata nella zona di Venafro ed è nota con il nome di Aurina. Orazio nelle sue Satire, menzionate da Eugenio Solza nell’opera “L’arte del convito nella Roma antica”, consiglia l’olio di Venafro come ingrediente indispensabile per la preparazione di due salse. Giovanni Presta nella sua “Memoria intorno ai sessantadue saggi diversi di olio presentati alla Maestà Ferdinando IV”, parlando del miglior olio al tempo dei Romani, ricorda che l’olio di Venafro “era riserbato ai più delicati, ai più schifiltosi, ai più ricchi”.
Nel territorio di Larino, ovunque gli scavi abbiano riportato alla luce ville di epoca romana, si sono rintracciati grandi orci interrati in cantine, testimonianza di una produzione abbondante di olio. Anche Cicerone, nella “Pro Cluentio” loda la laboriosità dei Larinati e la fertilità della loro terra. D’altronde il territorio ben si adatta alla coltivazione dell’olivo che, nel corso dei secoli, si è specializzata caratterizzandosi in alcune varietà che sono il vanto di interi territori e che sono legati alla zona geografica in cui si sono distinte; oltre alla già citata “Aurina” ricordiamo la celebre “Gentile di Larino”, la “Rosciola” e la “Oliva Nera di Colletorto”.
Le operazioni di produzione, trasformazione ed imbottigliamento sono effettuate nell’ambito territoriale delimitato. Le ragioni per le quali anche le operazioni di imbottigliamento sono effettuate nella zona delimitata derivano dalla necessità di salvaguardare le caratteristiche peculiari e la qualità dell’olio “Molise”, garantendo che il controllo effettuato dall’organismo terzo avvenga sotto la vigilanza dei produttori interessati. Per questi ultimi, la Denominazione di Origine Protetta riveste una importanza decisiva ed offre, in linea con gli obiettivi e l’orientamento del medesimo regolamento, un’occasione di integrazione del reddito. Inoltre, tale operazione è tradizionalmente effettuata nella zona geografica delimitata.
Le olive provengono da oliveti situati nella zona di produzione e a tal fine i produttori iscrivono i propri oliveti in un elenco attivato ed aggiornato per questo scopo. Le operazioni di estrazioni dell’olio, di confezionamento ed imbottigliamento sono effettuate nell’ambito dello stesso territorio delimitato, da impianti ritenuti idonei ed iscritti in un elenco apposito.
La struttura di controllo verifica che siano soddisfatti i requisiti tecnici richiamati dal disciplinare di produzione per l’iscrizione agli elenchi e siano espletati gli adempimenti a carico dei diversi soggetti della filiera con lo scopo di identificare in modo adeguato i singoli lotti di prodotto ed assicurare la rintracciabilità.
L’olio extravergine di oliva “Molise” è ottenuto dalle varietà di olivo, presenti negli oliveti congiuntamente o disgiuntamente, per almeno l’80 % di Aurina, Gentile di Larino, Oliva Nera di Colletorto e Leccino. Il restante 20 % è costituito da altre varietà autoctone presenti negli oliveti della zona di produzione tra i quali “Paesana Bianca”, “Sperone di Gallo”, “Olivastro” e “Rosciola”.
La raccolta delle olive deve essere effettuata durante la fase dell’invaiatura per brucatura e/o con mezzi manuali tradizionali o con mezzi meccanizzati, utilizzando tutti gli accorgimenti onde evitare il contatto delle olive con il terreno. È vietato l’uso di cascolanti. Dopo la raccolta, le olive devono essere riposte in contenitori rigidi, forati. Le olive devono essere molite entro 48 ore dalla raccolta. La produzione massima di olive non deve superare i 120 quintali per ettaro. Nel caso di oliveti tradizionali, la quantità totale di olive prodotte non deve superare i 60 quintali per ettaro e non deve essere superiore a 60 Kg per pianta.
Per la oleificazione sono ammessi soltanto i processi meccanici e fisici tali da garantire l’ottenimento di oli esenti da alterazioni. La gramolatura deve essere effettuata con acqua termoregolata alla temperatura massima di 25 °C. La resa massima delle olive in olio non deve essere superiore al 20 %.
L’olivo assume una grande importanza per la regione Molise; la coltura si estende su tutto il territorio sia in coltura specializzata che consociate e risulta altamente concentrata nei territori collinari (75 %) ed in minima parte nelle aree pianeggianti (25 %). Il territorio della regione Molise, come citato in precedenza, ha caratterizzato, nel corso dei secoli, alcune varietà di olive che sono ancora oggi estesamente coltivate e che sono famose per la pregiata qualità dell’olio che si ottiene e che presentano caratteristiche chimico-fisiche pressoché simili; questo è dovuto al fatto che nella regione, la piattaforma varietale è il risultato di complesse evoluzioni e selezioni naturali che hanno portato all’affermazione di quelle varietà, oggi esistenti, che sono riuscite più delle altre ad adattarsi alle condizioni pedoclimatiche della zona ottenendo i migliori risultati produttivi e qualitativi. Gli aspetti sopra indicati sono emersi anche dai risultati degli studi e delle analisi effettuate sugli oli del Molise dalla Università degli Studi del Molise. Ad eccezione della zona costiera, che è costituita da fertili zone pianeggianti, il territorio molisano è caratterizzato da territori di bassa ed alta collina, la cui natura pedologica, nel suo complesso, è essenzialmente calcarea. Tale aspetto, unitamente ad un clima particolarmente mite durante tutte le fasi della fruttificazione dell’olivo, determinano un andamento uniforme del ciclo della fruttificazione che comprende il periodo che va dalla differenziazione delle gemme fiorifere alla maturazione fisiologica del frutto. La regione è ubicata nella parte centro – meridionale dell’Italia e si affaccia a nord – est, per un breve tratto, sul mare Adriatico. Il clima della regione è tipicamente mediterraneo con una piovosità che si aggira intorno ai 750/1000 mm annui, concentrati nel periodo autunno – invernale per circa il 60 %, nel periodo primaverile per il 30 %, mentre nel periodo estivo per il restante 10 %. La temperatura media annuale si aggira mediamente intorno ai 14 °C. L’idrologia superficiale del territorio è caratterizzata dal fiume Biferno e, oltre che da numerosi piccoli torrenti stagionali, da due grossi invasi artificiali le cui acque vengono utilizzate sia per scopi irrigui che per scopi civili ed industriali. La coltivazione dell’olivo contraddistingue diversi territori della regione e monopolizza l’attività di tanti imprenditori agricoli che fondano la loro attività sulle caratteristiche qualitative dell’olio che ottengono, nella tradizione, nella tenacia e nella operosa creatività. La raccolta, effettuata alla maturazione fisiologica del frutto, in anticipo e durante la fase di invaiatura per tutte le varietà di olivo e per tutto il territorio delimitato, consente di evitare i rigori invernali e di ottenere una materia prima (olive) integra, fisiologicamente matura e con il naturale (nativo) patrimonio aromatico intatto; questi elementi conferiscono all’olio “Molise” quelle caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono e lo identificano.