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In Turchia ritorna la paura dell’aviaria

La Turchia ha rivelato l'esistenza di un focolaio di influenza aviaria e di aver eliminato 359 volatili come misura precauzionale e di aver imposto la quarantena nella remota regione agricola di Igdir, al confine con l'Armenia.
Lo ha dichiarato il ministero turco dell'agricoltura.
Il ceppo del virus, riscontrato in alcuni polli morti, è l'H5, che colpisce solo gli uccelli. Ma il ministero ha aggiunto che sono in corso ulteriori esami per escludere che si tratti della variante H5N1, il virus della cossiddetta influenza aviaria trasmissibile all'uomo, che ha già causato la morte di 70 persone in Asia dal 2003.
La Turchia neanche un mese fa aveva dichiarato l'assenza del virus dal suo territorio nazionale dopo aver isolato un focolaio nel nord-est del Paese, che nell'ottobre scorso aveva indotto le autorità ad uccidere oltre 10.000 volatili.
In quel caso si trattava del temibile H5N1.
Intanto da Londra arriva una nuova ipotesi sulle modalità di diffusione dell'influenza aviaria. Secondo BirdLife International, una delle più importanti organizzazioni mondiali per la protezione degli uccelli la cui sede è a Cambridge, il virus potrebbe diffondersi attraverso lo sterco di pollo utilizzato come mangime e fertilizzante nelle pescicolture, pratica oggi di routine in particolare in Asia.
L’organizzazione ha lanciato un’appello ufficiale affinchè si verifichi l’ipotesi che in migliaia di allevamenti di pesce, lo sterco di pollo possa essere il veicolo attraverso il quale si diffonda il potenzialmente fatale ceppo del virus H5N1 dell’influenza aviaria.
Citata dal quotidiano britannico «The Independent», BirdLife International ha sottolineato che le epidemie di H5N1 sono scoppiate quest’anno in località di Cina, Romania e Croazia dove sono presenti pescicolture.

Corriere.it