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“Il giorno della Renetta” in Val di Non

Martedì 6 settembre, a partire dalle 8.30, in valle di Non, si effettuerà un percorso tecnico guidato da ricercatori e tecnici dell’Istituto Agrario San Michele all'Adige alla scoperta della nuova e moderna gestione della mela Renetta Canada.

Questa varietà di mele ha fatto la storia della frutticoltura della valle di Non per oltre un secolo: dai primi anni del Novecento ad oggi, raggiungendo la massima espansione negli anni Sessanta.
Da allora la Renetta Canada è in continuo ed inesorabile declino con una contrazione sia di superficie coltivata che di produzione. Basti pensare che dal 1998 al 2004 la quantità conferita nei magazzini Melinda si è praticamente dimezzata passando dal 12,5% (342.338 quintali) al 6,2% del totale (140.422 quintali) (fonte: Melinda).
Negli ultimi dieci anni, però, si è assistito ad un rinnovato interesse per questa varietà con progressiva sostituzione dei vecchi frutteti con nuovi impianti.
Per mantenere e rinnovare la produzione di Renetta in valle di Non la Op Melinda ha predisposto nel 2003 un apposito piano di adeguamento varietale che prevedeva il mantenimento dell’allora superficie occupata dalla Canada identificandone le zone più vocate e destinando specifici incentivi e sostegno al prezzo di vendita per i frutticoltori che piantavano questa varietà. Pertanto l’obiettivo che ha interessato per anni l’Istituto Agrario è stato quello di fornire ai frutticoltori gli strumenti tecnici più adeguati per il rinnovo dei vecchi frutteti ormai obsoleti e non più remunerativi dal punto di vista economico con la creazione di nuovi impianti che fornissero produzioni quantitativamente e qualitativamente elevate e consentissero una riduzione dei costi di produzione.
Sulla base di queste premesse è stato istituito “Il Giorno della Renetta”. Tecnici e ricercatori dell’Istituto Agrario saranno a disposizione degli agricoltori per un percorso tecnico tra alcuni frutteti di età diversa dove sarà possibile ricostruire tutte le tappe della nuova e moderna gestione della Renetta Canada.
Il ritrovo è presso la Coba di Denno, alle ore 8.30.
I partecipanti saliranno su alcuni pullman per un viaggio itinerante nei frutteti di quattro siti della valle di Non, per poi rientrare a Denno (intorno alle 11.30).
Presso l’Unifrutta di Nanno, inoltre, saranno presentati i risultati di molte prove sperimentali condotte a Maso Maiano.

Comunicato stampa
S. Michele all’Adige
Dott.ssa Silvia Ceschini

Descrizione della Mela Renetta:

La Renetta è la regina delle Mele carnose, siccome la Carla lo è delle Mele croccanti. Sono due frutti squisiti, e i soli, nel genere delle Mele, che possano gareggiare colle pere d’inverno, e far di sè bella mostra sulle tavole di lusso, e presso le persone di ottimo gusto.
L’albero della Renetta è grande, ramoso e fronzuto. Il frutto è turbinato, e di una grossezza mediocre. La sua buccia al principio è verdastra e sparsa di un poco di ruggine. Si schiarisce nel maturare e diventa giallognola: è ruvida e punteggiata in tutta la sua superficie di una quantità di stellette irregolari bruno-rossiccie che la caratterizzano.
La polpa è carnosa e acida quando è acerba, ma se giunge alla maturità diventa fina, gentile, butirrosa e saporita, e non conserva del suo acido che quanto le è necessario per darvi un piccante.
La sua maturità botanica si può fissare al finir di Settembre, e allora deesi cogliere, e serbare in dispensa. Ivi essa dura per molti mesi senza cangiare, e non comincia ad acquistare la maturità pomologica che in Gennaio.
È allora che si principia a trovarne qualcheduna nella sua perfezione. Le altre vanno maturando a poco a poco gradatamente, e durano sino alla primavera avanzata, e anche sino alla state.
Quelle che maturano nell’inverno sono liscie al di fuori, e la loro polpa è morbida, butirrosa e gentile, ma consistente. Quelle che maturano nella primavera avvizziscono, e la polpa, che infloscisce, diviene alquanto più zuccherina, e ciò in compenso dell’acido che sparisce quasi del tutto. Le poche, che pervengono fino all’estate, perdono quasi affatto il sapore, e restano pastose e senza piccante.
Nel primo e nel secondo caso esse sono sempre preziose; e non vi è Mela, tranne la Carla, che le pareggi.
Il Renetto si moltiplica coll’innesto. Quantunque in origine egli provenga da un seme come gli altri frutti, pure, per averlo identico, bisogna propagarlo col suddetto mezzo.
La vera è la Renetta bianca, o, per esprimersi con più esattezza, la Renetta gialla.
I Pomologi danno il nome di Renetta a molte razze che la somigliano per la natura della polpa e per il gusto, ma che ne diversificano molto nelle forme e nel colore. così si conta in questa classe la Renetta grigia, la Renetta d’Inghilterra, la Renetta del Canadà, e diverse altre. Nessuna però può stare al confronto della Renetta vera, che i Francesi distinguono col nome di Reinette Franche. Essa conserva il primato fra le sue congeneri, e perciò sopra tutte le Mele carnose, e lo avrebbe anche sulle croccanti se non esistesse la Mela Carla.
I Russi e gli Svedesi vantano una razza di Mele che pretendono sorpassi in bontà qualunque altra, e la quale si conosce sotto i nomi di Mela d’Astrachan, o di Mela trasparente. «Si pretende originaria della China. È un poco più picciola della Renetta e non è così turbinata. Si fonde in bocca come la crema, e si riempie tanto di sugo che si rompe quando la colgono in tempo: guardandola al sole trasparisce fino al punto da poterne numerare i semi». Così è dipinta nei giornali di viaggi, e così l’ho sentita descrivere da molti Signori Russi e Svedesi, che ho conosciuti.
Il Conte di Possen Ciambellano di S. M. il Re di Svezia, con cui ne ho tenuto spesso discorso in Pisa, la preferiva alla Renetta, ma non conosceva la Carla. Se la Mela dei Russi è la stessa che la Mela trasparente che si coltiva nel giardino di Monza, come si pretende, bisogna dire, o che ha degenerato passando in Italia, o che le descrizioni dei viaggiatori sono esagerate. Fra noi è un frutto gentile, di pasta delicata e singolare per una certa diafanità, ma ha poco sapore, e non regge nell’insieme al confronto delle nostre Capispecie.
La Renetta è la Mela dei paesi mediterranei, e non si coltiva in abbondanza che nei climi un poco freddi. In Francia è riguardata come la prima fra le Mele. Pare che sia originaria di quel paese. Ora è introdotta in tutta l’Europa, e gode ovunque il primato che merita.
Non vi è pomologo che non la descriva, nè giardino in cui non si trovi, e sempre conserva lo stesso nome.
Il Piemonte è in Italia il paese delle Renette. Vi vengono belle, grosse, squisite quanto a Parigi. Non vi è verziere che non le conti fra le piante che lo compongono, nè vi è cascina che non abbia il suo verziere. Primeggiano in tutte le tavole; e al loro confronto non si curano più nè le Pupine, nè le Carpendole, nè le Calville.
Il Milanese potrebbe esserne più ricco di quello che mi è sembrato. Il suo clima e le sue località vi si prestano quanto quelle del Piemonte.
Lo stato Veneto non conosce la vera Renetta. È ciò nonostante un paese ricco in Mele, e in Mele scelte. I Veneziani vantano le loro mele Calamelle, le Morosine, e molte altre. Le prime corrispondono alle Carpendole, e le seconde somigliano un poco alle Renette, ma non sono le vere, e non le eguagliano nè in delicatezza nè in sapore.
La Lombardia è il paese delle Mele, e nella Lombardia lo è sopra il Modenese. Il Conte Rè me ne mandò in Firenze, quando io cominciava a lavorare alla Pomona, trentadue varietà ben dipinte, e la Renetta era in quel numero; ma mi confessò che era rara in quei paesi, e di fatto io non ve l’ho trovata che nei giardini dei dilettanti.
È rara anche in Romagna e nelle Mache. Vi è coltivata dai Pomologi, ma non si trova in commercio.
In Toscana si coltiva da molto tempo. Si trova dipinta nei quadri della Real Villa di Castello sotto il nome di Mela Regina, e si trova nelle colline, negli orti, e nei mercati sotto la denominazione di Renetta. I Pisani la chiamano Renetta Francesca.
Anche a Roma si coltiva la vera Renetta, e l’ho veduta più volte in piazza Navona e sugli altri mercati. Essa è ricercata dalle persone di buon gusto, e primeggia sulle scelte tavole, ove ordinariamente è preferita alla Carpendola, ed alla Gaetana.
Non mi è riescito di trovarla in Napoli, neppure alla tavola del Re, che ho veduta imbandita in Novembre e in Decembre. Le Mele di quel paese sono quasi tutte della classe delle Croccanti.
Il Genovesato non la conta nemmeno fra le Mele del suo territorio. I dilettanti la coltivano nei giardini, ma non è comune, nè pare voglia tal divenire. La passione che regna in questo paese per le Mele Carle, e i vantaggi di cui queste godono sopra ogni altra, fanno sì che venga trascurata anche la Renetta. I Pomologi però sono giusti, e la vogliono nei loro giardini. Quanto è irragionevole il riunire in una collezione la folla dei frutti mediocri, lo è tanto più il limitarsi ai pochi che primeggiano, ed escluderne dei secondarj, che hanno sempre qualche proprietà che loro è particolare.
La Carla e la Renetta hanno ciascuna dei pregi proprj, che le rendono ambidue preziose. La prima è mangiabile dal momento in cui è colta sino alla primavera, e in tutta questa stagione è sempre squisita, ora pel croccante della sua polpa, ora pel suo butirroso, ora per l’aroma che profuma il palato, ora pel sapore che lo delizia, senza che sia facile a determinare in qual punto sia da preferirsi. La Renetta invece non sviluppa le sue qualità che quando tocca il punto della maturità, e prima di questo punto non è neppure mangiabile. Bisogna serbarla nella dispensa per mesi, vederne marcire di molte prima di poterla servire in tavola, e quando comincia a maturare conviene osservare ogni giorno con cura i progressi della sua maturazione, e non mangiarla che quando giunge a quel punto. Ma la Carla perde con finir dell’inverno le proprietà che la rendono così preziosa e diventa insipida, mentre invece la Renetta le sviluppa appunto nel Febbrajo e nel Marzo, e le conserva sino alla state avanzata. Essa riempie quell’intervallo di vuoto che divide i frutti vernini dai frutti estivi, ed è quasi la sola che provveda le tavole di frutti freschi dal Febbraio al Maggio. Questa qualità basterebbe sola per darle il diritto di entrare come necessaria in una collezione.

Fonte: www.pomonaitalia.it
testo trascritto da Sergio Rossi (Montoggio, Genova)