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Gli OGM fanno discutere sull “libertà di scelta” dei Paesi dell’Ue

Si è svolto nei giorni scorsi a Vienna il summit sugli Ogm.
Funzionari ed esperti di tutta l'Unione europea si sono confrontati sul tema della coesistenza tra colture tradizionali e biologiche e quelle geneticamente modificate. Un argomento che è diviso tra favorevoli e avversi e che non a caso ha dato al convegno il titolo “La libertà di una scelta”. L’esigenza di un quadro normativo sulla materia si fa sempre più forte, come dimostra l’adozione il 9 marzo scorso, da parte della Commissione europea, del rapporto sullo stato di attuazione delle normative in materia di coesistenza nei vari Paesi membri.
Il vertice viennese era aperto ai politici, alle associazioni agricole e dei consumatori, ai rappresentanti delle industrie di mangimi , agli importatori ed altri referenti interessati. Toccherà in seguito alla Commissione europea mediare tra gli umori non proprio sereni degli operatori del settore.
"Questa conferenza – ha dichiarato il membro della Commissione Mariann Fischer Boel (agricoltura e sviluppo rurale) – ha rappresentato una tappa essenziale del processo di consultazione. E' necessario assolutamente che delle strategie efficaci consentano agli agricoltori e ai consumatori di scegliere liberamente tra i vari prodotti, quali che siano le colture da cui provengono", ribadendo che non si tratta soltanto di una questione di salute o protezione dell'ambiente.”
Per il commissario all'Ambiente, Stavros Dimas, “la Commissione ha il dovere di cooperare con gli Stati membri affinché le norme che regolano l'autorizzazione e l'uso delle colture geneticamente modificate rispondano alle preoccupazioni dei cittadini e proteggano la biodiversità del nostro ambiente naturale senza rimettere in causa il funzionamento del mercato interno”.
In una nota l'esecutivo comunitario ha precisato che le basi scientifiche sulle quali si innestano le misure tecniche relative alla coesistenza e alla valutazione dei loro effetti socio-economici sono state esaminate in occasione della Conferenza di Montpellier lo scorso novembre.
Questo ulteriore confronto a 360°prelude ad un ulteriore confronto
multidisciplinare e territoriale.
Per quanto riguarda la situazione italiana il ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, ha più volte sottolineato la centralità del summit viennese. Con la circolare firmata dal ministro il 31 marzo con la quale si conferma la moratoria, lo stesso ha precisato che "la coltivazione di Ogm non è consentita in Italia fino all'adozione degli strumenti normativi regionali idonei a garantire la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e transgeniche ed alla individuazione di soluzioni adeguate tra regioni confinanti per la gestione della coesistenza".
Alla tensione che c’è sulla materia contribuisce, peraltro, il timore dei consumatori europei.
L'ultimo sondaggio è quello dell'Eurobarometro sulla percezione del rischio e la sicurezza alimentare, effettuato nei venticinque Stati della Ue nel periodo settembre- ottobre 2005. Il 62% degli intervistati, tra cui il 77% degli italiani, sostengono di essere preoccupati per la presenza
di Ogm in alimenti e bibite.