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Stesso vino, nuove botti?

Una doccia fredda ha placato l'acceso dibattito tenutosi nei giorni scorsi al Parlamento europeo in plenaria sulla riforma del vino.
Quando si parla di vino, tradizione e naturalmente spirito nazionale sono in gioco.
Gli eurodeputati hanno chiesto a gran voce alla Commissione europea di preservare i vini europei e promuoverli nel mondo, ammonendola di ripensare alle riforme radicali da lei proposte per rendere l'industria più competitiva.

L'Europa è il più grande produttore e consumatore di vino nel mondo, bevendone circa il 60%, ma negli ultimi anni il consumo di vino è in declino e l'importazione è notevolmente aumentata al punto da essere prossima a superare l'esportazione.
L’Unione conta oltre un milione e mezzo di aziende vitivinicole, ossia il 2% dell'intera superficie agricola europea. Francia, Italia e Spagna sono tra i più grandi produttori di vino al mondo.
L'industria del vino costa attualmente circa 1,3 miliardi di euro all'anno e spende quasi 500 milioni di euro per distillare l'eccedenza, tra cui vini di qualità, in etanolo e produrre aceto.

Un settore in emergenza

A seguito della diminuzione del consumo in Europa, e consapevole della necessità di un mercato con 1,5 miliardi di litri e della concorrenza dei paesi emergenti, la Commissione europea ha presentato la scorsa estate i piani per il rilancio dell'industria europea del vino. Fra i suggerimenti, emergono drastiche misure per bilanciare il settore e incrementarne la sua competitività, come ad esempio l'estirpazione di circa 400.000 ettari di vigneti e l'estensione del sostegno per l'industria del vino dal primo al secondo pilastro.
La proposta formale è attesa per la prossima primavera.

La parola ai deputati

Nel dibattito che ha preceduto il voto, gli eurodeputati dell'intero spettro politico si sono opposti a tale disegno, sostenendo la deputata greca Katerina Batzeli (gruppo socialista), con leggere differenze che rispecchiano le differenti tradizioni di ciascun paese. In risposta, il commissario europeo Fischer Boel ha promesso di analizzare nel dettaglio le proposte dell'Eurocamera. Christine de Veyrac (gruppo del partito popolare europeo), unitamente a molti altri colleghi, ha fortemente criticato il principio dell'estirpazione dei vigneti, affermando che oramai la vitivinicoltura europea "sembra sia divenuta una variabile alla mercé delle necessità del mercato."
Altri deputati, fra cui l'italiano Sergio Berlato, vice-presidente delle commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, in rappresentanza del gruppo Unione per l'Europa delle nazioni, ha parlato di rispetto della storia, della cultura e delle della tradizione dei produtori di vino europei.
La deputata francese Marie-Helene Aubert (gruppo Verde/ALE) ha aggiunto che nella proposta della Commissione sono presenti "cattivi ingredienti" che "indeboliranno i criteri europei per un vino di qualità e creeranno confusione sulle indicazini geografiche". Pur convenendo con la Commissione circa la rimozione di "brutte abitudini" quali la distillazione, l'ha pregata di combattere assieme al Parlamento tper vini di buona qualità.

Meno quantità – più qualità

Per diminuire la sovrapproduzione e migliorare la competitività e la qualità del vino europeo, la proposta di riforma del giugno 2006 della Commissione, propone di incoraggiare l'estirpazione delle viti, eliminare le sovvenzioni alla distillazione dei vini d'eccedenza, semplificare l'etichettatura e livellare i metodi di vinificazione. Rafforzando la notorietà dei vini dell'UE si mira a riacquistare quote di mercato. La diversificazione deve essere incoraggiata e gli aiuti condizionati all'applicazione delle nuove norme sul rispetto dell'ambiente. L'obiettivo non è di ridurre le spese dell'UE, ma distribuirle in modo più giudizioso.
Per permettere all'Europa di essere allo stesso livello concorrenziale del "nuovo mondo", la Commissione propone di autorizzare metodi come la diluizione e come l'invecchiamento artificiale del vino per mezzo di trucioli di legno di rovere. Le norme di semplificazione dell'etichettatura potrebbero consentire l'indicazione della varietà d'uva nei vini da tavola, oltre alle informazioni sulla salute dei consumatori. Le azioni di promozione del vino sui mercati non UE dovrebbero essere intensificate, mentre "consumo responsabile" dovrebbe diventare la parola chiave in Europa.
La Commissione dovrebbe presentare nel corso dell'anno una proposta di legge relativa alla riforma del settore del vino.

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