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Parere dell’EFSA sui coloranti sotto accusa

Il gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari, gli aromatizzanti, i coadiuvanti tecnologici e i materiali a contatto con gli alimenti è stato interpellato per revisionare i dati tossicologici relativi a una serie di coloranti illegalmente presenti nei prodotti alimentari nell’Unione europea.
Il gruppo di esperti scientifici fornisce anche un parere su come individuare i coloranti che, dal punto di vista strutturale, fanno sospettare proprietà genotossiche e cancerogene.
Sono stati esaminati i dati sulla tossicità disponibili per sette coloranti riscontrati negli alimenti importati o prodotti nell’Unione europea (UE).
Si tratta delle sostanze Sudan I, Sudan II, Sudan III, Sudan IV, Para Red, Rodamina B e Arancio II.
La presenza di queste sostanze negli alimenti è vietata nell’UE.
In seguito al primo rapporto effettuato nel 2003 sulla presenza illegale del colorante Sudan I in alcuni alimenti nell`Unione europea (Eu), sono state presentate numerose notifiche sulla presenza di questo e altri coloranti illegali nel peperoncino in polvere e nel curry in polvere, in prodotti contenenti peperoncino o curry in polvere, sumac, curcuma e olio di palma.
I coloranti in questione sono Sudan I, Sudan II, Sudan III, Sudan IV, Para Red, Rodamina B e Arancio II.
I dati di tossicità` disponibili per questi sette coloranti (vedi Allegato I del Parere) sono stati esaminati.
Il gruppo ha concluso che i dati finora riscontrati relativamente a ciascuno dei coloranti illegali Sudan I-IV, Para Red, Rodamina B e Arancio III negli alimenti nell’UE sono insufficienti per poter effettuare una valutazione del rischio completa. Tuttavia, ci sono prove sperimentali che dimostrano che il colorante Sudan I è sia genotossico sia cancerogeno e che la sostanza Rodamina B è potenzialmente genotossica e cancerogena.
Benché per i coloranti Sudan II, Sudan III, Sudan IV, Para Red manchino prove definitive, per le loro analogie strutturali con il Sudan I sarebbe prudente presupporre una loro potenziale genotossicità e una loro probabile cancerogenità. Per la sostanza Arancio II non può escludersi genotossicità e i dati disponibili sulla cancerogenicità sono inadeguati per consentire di trarre qualsiasi tipo di conclusione.
Al fine di fornire indicazioni sulle caratteristiche strutturali dei coloranti che possono generare il sospetto di una potenziale attivita` genotossica e cancerogena, il gruppo ha revisionato le informazioni raccolte in letteratura su altri coloranti industriali genotossici e/o cancerogeni non ancora riscontrati negli alimenti ( vedi Allegato 2 del Parere). Queste informazioni, insieme alle considerazioni sulle relazioni struttura-attività suggeriscono che i coloranti dei gruppi azoici, antrachinonici e del trifenilmetano debbano essere inizialmente considerati sospetti. Per quanto concerne i coloranti azoici, la possibilità che vengano metabolizzati in ammine aromatiche liposolubili, in particolare in derivati della benzidina, è di per sé un segnale di allarme della loro genotossicità/cancerogenicità, mentre la solfonazione di tutti i componenti ad anello, come nel caso della maggior parte dei coloranti azoici approvati come coloranti alimentari nell’UE, sopprime l’attività genotossica e cancerogena.
L’analisi delle relazioni sui coloranti illegalmente usati nei paesi da cui provengono le spezie e sui coloranti utilizzati in passato come coloranti alimentari in altri paesi, ma successivamente vietati per uso alimentare dopo la scoperta della loro tossicità, nonché gli studi di laboratorio e le riflessioni sulla struttura-attività suggeriscono che si debbano considerare genotossiche e/o cancerogene le seguenti sostanze coloranti:
Acid Red 73 (5413-75-2), Rosso Sudan (7B6368-72-5), Giallo di metanile (587-98-4), Auramina (492-80-8), Rosso Congo (573-58-0), Giallo-burro (60-11-7), Solvent Red I (1229-55-6), Giallo naftolo ( 483-84-1), Verde di malachite (569-64-2), Verde di leucomalachite(129-73-7), Ponceau 3R (3564-09-8), Ponceau MX (3761-53-3), Oil Orange SS (2646-17-5)
Una serie di altri coloranti alimentari ritirati dal mercato ha dato prove incomplete di genotossicità; ciò può essere dovuto all’inadeguata specificazione dei coloranti testati nei primi studi, poiché l’analisi della struttura-attività non suggerirebbe queste proprietà.