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“Omnivore Food Festival” a Le Havre

Lunedì 12 febbraio, riparte in Francia, a Le Havre l’Omnivore Food Festival.
Un festival fatto con pochi soldi ma qualche convinzione: che la tecnica (in cucina, sul palco, nelle teste) conta sì ma altrettanto pesa la fantasia, in un evento senza paraocchi né falsa coscienza. Dove, in materia di modernità, c’é posto per tutti.
Per gli italiani, per gli spagnoli, per i gallici cuginetti. E pure per un wonderkid, sconosciuto ai più, Daniel Patterson, ben poco raccapacitato di ritrovarsi catapultato da San Francisco al center stage d’una sala da 1.500 persone.
C’é posto per tutti, si diceva, ma non per delle ponencias, né per delle lezioni, diciamo piuttosto per delle «demo», delle dimostrazioni live & unplugged: casseruole e sifoni, wok e induzioni carburanti a tutto spiano. Come i Café Confidence, incontri pubblici con gli autori (Carlo Cracco, Thierry Marx, Joan Roca e Marc Veyrat), i food lab, delle performances a calibraggio limitato, il Rest Off made da mane a sera by Fabrice Biasolo in contemporanea col Divinomnivore THE raduno dei cento vignaioli più irriducibili (tra eretici e naturali) del rinnovo locale.
E poi, ovviamente, largo ai grandi senza frontiere, i Ferran e gli Inaki (Aizpitarte), i Bourdas (Alexandre) e gli Enrico Crippa, i Guérin (EricMauro Colagreco, i Quique Dacosta e i Pier Bussetti.
E se gli italiani son ottimi e abbondanti – a cominciare da Fulvio Pierangelini, eletto honoris causa Fratello Maggiore dei pischelli della Jeune Cuisine -, non poteva mancare l’immaginifico Davide Scabin per il suo debutto ufficiale per le galliche contrade.
Se venite, lo troverete alle redini d’un suo one man show (Go to Punto Zero del Gusto NaCi-Plus) nonché oggetto cult d’un omaggio del collettivo dei Gelinaz! Sì, lo conoscete: é il meta-conceptual gruppo di Pierangelini, Andoni, Bottura, Marx, Nilsson & Co. Che, con i fiancheggiatori Josean Martinez Alija, Kasper Kurdhal e René Redzepi, presenterà l’inedito recital Gelinaz plays Davide Scabin. Ovverosia una libera e incrociata riscrittura scenica d’uno dei piatti più classici del repertorio scabiniano: la Lingua brasata al barolo. In versione carpaccio, raviolo dolce da dessert, ragù alla bolognese, all’aceto di alcool e con pelle di latte all’infusione di vinacce nebbiolesche. Passa parola: per Gelinaz la lingua é piu’ chic d’un cheek to cheek. E il primo a blaterare che l’OFF é giusto un Er Mejo de la Franchica Gastronomia, si aggiudica definitivamente un sonoroso sganassone. Tutto questo il 12 e 13 febbraio a Le Havre.

Weblink: www.omnivore.fr

Andrea Petrini
Identità Golose