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Gli oli biologici premiati
al “Biol” di Bari

La leadership mondiale riconosciuta all’olio biologico italiano comincia ad essere insidiata.
Almeno nell’ultima annata, infatti, alcuni extravergini ecocompatibili esteri hanno raggiunto livelli di eccellenza paragonabili alla consolidata tradizione tricolore.
Lo testimoniano i verdetti del Premio Biol – Città di Andria, l’unico concorso internazionale riservato ai migliori oli bio svoltosi tra Andria e Bari.
Dove con un verdetto a sorpresa, a vincere la decima edizione del Biol sono stati ex aequo il sardo ”Olio Del Giudicato” della cooperativa C.O.C.O. di Arborea (Oristano) e la rivelazione ”Olave” dell’azienda cilena Valle Grande.
Sono risultati i migliori del 2005 tra gli oltre 200 oli in gara – record di partecipazioni – giunti dai vari continenti.
In classifica segue a pari merito un gruppo di quattro oli: fra loro, a confermare il gran balzo in avanti compiuto in media dagli extravergini stranieri, lo spagnolo “Rincon de la Subbetica” e – altra sorpresa – il neozelandese “Moutere Grove”, che affiancano il pugliese ”Marcinase Fruttato Intenso” dell’azienda molfettese Minervini e il Dop umbro “Marfuga” dell’azienda omonima di Campello sul Clitunno (Perugia).
A consegnare i premi, in Camera di Commercio di Bari, il coordinatore del Biol Nino Paparella, con l’assessore allo Sviluppo economico di Andria Antonio Griner, e Luigi Triggiani di Unioncamere.
Nelle altre categorie principali, il premio Biolblended (miglior olio imbottigliato e commercializzato con marchi non del produttore) è andato all’umbro “Bios” dell’azienda spoletina Monini, mentre il Biolpack (miglior packaging ed etichettatura, assegnato da una specifica giuria di esperti in comunicazione e consumo) va a un altro olio sardo, l’”Accademia Olearia” dell'omonima azienda di Alghero.
<Il livello generale degli oli valutati è stato molto alto, e la giuria ha potuto lavorare valorizzando le differenze. E se la qualità degli oli italiani ormai è conosciuta, il dato saliente, almeno per quest’annata, è il netto progresso compiuto in media dagli oli esteri, con punte di eccellenza raggiunte in Cile, in Spagna ma anche in Croazia e in Albania: Paesi che presentano grandi aree olivetate e condizioni climatiche in generale simili alle nostre. E oli che diventano sempre più competitivi: uno sprone per i produttori nostrani>>.
Concorso a parte, la manifestazione – organizzata dalla Camera di Commercio di Bari, con direzione tecnica e coordinamento del CiBi e il sostegno del Comune di Andria – ha incluso vari eventi per il suo decennale:
un prologo col convegno sull’etichettatura dell’olio svoltosi a marzo;
la tre-giorni di lavori della giuria internazionale, "Gli Chef del Biol – Italia e Germania a confronto sull'olio d'oliva" workshop con chef tedeschi, l'executive chef Carlo Papagni e l’Associazione Cuochi Baresi, seguito da una serata di gala;
gli ItinerariBio;
infine “Appunti per un Ritratto. Viaggio tra gli agricoltori biologici nei Paesi Mediterranei. "Portogallo", anteprima dello studio per un progetto video curato per il Biol dall’artista Luciana Fina (presente l’autrice). Ultimo appuntamento a Bari, con il forum internazionale “Bio tra locale e globale”, patrocinato dalla Provincia di Bari – Assessorato all’Agricoltura e curato dall’Osservatorio Internazionale Olivicoltura Biologica (tra i relatori anche il direttore Ifoam Bernward Geier).
Il Biol è sostenuto da vari organismi nazionali e internazionali del settore, come Ifoam – Federazione Mondiale dei Movimenti di Agricoltura Biologica, Aiab – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, Icea – Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, Consorzio Puglia Natura, Ecoliva, IAMB.
L’elenco completo di tutti gli altri riconoscimenti territoriali e le menzioni saranno presto online sul sito:

www.premiobiol.it

Alfredo Zavanone