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Gli europei sono "cyber dipendenti"

Internet: in Europa un utente su quattro è 'cyber dipendente'
Ormai è troppo difficile rinunciare a Internet. Lo conferma una ricerca di mercato condotta da Dynamic Markets e commissionata da Websense che cerca di catalogare i navigatori a seconda delle abitudini e delle preferenze.

E' un'indagine europea realizzata su una base di 500 utenti di portatili. Il primo risultato emerso è la nascita di una categoria di utenti relativamente nuova: gli Internet dipendenti. Sono un quarto degli intervistati i navigatori cosiddetti 'insaziabili', non importa se usano Internet per lavoro o per svago. Tutti orgogliosi della propria abilità di navigante. Di questi, il 16% ha dichiarato un comportamento che la ricerca definisce "download DJ": navigano alla continua ricerca di musica, giochi e altro materiale scaricabile gratuitamente, e non sempre per questioni di lavoro. Una tendenza in crescita spinta dalla diffusione di siti dedicati agli MP3, dai blog e anche dal gioco d'azzardo online. Seguono i 'cyber sistematici', il 44% del campione intervistato: per loro Internet è uno strumento da spremere per cercare informazioni, e per la maggior parte sono manager. Chiudono la classifica gli utenti 'soft', al 31%. Naviganti che si dilettano di usare Internet trovandolo uno strumento utile. Ma solo di tanto in tanto. Tra questi 'dilettanti digitali' rientrano soprattutto persone con una certa anzianità professionale: il 39% dei direttori, per esempio, ha dichiarato di rientrare in questa categoria.

Interessante anche l'analisi dei diversi tipi di navigazione in Europa. All'Olanda spetta il primo posto in quanto a diffusione di Internet dipendenti (31%), mentre è la Gran Bretagna il Paese con il più alto numero di utenti in cerca di musica, film e giochi, anche e soprattutto via sistemi peer-to-peer. Francia e Germania sono i due Paesi in cui la ricerca è più sistematica, ovvero hanno il più alto numero 'cyber sistematici' che usano la Rete per lavoro e per scopi personali come l'home banking. In Italia, invece, c'è la più alta concentrazione di 'dilettanti digitali' (41%).

Fonte: Computerworld Online (edizione italiana), IDG Communications Italia