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“Appuntamenti europei” a Roma

Mercoledì, 29 marzo 2006 si è tenuto a Roma il terzo degli “Appuntamenti europei a Roma”
L'appuntamento alle ore 18 si è tenuto al Caffè Notegen in Via del Babuino 159 ed oggetto dell'incontro è stato:
"Partenariato euromediterraneo: a che punto siamo"?
L'introduzione, il coordinamento e la conclusione sono state affidate a
Silvana Paruolo del Team Europe –Ue
Hanno partecipato al dibattivo:
Hatem Abdelcader – Primo Segretario dell'Ambasciata d’Egitto
Roberto Carpano del Team Europe – Ue
Carlo Corazza Commissione europea a Roma
Pasqualina Napoletano Parlamentare europeo -Vicepresidente del Gruppo PSE
Cosimo Risi Ministro Plenipotenziario Farnesina DG per i Paesi del Mediterraneo e del M.O.
Fabio Pellegrini Vice-presidente dell’AICCRE – Fondatore del Coppem

Tenendo conto che in Israele si è alla vigilia delle elezioni politiche, che il 24 marzo scorso c’è stata la 5° Conferenza dei ministri del comemrcio, e che il 26-27 marzo c’è stata una sessione APEM ( assemblea parlamentare euromediterranea), l’attualità del tema risulterà a tutti più che evidente.
Come in tutti gli “Appuntamenti europei a Roma” l’obiettivo di fondo dell’iniziativa è solo uno: capire e far capire, a livello politico, e a livello operativo.
In un contesto di mondializzazione crescente, l’Unione europea resta il principale partner commerciale dei Paesi mediterranei, sia per le merci sia per i servizi. Più del 50% degli scambi della regione si effettuano con l’Ue che, per certi paesi, costituisce la destinazione di più del 70% delle loro esportazioni. L’Europa è anche il primo investitore estero nella regione (36% dell’investimento totale), e la prima fonte di assistenza tecnica.
Tuttavia, all’ultimo Vertice celebrativo di dieci anni di Barcellona, erano assenti ben 8 capi di Stato della sponda meridionale…
Perché? Solo per divergenze sulla definizione del termine “terrorismo”?
Malgrado il partenariato euro-med, purtroppo, i divari tra le due sponde del mediterraneo si sono aggravati.Il libero-scambio industriale non ha incrementato la crescita del sud, e il fenomeno dei flussi migratori è ovunque in crescita. La concorrenza con i mercati europei ha parzialmente migliorato la qualità dei loro prodotti. L’integrazione sud-sud non è stato un risultato naturale della liberalizzazione..
Che bilancio trarre del partenariato euromediterraneo, praticato prima della nuova Politica europea di vicinato (PEV)? Va riformato?
Ciò detto – per il processo di Barcellona – cosa cambia con la nuova Politica europea di vicinato , e la nuova Programmazione 2007-2013 ( scatola di risorse da ripartire): non solo a livello di metodo, ma anche a livello di risorse, e di efficacia?
La PEV si indirizza a Russia, Ucraina, Bielorussia , Moldavia, tutti i paesi mediterranei ( PM ), all’Azerbaidjan e alla Georgia.
Come giustamente sottolineato dal Femise, sono in gioco i 25 paesi Ue + 3 candidati ( Romania Bulgaria Turchia ) + 6 candidati potenziali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Montenegro ) + 16 vicini ( di cui 9 Med ).
C’è il rischio di disintegrare l’identità mediterranea, e di annacquare il processo di Barcellona ( riducendone risorse finanziarie, e assistenza tecnica ecc.)? O piuttosto la Politica europea di vicinato diventerà un mezzo per consolidare il processo di Barcellona in un contesto allargato?
Dinanzi alla mondializzazione e le sue sfide, oggi più che mai, serve più Europa. E serve un’efficace Politica estera e di sicurezza – europea – che sappia rafforzare l’iniziativa dell’Ue nel Mediterraneo e nel Medio Oriente: cercando una soluzione del conflitto israelo-palestinese sulla base del principio “due popoli, due Stati”; estendendo la cooperazione euromediterranea anche ai Paesi del Golfo (almeno per alcuni aspetti); ecc. Istituzionalizzando un Consiglio europeo euro-med, come suggerisce Emma Bonino?
La distinzione fra Mediterraneo e Nordic dimension è visibile anche nei programmi delle presidenze semestrali.
“L’Europa del Nord che troverà un proprio interprete nella presidenza finalndese della seconda metà dei quest’anno, è un’Europa lontana dai pericoli e dai conflitti, a bassissima densità demografica, ad alta tecnologia e ad alto reddito, interessata alla geografia dell’energia e ad un rapporto di buon vicinato con l’orso russso. L’Europa mediterranea è contigua all’area di crisi mediorientale, è densamente popolata e a più basso reddito e soggetta a massicce immigrazioni, ha unìeconomia ricca ma matura e con minori contenuti tecnologici, ma vede nelle nuove rotte fra Cina e Mediterraneo un’opportunità secolare per rilanciare un ruolo strategico planetario nello snodo dei commerci” ( Lapo Pistelli Limes 1-2006).
La nuova Politica europea di vicinato definisce un insieme di priorità, finalizzate a un avvicinamento all’Unione; e integra poi queste priorità in Piani di Azione – adottati congiuntamente – che ricoprano un certo numero di campi-chiave che richiedono azioni specifiche. Il modello economico della nuova PEV è quello dello Spazio economico europeo, sia pure con nuove prospettive di integrazione a geometria variabile.
Per quanto riguarda i Paesi mediterranei (PM), la PEV va “attuata nel quadro del processo di Barcellona e degli Accordi di associazione conclusi con ciascuno dei paesi partners”.
A differenza di Barcellona – che proponeva un approccio basato sostanzialmente su uno smantellamento delle barriere tariffarie industriali, e su un’armonizzazione progressiva dei quadri regolamentari e legislativi – la PEV propone una chiara Agenda di riforme istituzionali, con temi prioritari e ritmo specifico secondi i capitoli; un sostegno rafforzato a infrastrutture mediterranee, e all’interconnessione delle infrastrutture euro-mediterrane, tramite un’azione concertata dello strumento che sostituirà Meda (aiuti) e Bei (prestiti); ecc.
E ancora, a livello operativo, come funzione il partenariato euromed? Un esempio per tutti? Euromed Heritage.
E quale ruolo – nel partenariato euromediterraneo – per regioni, comuni e province?
Quale ruolo per società civile, e parti sociali?
C’è un rischio di burocratizzazione generale?
Questi – in estrema sintesi – i quesiti principali dei quali si è dibattuto.