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A Vallevecchia (Veneto) l’acqua è tornata Regina

Alla Brussa, così la chiamano i locali, il tempo sembra essersi fermato con Hemingway. "Di là dal fiume e tra gli alberi" (1950) dedica proprio alcune delle sue pagine più belle alla laguna di Caorle.
La spiaggia della Brussa, o ValleVecchia, rappresenta infatti un significativo esempio di territorio costiero dell’alto Adriatico.
Qui il litorale sabbioso conserva ancora la sua quasi naturale integrità, nonostante le importanti modificazioni frutto della bonifica e dei rimboschimenti del secondo dopoguerra.
ValleVecchia, come risulta dalle carte geografiche, è oggi una sorta di isola sita tra Caorle e Bibione (Venezia).
E’ un’area di proprietà della Regione Veneto in gestione a Veneto Agricoltura, l’azienda regionale per l’agricoltura, l’agroalimentare e le foreste, sulla quale è in corso uno speciale intervento di riqualificazione e rinaturalizzazione ambientale.
Pur avendo subìto negli ultimi cinquant' anni pesanti azioni di bonifica, che hanno portato alla realizzazione della stessa “isola” di ValleVecchia – le fotografie aree dell’epoca mostrano chiaramente come fosse complesso allora il dedalo di canali e ghebi -, il territorio ha mantenuto importanti valenze naturalistico-ambientali per la presenza tra l’arenile e la pineta di uno dei maggiori sistemi dunali litoranei.
E proprio per questo particolare habitat, ValleVecchia è stata riconosciuta dall’Unione Europea, Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria.
Il comprensorio ha una estensione di circa 900 ettari, oltre la metà dei quali utilizzati dall’azienda agricola di Veneto Agricoltura con produzioni sperimentali ed a basso impatto ambientale; la restante parte è occupata da 150 ettari di arenile sabbioso, altrettanti da boschi planiziali e pineta litoranea, il rimanente da zone umide di nuova formazione.
Questa è la vera novità, l’acqua, che qui è tornata ad essere la regina, come cinquant’anni fa… Regina e madre, come indica Luciano Dalla Bella, pelle bruciata dal sole, mani forti abituate a salpare le reti e anni giusti da ricordare bene i particolari: “Vallevecchia g’era un deposito de anguile, una roba incredibie, uno specio de aqua, con tutti i canai e i canaeti profondi. Dopo che i la ga sugà, il pesce xe scampà tuto…”.
L’importanza naturalistica di ValleVecchia consiste nel fatto che in essa vi si ritrova il più esteso tra i tratti di spiaggia non urbanizzata dell’alto Adriatico; è perciò uno dei pochi luoghi ove è ancora possibile osservare le formazioni vegetali e le microfaune tipiche dei litorali sabbiosi in una successione abbastanza vicina alle condizioni di massima naturalità, oltre ad una sorta di endemismi unici al mondo dovuti alla particolare posizione geografica, “terra di mezzo” tra oriente ed occidente.
Ma cosa è stato fatto a ValleVecchia? Gli interventi di riqualificazione naturalistica dell’area hanno preso il via nel 1994, per una spesa, ad oggi, di oltre 7,5 milioni di € (Regione e Stato).
Alcuni semplici dati possono dare un’idea della complessità delle azioni intraprese da Veneto Agricoltura:
•oltre 150mila piante di latifoglie dell’orno-lecceta, poste a dimora in pineta in seguito ai tagli di diradamento eseguiti anche a scopo fitosanitario;
•80 ettari di nuovi boschi planiziali litoranei e 9 ettari di nuovi boschi riparali, posti subito dopo le dune;
•18 chilometri di siepi campestri;
•11 ettari di zone umide boscate con funzione di fitobiodepurazione;
•circa 70 ettari di zone riallargate con acqua salmastra e acqua dolce.
Realizzate anche azioni per favorire la visita e la fruizione del comprensorio. E’ stato allestito un Centro di Educazione Naturalistica rivolto in particolare agli studenti, Centro che dispone di diorami, di pannelli, di schede illustrative, di materiali bibliografici ed audiovisivi. Per regolare le visite ed i flussi turistici alla spiaggia, è stata predisposta un’area custodita di sosta per le automobili; vi è la possibilità di scoprire la natura in bicicletta, utilizzando la pista ciclabile oppure attraverso escursioni a cavallo, lungo stradoni sterrati che si sviluppano per oltre 10 Km; o con passeggiate, che consentono di osservare con maggiore attenzione, magari dall’altana (piattaforma di osservazione alta più di dieci metri), gli splendidi paesaggi di ValleVecchia, le aree lacustri, quelle agricole, la sua interessante flora e la ricca fauna. Gli escursionisti sono guidati nelle loro gite da una specifica segnaletica che permette di scoprire questo mosaico di situazioni.
Per i prossimi anni il progetto di riqualificazione ambientale di ValleVecchia ipotizza la realizzazione del museo della laguna, con sale dedicate al tema dell’ambiente ed alla storia passata e recente; interventi sulla pineta a difesa del sistema dunale ed a favore dell’ecosistema; nuovi percorsi per le visite naturalistiche; una gestione agronomica dell’azienda agricola sempre più compatibile con l’ambiente. Inoltre, trekking, bird-watching, cicloturismo. Per la valorizzazione ambientale sono previste: altre aree di fitobiodepurazione, nuove zone umide, insediamenti avifaunistici, estensione delle fasce boscate, incremento dei filari arborei e siepi, ricostruzione e diversificazione del paesaggio agrario.
ValleVecchia è ormai uno dei punti di riferimento per gli amanti degli ambienti lagunari e per tutti coloro che desiderano anche “qualcosa di diverso” dalle attrattive proposte dagli importanti centri balneari limitrofi, Caorle e Bibione. Ma è un’area delicata, alla quale ci si deve accostare con rispetto, con quell’atteggiamento dell’ospite che si sente privilegiato nel visitare un luogo straordinario
Gli ornitologi hanno censito oltre 150 specie di uccelli: si tratta quindi di una sorta di santuario dell’avifauna, e tutto grazie a sua maestà l’acqua. E’ facile individuare aironi e falchi, cavalieri d’Italia ed anatidi in genere. Molti i cigni.
Più difficile invece scoprire, ad esempio, il tarabuso ed il tarabusino, rari parenti stretti dell’airone.
I naturalisti non parlano volentieri di ValleVecchia, recentemente oggetto da parte di Veneto Agricoltura di un bel libro fotografico con testi ed immagini di Michele Zanetti, Francesco Vallerani e Federico Vianello: forte è la preoccupazione che la gente disturbi la quiete che qui si è venuta a creare in un mirabile connubio tra terra e acqua, agricoltura ed ambiente: matrimonio che per alcuni sembrava impossibile. Ed invece, con il mais e la soia convivono i fagiani, le lepri ed una miriade di libellule multicolori.
Il falco pescatore perlustra infaticabile le aree umide di recente costituzione, mentre a fianco un enorme trattore di nuova generazione, tra i più silenziosi della sua categoria, munito di pneumatici a sezione larga perché meno impattanti e compattanti svolge, anch’esso instancabile, il suo lavoro. “ValleVecchia, la natura ritrovata”, è il titolo del libro citato. Chissà che non abbia ragione….