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Presto l’addio al “sapore di tappo”?

Sono circa 500 milioni ogni anno le bottiglie a rischio "sapore di tappo", a fronte di un consumo totale di quasi 20 miliardi di bottiglie, ma il brivido di trovarsi di fronte un vino sensorialmente deviato sta per diventare solo un ricordo. La possibilita' e' frutto di un sughero reinventato da una azienda francese,la Diam Bouchage, che, insieme al distributore esclusivo per l'Italia – la Paolo Araldo con sede a Calamandrana (AT) – presentera' il procedimento Diamant® con il quale produce i suoi tappi, ai professionisti del settore martedi' a Milano.
Ma in che modo questo avviene? "Il sughero viene ridotto in microgranuli e lavorato con uno specifico trattamento alla CO2 supercritica – risponde Dominique Tourneix, Direttore Generale Diam Bouchage – in grado di eliminare totalmente e per sempre dalle chiusure in sughero delle bottiglie quel fastidioso "sapore di tappo" di cui e' responsabile la molecola TCA.
Quello che rimane e' quindi solo la parte piu' nobile del sughero, la suberina, la quale insieme a microsfere ed a un legante adatto al contatto alimentare va a comporre questi tappi "tecnici". Non e' tutto, la qualita' di ogni vino sara' garantita da tappi creati "su misura" per ogni bottiglia: la struttura del nuovo tappo permette infatti diversi livelli di permeabilita' e quindi una azione diversa sull'evoluzione del vino in bottiglia a seconda delle esigenze. Un mercato che oggi vale a livello mondiale circa 75 milioni di euro annui di fatturato, per circa un miliardo di tappi prodotti e destinati a vini di fascia media e alta non solo sui mercati tradizionali come Francia e Italia, ma anche su mercati relativamente nuovi come No.rd e Sud America , Australia o Cina