Persino un serpente nelle confezioni alimentari
E' successo ad un bimbo di 5 anni, in Gran Bretagna di aver trovato un serpente vivo, lungo 60 centimetri, in una confezione di cereali.
"Stava aprendo la sua scatola di cereali e, per fortuna, mi trovavo dietro di lui perchè è spuntato fuori un serpente", ha raccontato la madre Theresa Willet, di 23 anni, spiegando di aver pensato in un primo tempo a un gioco. 'Jordan e' ancora sotto shock oggi, non mangia', ha aggiunto la donna.
In Italia è il Codacons a pubblicare le denunce dei cittadini "schifati" dai cibi contaminati.
Non solo prodotti alimentari scaduti e venduti normalmente negli scaffali dei negozi e dei supermercati, ma cibi e prodotti adulterati.
Alcuni casi, proprio come quello di Londra sopra accennato, sono addirittura inconcepibili.
Ecco un'imbarazzante rassegna delle segnalazioni ricevute dal Codacons, spesso accompagnate da foto o relazioni mediche che attestano la veridicità dei fatti e le conseguenze per chi ha ingerito tali alimenti:
– una moneta da un centesimo in una pizza margherita (Marche),
– la punta di un trapano in un cornetto acquistato al bar (Roma),
– un rospo nella confezione di insalata surgelata (Trentino),
– un topo morto in un pacchetto di pop corn (Roma),
– una mosca tra il tonno in scatola (Piemonte),
– un verme nel vasetto di funghi della Sila (Calabria),
– un sasso tra le lenticchie (Lombardia) e
– in un torroncino (Lazio),
– una pallina di piombo in un vasetto di omogeneizzato (Lazio),
– una graffetta per pinzare nell’hamburger (Veneto),
– un pezzo di guanto nella bottiglia di acqua minerale (Roma)
– un'unghia nel latte (Lombardia)
– un amo da pesca nel sale (Piemonte).
“Casi come questi – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi – per quanto possano apparire assurdi, si verificano sempre più frequentemente.
A dimostrare che evidentemente i controlli durante i processi produttivi presso le aziende sono insufficienti e il livello di igiene in alcuni bar e ristoranti è assai basso.
Per questo – prosegue Rienzi – chiediamo ai Nas di attivarsi effettuando controlli a campione presso le aziende alimentari e presso i pubblici esercizi, sanzionando tutte le violazioni che possano arrecare danno ai consumatori”.
Quando un consumatore trova un corpo estraneo all’interno della confezione di un prodotto alimentare – consiglia il Codacons – non deve assolutamente ingerirlo, ma portarlo, unitamente alla confezione, presso la Asl di zona o ai Nas.
In questi casi inoltre è possibile chiedere un risarcimento danni alla ditta produttrice.
Il Codacons ha già avviato in tutta Italia dieci cause in tal senso con la richiesta di 100.000 euro di risarcimento danni per ogni azienda, onde far fronte alla mancanza,
nel nostro Paese, del danno punitivo, che porterebbe le ditte e gli esercizi ad avere maggiore attenzione verso i consumatori.
Fonte: Codacons