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Mangeremo il foie gras prodotto in laboratorio?


Storica specialità francese, il foie gras è un alimento indiscutibilmente pregiato. Ma, da sempre, anche oggetto di roventi polemiche per via del procedimento con cui viene ottenuto, che consiste nel sottoporre anatre e oche a un’alimentazione forzata allo scopo di aumentarne il più possibile le dimensioni del fegato.

UN PROCEDIMENTO PIÙ SOSTENIBILE

In diversi Paesi – fra cui la California, mentre New York e la Gran Bretagna si aggiungeranno a breve – è stato bandito e, per quanto concerne l’Italia, oltre 12mila supermercati e numerosi negozi di alimentari hanno scelto di farlo sparire dagli scaffali. In Francia, però, resta irrinunciabile e qualche tempo fa un team di ricercatori ha messo a punto un metodo meno invasivo e più naturale per produrlo, che consiste nel somministrare ai pulcini un siero contenente batteri intestinali in grado di stimolare l’agognata produzione di grasso. La novità, però, non è risultata convincente. Ma ecco invece una news che potrebbe rivelarsi risolutiva, o quanto meno assai interessante: una start up parigina ha trovato la formula per riprodurre il foie gras in laboratorio.

COME SI OTTIENE IL FOIE GRAS ARTIFICIALE

Il foie gras artificiale prodotto dalla parigina Gourmey – dopo due anni di studi e sperimentazioni – è costituito da cellule staminali di anatra ricavate da singoli ovuli fecondati e poi coltivate in vitro: una tecnologia già parecchio diffusa nell’industria delle cosiddette carni coltivate, che consente di riprodurre praticamente ogni tipo di tessuto. Le cellule di anatra vengono “nutrite” affinché si moltiplichino e tale processo avviene nel giro di due o tre settimane. Dopo di che si aggiunge del grasso vegetale per ottenere la consistenza cremosa: in questa fase sono stati coinvolti alcuni chef, che hanno dato il loro contribuito nella definizione del gusto.

SARÀ UNA RIVOLUZIONE?

In pochissimo tempo Gourmey ha raccolto oltre 8 milioni di euro da investitori europei e statunitensi interessanti al perfezionamento di questa formula, che pare permetta di ottenere un foie gras dal sapore molto simile a quello del prodotto naturale (è stata indicata la percentuale del 90 per cento, facendo il paragone), senza però sottoporre gli animali a quelle pratiche a dir poco discutibili. Inoltre, altra questione di non poco conto, il fegato d’oca riprodotto in laboratorio ha un costo decisamente inferiore. “C’è un forte bisogno – ha dichiarato Nicolas Morin-Forest, uno dei tre fondatori di Gourmey – di un’alternativa al normale foie gras, un prodotto controverso che deve reinventarsi”. L’obiettivo è anche quello di “dimostrare che la carne coltivata non si limita agli hamburger, ma può essere utilizzata anche per i prodotti gastronomici”. Insomma, potrebbe essere una piccola, grande rivoluzione. E voi lo provereste il foie gras artificiale?

26 Agosto 2021di Nadine Solano