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L’antidoto “fai da te” contro l’invecchiamento mentale!

Nella foto: Giuseppe Alfredo Iannoccari, Ph.D., Presidente Assomensana

Per migliorare l’apprendimento e la memoria, a qualunque età, il Brain Trainer consiglia di mettere in moto un meccanismo cerebrale, il BDNF, che stimola la nascita di nuovi neuroni, in sostituzione di quelli persi.
Dietro la sigla misteriosa BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor) si nasconde l’arma per combattere la smemoratezza legata al passare degli anni e per migliorare le funzioni mentali. Si tratta di un “fattore neurotrofico” di derivazione cerebrale che agisce sulla mente come l’attività fisica sul corpo: più il BDNF viene sollecitato e più aumentano le capacità intellettive, soprattutto quella di ricordare. Ma come si fa a incrementare questo fattore? Lo spiega il Brain Trainer, professor Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di Assomensana:
«Il BDNF, un vero e proprio elisir di lunga vita per lo sviluppo e il potenziamento del cervello, viene prodotto dalla stimolazione dei neuroni e, a sua volta, contribuisce alla neurogenesi, ovvero alla nascita di nuovi neuroni. Visto che non esiste un modo per assumerlo dall’esterno, dobbiamo farlo produrre dai neuroni tramite la stimolazione cognitiva».
Gli esercizi da praticare, a qualunque età, per rinvigorire il BDNF sono alla portata di tutti, come afferma il Brain Trainer che ne suggerisce tre indispensabili:
1) prendere tre numeri a caso (ad esempio 5, 12, 9) e fare operazioni matematiche (somme, moltiplicazioni, divisioni) per ottenere il numero 50, aggiungendone uno mancante. Ad esempio: 5×12= 60; 60-9= 51; al 51 si sottrae 1 per arrivare a 50. Oppure: 5×9= 45; 45-12= 33; al 33 si somma il 17 per arrivare a 50;
2) partire da una parola qualsiasi e creare un catenaccio logico con altre che iniziano con le lettere dell’alfabeto. Ad esempio, si parte da “Albero” e si procede con parole collegate logicamente e che iniziano con le lettere seguenti dell’alfabeto (Betulla, Corteccia ecc.)
3) fare lo ‘spelling’ al contrario di parole a caso. Ad esempio, MARE diventa E-R-A-M; SPIAGGIA diventa A-I-G-G-A-I-P-S. Il tutto rigorosamente a mente, senza scrivere!
Insomma, per il tanto temuto invecchiamento della mente, che riguarda tutti, c’è un rimedio semplice ma in grado di neutralizzare gli effetti negativi dell’età: «E’ ovvio che il cervello, come il resto dell’organismo, invecchia», commenta il professor Iannoccari «Con gli anni, rallenta la velocità di elaborazione delle informazioni, si riduce la capacità della memoria a breve termine e diminuisce la funzionalità dei meccanismi che mantengono concentrata l’attenzione. Ma non bisogna credere che non si possa fare nulla, perché esistono ben tre fattori cruciali che aiutano a prevenire il declino cognitivo: la neurogenesi, la riserva cognitiva e la neuroplasticità, studiata da Rita Levi Montalcini con Victor Hamburger negli anni ’50 presso la Washington University di St. Luis (Usa)».
Sulla scia della scoperta della Montalcini, che ha ottenuto il premio Nobel, si sono susseguiti molti studi fino a quello di Yves Bard del Max Planck Istitute di Monaco che ha individuato il BDNF, come riferisce il Brain Trainer: «La neuroplasticità afferma che quando le cellule cerebrali sono sottoposte a stimolazione producono apposite proteine che nutrono i neuroni (chiamate NGF – Nerve Growth Factor = fattore di crescita neuronale), aiutandoli a mantenersi tonici e funzionali e riducendone la mortalità per apoptosi. Il BDNF, come il NGF, è una neurotrofina derivata dalla stimolazione dei neuroni, ma, a differenza di quest’ultimo, è coinvolta nella neurogenesi».
Non ci sono più scuse, quindi: se la mente perde colpi, sappiamo come possiamo renderla più efficace da soli. «Negli esperimenti, i ricercatori hanno osservato che togliendo il BDNF il cervello non era in grado di formare nuovi ricordi», conclude il presidente di Assomensana, «Da questi studi, oggi sappiamo che la traiettoria della curva dell’invecchiamento dipende anche da noi. Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo e che stimoliamo la mente con nuove attività, mettiamo in moto questi meccanismi cerebrali, rafforziamo i neuroni e gli consentiamo di legarsi tra loro».

Per saperne di più: Giuseppe Alfredo Iannoccari, Ph.D., Presidente Assomensana
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