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La peste suina africana analizzata dall’EFSA

L’ultimo parere dell’Autorià europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sulla peste suina african,a esamina il rischio che il virus venga introdotto in regioni dell’UE ancora indenni attraverso canali come mangimi, materiali per lettiere e veicoli per il trasporto di suini di ritorno vuoti dalle zone colpite.

Il parere conclude che il potenziale di trasmissione tramite queste vie è più basso rispetto ad altre (ad esempio il trasferimento di maiali domestici vivi o il contatto tra cinghiali selvatici e maiali domestici ) ma il rischio non può essere escluso completamente.

E’ stato sviluppato un modello per classificare il rischio connessi alle diverse vie – o matrici – usando i risultati di un esercizio di elicitazione della conoscenza di esperti (EKE). L’EKE si è basato su evidenze provenienti da una ricerca in letteratura e da una consultazione pubblica.

Diciassette prodotti e matrici sono stati valutati e classificati per la loro probabilità relativa di venire contaminati dal virus nelle zone interessate dalla PSA e di infettare i suini in zone indenni. I mangimi composti (pastone, pellet), gli additivi per mangimi e i veicoli contaminati sono risultati essere in cima alla classifica.

Per ridurre il rischio che il virus venga introdotto negli allevamenti suini tramite mangimi, materiali da lettiera e veicoli da trasporto, il parere scientifico raccomanda la stretta osservanza dei processi di decontaminazione e di immagazzinaggio del caso per tutti i prodotti movimentati da zone interessate dalla PSA a zone indenni.

Nell’Africa sub-sahariana la peste suina africana è endemica. Nel 2007 si sono verificati focolai infettivi in Georgia, Armenia, Azerbaigian nonché Russia europea, Ucraina e Bielorussia. Da questi paesi la malattia si è diffusa all’Unione europea: nel 2014 sono stati segnalati i primi casi in Lituania, Polonia, Lettonia ed Estonia; nel 2017 la malattia è stata segnalata in Repubblica Ceca e in Romania; nel 2018 è comparsa in Ungheria, Romania, Bulgaria e Belgio. In Italia è presente dal 1978 nella Regione Sardegna.

Cosa fa l’EFSA?

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) fornisce consulenze scientifiche indipendenti sui rischi connessi all’alimentazione.

Pubblica pareri sui rischi alimentari attuali ed emergenti che confluiscono nella legislazione, nelle regolamentazioni e nelle strategie politiche europee, aiutando così a proteggere i consumatori dai rischi della catena alimentare. Le sue attività comprendono i seguenti settori:

la sicurezza dei generi alimentari e dei mangimi
l’alimentazione
la salute e il benessere degli animali
la protezione delle piante
la salute delle piante.
Tra i compiti dell’EFSA rientrano:

raccogliere dati e conoscenze scientifici
fornire consulenze scientifiche indipendenti e aggiornate su questioni riguardanti la sicurezza alimentare
informare il pubblico sulle attività scientifiche svolte
cooperare con i paesi dell’UE, gli organismi internazionali e altri soggetti interessati
rafforzare la fiducia nel sistema dell’UE di protezione della sicurezza alimentare fornendo consulenze affidabili.
Struttura
L’EFSA è gestita da un consiglio di amministrazione composto da 15 membri che agiscono nell’interesse pubblico. Non rappresentano alcun governo, organizzazione o settore industriale.

Il consiglio definisce il bilancio dell’EFSA e ne approva il programma di lavoro annuale.

Il direttore esecutivo è responsabile delle questioni operative e del personale. Inoltre elabora il programma di lavoro annuale insieme alla Commissione europea, al Parlamento europeo e ai paesi dell’UE.

Il forum consultivo assiste il direttore esecutivo, in particolare per redigere la proposta di programma di lavoro.

Il forum è costituito da rappresentanti degli organi nazionali responsabili della valutazione dei rischi nei paesi membri. Vi partecipano anche osservatori provenienti da Norvegia, Islanda, Svizzera e dalla Commissione.

Come funziona l’EFSA?
Le attività scientifiche dell’EFSA sono guidate dal comitato scientifico e dai suoi 10 gruppi, costituiti da scienziati di spicco.

Se sono richieste conoscenze più specialistiche, un gruppo può costituire un gruppo di lavoro, che comprende sia scienziati dell’EFSA che esperti esterni.

L’EFSA collabora inoltre intensamente con altre agenzie dell’UE che operano nel settore della salute e della sicurezza degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente:

l’Agenzia europea per i medicinali (EMA)
l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA)
il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (CEPCM)
l’Agenzia europea dell’ambiente (AEE).
Chi ne beneficia?
I consumatori europei – che sono fra i meglio protetti e informati al mondo sui rischi della catena alimentare
le istituzioni dell’UE e i governi nazionali incaricati di gestire la salute pubblica e autorizzare l’uso di prodotti alimentari e mangimi.