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Inaugurata l’Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza

Straordinaria partecipazione.
Per Oliverio "parte un progetto per contribuire alla crescita della nostra Regione".

Sono state migliaia le persone che hanno partecipato all’evento di inaugurazione dell’Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza, nello storico Palazzo di Piazza XV marzo.

Il taglio del nastro del presidente Mario Oliverio, seguito dalla benedizione da parte dell’Arcivescovo di Cosenza Salvatore Nunnari, ha riguardato contestualmente anche una moderna sala convegni, nella quale si è svolto un breve incontro, pensata a supporto alle numerose attività dell’Enoteca che ha già in programma tra il mese di novembre e quello di marzo 2014 incontri culturali, focus sull’enogastronomia di qualità, giornata tematiche sulle eccellenze dell’agroalimentare, formazione.

L’Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza si estende su di una superficie di poco superiore ai 400 mq, pavimentata con materiali naturali di provenienza locale, cotto e pietra di San Lucido, ed ha un’altezza media di 7,50 m. Gli ambienti, di particolare bellezza, sono il risultato di un attento restauro, avviato dall’Amministrazione nel 2011 e durato più di due anni, che ha rivitalizzato e destinato all’innovativo uso la settecentesca ex Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e Sante Rosa da Lima e Rosa da Viterbo, eretta per volere dell’arcivescovo di Cosenza Andrea Brancaccio, parte di un monastero femminile.

Più di 1600 le bottiglie negli scaffali integrati negli eleganti arredi in cui primeggia il legno, che esaltano al meglio le etichette della produzione cosentina e di quella dell’intera regione. Vini presentati per territori d’origine, all’interno di tre sale che propongono un percorso orientativo: Terre di Cosenza, Cirò, Lametino e Reggio Calabria.

Il top, insomma, di una produzione, in cui le tradizioni si integrano con le soluzioni tecnologiche, che si affaccia sul mercato nazionale ed internazionale forte di una qualità che negli anni è andata crescendo. Una qualità che l’Enoteca esalta, rafforzandone, attraverso la funzione che si data, la promozione e la valorizzazione, intrecciandola con le eccellenze agroalimentari.

A salutare con entusiasmo e forte condivisione la nascita dell’Enoteca, il sottosegretario alla Politiche Agricole Giuseppe Castiglione che ha partecipato all’inaugurazione.

Da parte di Andrea Pecchioni, direttore di Winejob, un plauso entusiasta all’ iniziativa; da Silvio Greco, responsabile nazionale Ambiente di Slow Food un importante annuncio: la Fondazione Slow Food invierà all’Enoteca della Provincia tutti i vini dei presìdi del mondo. Rimarcata la bellezza del paesaggio disegnato dalle coltivazioni vitivinicole calabresi dal fotografo Stéphane Aït Ouarab.

Tra le presenze dell’evento inaugurale, da sottolineare quelle dei produttori vitivinicoli calabresi.

A guidare il pubblico nell’Enoteca, Gennaro Convertini, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier Calabria, che ha concorso attivamente al percorso organizzativo della struttura.

«Nasce oggi, nel Palazzo della Provincia di Cosenza- ha affermato il presidente Mario Oliverio- la prima enoteca regionale da noi pensata come il tassello di una rete che ci auguriamo possa vedere protagonisti anche altri territori della Calabria. Grazie al lavoro appassionato di tanti imprenditori, la nostra regione in questi anni ha realizzato importanti traguardi nel settore enologico, proponendo vini di altissima qualità che hanno saputo affermarsi a pieno titolo tra le eccellenze della enologia italiana».

«L’Enoteca- ha proseguito Oliverio – è uno strumento che ha l’obiettivo di promuovere i nostri vini e i nostri prodotti agroalimentari sui mercati nazionali ed internazionali, a partire da quello della Calabria. Aiutare i produttori vitivinicoli e tutto il sistema delle imprese impegnato nelle produzioni di qualità costituisce la funzione centrale della nostra enoteca che sarà aperta ai produttori singoli o associati che vorranno promuovere i loro prodotti attraverso eventi concordati. Abbiamo già definito un primo programma di iniziative che a partire dal prossimo mese di novembre caratterizzeranno l’attività dell’enoteca. Sarà data attenzione anche alla ricerca attraverso collaborazioni con le Università. A tal proposito abbiamo già messo in cantiere la costituzione di una biblioteca nella quale raccogliere la preziosa produzione di scritti, testi, sulla vitivinicoltura, l’enogastronomia e le produzioni agroalimentari della nostra terra».

IL PERCORSO NELL’ENOTECA. TRA I NOSTRI VINI

L’Enoteca intende avere una funzione di divulgazione ed informazione sulla viticoltura calabrese attraverso i vini. Ha per questo organizzato gli spazi, tre grandi sale, in sequenza, suddivise per territori. La prima sala è dedicata ai vini delle "Terre di Cosenza", la seconda al Cirò, la terza ai vini del comprensorio lametino e della provincia di Reggio Calabria. All'interno degli ambienti, invece, il criterio seguito ha a base i vitigni.

LA STRUTTURA

L’Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza ha la propria sede all’interno di quella che è stata la Chiesa dedicata a Santa Maria di Costantinopoli e alle Sante Rosa da Lima e Rosa da Viterbo.

La storia di questo solenne edificio è ben percorribile grazie ai documenti conservati sino ad oggi.

Dal testamento del 1592 di Marcello Ferrao Seniore si evincono i nomi con cui veniva indicata la zona dove oggi sorge il palazzo della Provincia; si legge infatti che egli viveva presso la “Strata dell’Olmo seu Paradiso”, anche conosciuta come “Vigna della Corte”, “Giostra” o semplicemente “Paradiso”.

All’inizio del 1700 fu dell’Arcivescovo di Cosenza Andrea Brancaccio l’idea di costruire una grandiosa Chiesa, dedicata alla Madonna di Costantinopoli e alle Sante Rosa da Lima e Rosa da Viterbo. L’edificio sacro fu così realizzato nella zona su cui poggia il lato destro dell’attuale palazzo della Provincia, spazio che oggi risulta essere nei sotterranei. All’epoca dei fatti, la nuova costruzione avanzò in tempi rapidi grazie anche alle diverse e documentate donazioni di fedeli. Nel 1717 l’Arcivescovo Andrea Brancaccio destinò la chiesa alle monache della comunità religiosa della città di Cosenza, che la occuparono fino all’invasione francese.

Nel 1808, l’arrivo dell’esercito napoleonico, soppresse molte proprietà religiose, e anche il Monastero, adibito ad alloggio militare.

Il 2 dicembre 1819 partì il grandioso piano per destinare l’ex Monastero a Palazzo dell’Intendenza della Calabria Citra. In quella fase venne ristrutturata tutta la piazza antistante e creato uno spazio considerevole per realizzare l’attuale grande facciata e dare all’edificio l’odierna dimensione.

La Chiesa, situata nella parte scoscesa, venne in parte interrata per creare il nuovo piano delle piazza. Il tetto venne distrutto, le mura furono usate da sostegno per i nuovi piani superiori. L’ingresso fu murato e il protiro, sostenuto da quattro colonne, interrato.

Per tutto l’Ottocento continui lavori di manutenzione e rimaneggiamenti hanno teso ad ammodernare questo grandioso palazzo, ma la chiesa divenne il deposito dei materiali di risulta. In una parte della struttura vennero per anni ed anni accumulati archivi e documenti, fino a quando con il progetto più complessivo di restauro del Palazzo di Governo, l’Amministrazione Provinciale nel 2011 ha avviato anche il recupero dell’antica chiesa.

Prima di poter iniziare il restauro sono stati necessari due anni di scavi per svuotare la struttura religiosa abbandonata. I documenti sono stati trasferiti all’Archivio di Stato. Dopo due anni di restauro, ora l’antica chiesa inizia un nuovo percorso, con una nuova missione sul territorio: valorizzare la qualità del settore agroalimentare della terra di Calabria.

LA PRIMA SALA

E’ qui il Magliocco Dolce in purezza, vitigno che sebbene presente da sempre in provincia di Cosenza, rappresenta una innovazione, poiché in passato sempre vinificato in uvaggio con altri vitigni. I vini da Magliocco in purezza si stima rappresentino la punta di diamante della nostra enologia per i prossimi anni.

A seguire, gli uvaggi della tradizione, del Magliocco Dolce con il Greco nero, che rappresentano l'origine, la storia di sempre. I vigneti di Donnici, Verbicaro, Pollino e Savuto, le Doc storiche sono ancora oggi impiantati con questa mescolanza.

Un settore è poi dedicato agli uvaggi più moderni, di Magliocco Dolce insieme ai vitigni internazionali, principalmente Cabernet, Merlot e Sirah, di origine francese e diffusi in tutto il mondo. Un quarto comparto espositivo è dedicato agli altri autoctoni presenti nelle "Terre di Cosenza", quali l'Aglianico, il Gaglioppo e il Calabrese.

LA SECONDA SALA

La seconda sala è dedicata al Cirò e al comprensorio cirotano che comprende anche la Dop Melissa, nella quale è coltivato il Gaglioppo, spesso vinificato in purezza e che occupa il primo settore.

Un secondo espositore è per gli uvaggi del Gaglioppo con gli internazionali.

Grandi qualità esprime il Gaglioppo nella tipologia rosato, divenuto un vino apprezzato da un vasto pubblico; a questo vino è riservato un apposito settore. Spazio, infine, per i bianchi di Cirò molto diversificati nella composizione, fatta eccezione per i vini da Greco bianco in purezza, piuttosto diffusi.

LA TERZA SALA

La terza sala dedica uno spazio al comprensorio lametino: Dop Lamezia, Dop Scavigna e Savuto dell'area catanzarese.

Il vitigno più rappresentato nei vini di Lamezia è il Magliocco canino, differente dal Magliocco Dolce, viene detto anche Magliocco ovale. Presenta colore rosso granato con riflessi violacei. È dotato di giusta gradazione alcolica e mediamente strutturato.

Infine, i vini di Reggio Calabria, ottenuti prevalentemente con il vitigno Calabrese (sinonimo del Nero D'Avola).

Trovano la giusta collocazione anche i vini speciali: i passiti e gli spumanti. Fra i primi spiccano le due produzioni storiche della Calabria, il Greco di bianco e il Moscato di Saracena.

Gli spumanti rappresentano una tipologia di recentissimo approccio da parte dei produttori calabresi, con risultati molto incoraggianti.