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Grano straniero per la pasta “italiana”

"Chiediamo ufficialmente che sulle buste di pasta pugliese e italiana vengano rappresentate le 50 stelle della bandiera americana, al posto dei simboli dell'italianita'. Ha piu' senso ed e' piu' rispettoso nei confronti dei consumatori, considerata la passione degli industriali del nostro Belpaese per il grano americano. Domani al porto di Bari arriva una nave battente bandiera panamense, proveniente dal porto di Kalama a Washington negli Stati Uniti e scarichera' 40mila tonnellate di grano per approvvigionare ulteriormente le industrie del territorio. Alla faccia del grano locale e della pasta 'made in Italy'". E' provocatoria la proposta del presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele alla notizia dell'ennesimo sbarco di grano straniero nel porto di Bari.

"Chiediamo alla Commissione Agricoltura della Camera – continua Cantele – di attivare, come promesso, tutti gli strumenti utili alle verifiche del caso, oltre a dare il via urgente ad un progetto innovativo di filiera, governato direttamente dal produttore, attraverso le proprie aggregazioni di prodotto, per ridurre progressivamente la dipendenza del sistema della trasformazione dall'estero, qualificare pane e pasta italiani con l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine del grano e per cercare di contenere la volatilita' dei prezzi". In Puglia si concentra oltre il 36% dell'attivita' molitoria nazionale, con la lavorazione di circa 80 mila quintali al giorno di solo grano duro e di altri 15 mila quintali di grano tenero adottando innovazioni tecnologiche e strategie di mercato molto avanzate. Nell'industria della pasta, seppure rilevante, il ruolo della Puglia appare ridimensionato rispetto a quello della prima trasformazione, detenendo il 10% del potenziale nazionale.

"Anche nel 2013 assistiamo – incalza il direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – alla solita routine speculativa per il tenero, mentre, per motivi diversi, il grano duro subisce contrazioni di prezzo talvolta inspiegabili (si e' scesi fino 23-24 ?/ql), visto che il mercato comunitario quota in maniera superiore a parita' di caratteristiche. Ormai siamo ai limiti dei costi di produzione. Di contro al consumo di pane e pasta non sono state mai apportate riduzioni di prezzi, che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima. Non solo, nel corso del tempo la forbice si e' ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant'e' che oggi il ricarico tra grano duro e pasta e' di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%". Per Coldiretti Puglia vanno affrontate in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente il livello di prezzo corrisposto alla produzione, quali l'assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale (etichettatura di origine obbligatoria, tracciabilita' delle produzioni), le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo.