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Correlazione tra cibo processato e malattie

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Oramai lo sapete! La Nutrigenomica, ultima frontiera delle scienze dell’alimentazione, ci insegna come utilizzare il cibo e i suoi nutrienti al fine di nutrire al meglio le nostre cellule.

Con questa scienza si abbandona la limitante visione delle calorie come unico parametro per la dieta e si abbraccia una visione più ampia dove si scelgono i cibi più idonei alla salute. Si passa cioè dall’approccio “classico” in cui vengono proibiti i cibi che fanno male ad un approccio “olistico” dove si consigliano i cibi che fanno bene.

Allo stato attuale è innegabile la correlazione tra cibo iper processato e malattia. “Noi siamo quello che mangiamo” e il nostro stato di salute dipende fortemente, se escludiamo gli eventi traumatici, da ciò che finisce nel nostro carrello della spesa. E sì, perché dietro a una bibita in lattina o a un sacchetto di patatine, c’è molto di più di una bevanda dolce e dissetante e un alimento gustoso e sfizioso.

Ci sono sostanze che vanno a influenzare direttamente la relazione con i nostri geni, come il glutammato monosodico, l’acesulfame k e l’aspartame. E’ fondamentale imparare a considerare il cibo non solo più come calorie introdotte, ma come una “informazione” diretta alle nostre cellule: esso entra nel sistema digerente, penetra nell’organismo e regola i processi metabolici più profondi. Il fatto è che il cibo altamente processato, addizionato e conservato non contiene le informazioni giuste.

Potremmo dire che parla un linguaggio che il nostro organismo non riconosce. Questa mancata comunicazione, a lungo andare, dà il via a un progressivo ed inevitabile processo di “disequilibrio molecolare” alla base di tutte le patologie cronico degenerative, compreso le autoimmuni!

Quindi la cosa importante non è tanto, quante calorie abbiamo introdotto in una giornata, ma quanti nutrienti abbiamo fornito alle nostre cellule attraverso il cibo, o quante sostanze citotossiche e genotossiche abbiamo assunto, perché la maggior parte delle persone, indipendentemente dal loro peso, sono in una condizione di iponutrizione e di tossiemia.

Sto parlando di cellule affamate, stanche, stressate, che attingono energia dalle riserve vitali del nostro organismo che di contro non può far altro che funzionare male, sempre in riserva di energia e sottotono, vulnerabile agli attacchi di patogeni endogeni ed esogeni, incapace di recuperare e riparare i danni. Non dobbiamo più sottovalutare l’impatto che il cibo ha sul nostro equilibrio psicofisico.

Rispetto a una volta la nostra dieta si è terribilmente impoverita di nutrienti e si è arricchita di calorie vuote e di sostanze chimiche pericolose. Il cibo è sempre più raffinato, processato, sintetico, ricco di zuccheri e grassi idrogenati e povero di fitonutrienti. Nella mia esperienza sul campo, ho sempre assistito a un netto miglioramento dello stato di salute della persona, in concomitanza al suo cambiamento dello stile alimentare.

Purtroppo, dobbiamo dire che l’aumento delle patologie cronico degenerative e autoimmuni di questo ultimo mezzo secolo è direttamente proporzionale all’aumento del consumo di cibo spazzatura.

Artrite reumatoide, diabete di tipo-1, psoriasi, miastenia grave, sclerodermia, lupus eritematoso sistemico, colite ulcerosa, morbo di Chron, tiroiditi e altre patologie croniche degenerative e autoimmuni, sono sempre più diffuse anche in giovanissima età.

Tra queste, le malattie autoimmuni, come ad esempio la vitiligine, stanno interessando un numero sempre maggiore di persone che vengono “curate” con farmaci immunosoppressori e antinfiammatori, come il cortisone, ma a cui non viene quasi mai consigliato un cambio di stile alimentare, come se non esistesse alcuna correlazione tra i due eventi.

Il fatto è che dietro a uno scompenso patologico c’è sempre una causa che a mio parere si nasconde nel nostro errato stile di vita: cibo spazzatura, droghe, abuso di farmaci, eventi traumatici ecc. Più volte ho sottolineato quanto il nostro Microbiota influisca sul nostro stato di salute/malattia. I microbi si nutrono di ciò che noi mangiamo e non a caso quelli più pericolosi, come ad esempio la candida, si nutrono di zuccheri raffinati e sostanze chimiche. La candida è un micete molto studiato negli ultimi anni, sempre più associato, come corresponsabile, alla genesi di molte malattie neurodegenerative e autoimmuni.

La teoria medica prevalente riguardo le malattie autoimmuni è che il sistema immunitario ad un certo momento, senza specifiche cause, inizia ad attaccare le cellule e gli organi sani. Il risultato di questo attacco sono infiammazioni locali o estese che causano la maggior parte dei danni. Ultimissime ricerche scientifiche di microbiologia stanno portando alla luce nuove evidenze nel campo proprio delle patologie autoimmuni, secondo cui alcuni organi e tessuti potrebbero venire attaccati da specifici microbi.

Sembrerebbe che più malate sono le cellule, le ghiandole e gli organi, più i tessuti sono stressati e più evoluti e aggressivi diventano questi microorganismi. Questa debolezza sembra essere causata da un accumulo di metalli pesanti e di scarti cellulari, da deficienze nutrizionali, da debolezza genetica, da uno stress emotivo o da una combinazione di tutti questi fattori.

I ricercatori sostengono che i microbi che causano gli attacchi autoimmuni si svilupperebbero principalmente all’interno degli spurghi cellulari depositati dentro a cellule e organi. Buona parte di questi scarti cellulari sono composti di acidi grassi polinsaturi ossidati e perossidati e da una combinazione di questi con proteine degradate. Inclusi sono anche i metalli, come il ferro, il mercurio e l’alluminio. Sotto esame anche la lipofuscina che si manifesta sulla pelle con macchie marroni e la ceroide, la cui presenza, si pensa sia collegata ad una deficienza di vitamina E, ma anche gli amiloidi, residui proteici che si accumulano principalmente nel cervello o nelle cellule nervose.

L’Alzheimer, il morbo di Parkinson e la Sclerosi Amiotrofica laterale ne contengono parecchi. Ma questi scarti cellulari come intaccano le funzioni cellulari e la salute generale del sistema?

Avvelenano la catena respiratoria dei mitocondri o il processo ossidativo della produzione energetica, causando un calo di energia; interferiscono con la capacità di trasmissione delle cellule nervose e con le normali funzioni delle cellule muscolari; interferiscono con il percorso dei nutrienti destinati alle cellule e diventano, a loro volta il cibo preferito proprio di questi microbi specifici che causerebbero gli attacchi autoimmuni.

Sono sempre più numerose le ricerche scientifiche che sostengono che rimuovendo gli scarti proteici o le proteine danneggiate dalle cellule si mantengono gli organi sani ed efficienti. Ciò significa che per prevenire le malattie degenerative dobbiamo purificare le cellule, rimuovendo gli scarti cellulari.

Allora cosa possiamo fare per stimolare una fisiologica depurazione ed evitare un pericoloso ristagno di tossine e detriti? Innanzitutto, dobbiamo sanificare l’intestino ripristinando la dominanza delle famiglie eubiotiche e ripristinare il buon funzionamento degli organi emuntori, indispensabili per l’eliminazione proprio di quelle sostanze tossiche in grado di alterare tutto il nostro ecosistema.

Sanificare il tratto gastrointestinale significa eliminare i batteri dannosi e i funghi con giusti protocolli antimicrobici e, prima di ingerire i carboidrati, assumere probiotici, preferibilmente lattobacilli naturali ed enzimi digestivi specifici. Importante anche aiutare il nostro sistema immunitario con particolari nutrienti, come il selenio, zinco, magnesio, iodio, vitamina D (sole) e in alcuni casi con colostro, lattoferrina e alfa-lattoalbumina.

Ma anche modificare la propria dieta è fondamentale, ad esempio, aumentando il consumo di cibo crudo che contiene sostanze che hanno un effetto modulatorio sul sistema immunitario e che favoriscono la rimozione dalle cellule degli scarti proteici, dei grassi danneggiati e dei metalli pesanti. Sto parlando di cibo fresco, crudo, stagionale e in alcuni casi biologico, come la frutta e la verdura fresca.

Ottime le combinazioni di verdure in foglia, germogli e cibo adeguatamente fermentato. E’ possibile bere succhi purificati come il succo di erba di grano. Si può estrarre succo dal grano, dall’orzo o dalla segale o da qualsiasi erba soffice. Un bicchiere di succo di erba di grano sorseggiato durante il giorno può essere una sana abitudine.

Anche la clorofilla ha una buona azione depuratrice. Lo stesso vale per i succhi estratti da vegetali dolci come la barbabietola e la carota. Potete aggiungere al bicchiere di succo anche un cucchiaio di olio di semi di lino spremuto a freddo per migliorare l’assorbimento del carotene, e un cucchiaino di alga spirulina che contiene acidi solforati.

Gli acidi grassi dell’olio di semi di lino in combinazione con gli amminoacidi solforati aiutano a porre rimedio all’azione ossidante nei mitocondri e stimolano la disintossicazione dai metalli pesanti. Ottimo il cibo fermentato, il mio preferito è a base di polline. Eccellenti anche le alghe fresche e in polvere come la spirulina, la clorella e la klamath. Ma ognuno può scegliere seguendo i propri gusti, perché il cibo fresco e salutare non manca, bisogna solo riabituarci a consumarlo, evitando tutto ciò che è ricco di additivi e conservanti pericolosi.

Cosa potranno mai contenere una insalata o delle fragole, conservate dentro a una confezione di plastica, che ti permette di consumarle anche dopo una settimana, tenendo conto che, quando fresche, la loro tenuta non supera le 24 ore?

Fonte: Sanremonews