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Cittadini e cure sanitarie in Europa

I cittadini europei non hanno sufficiente accesso alla sanità, all'innovazione medica e all'informazione su possibili cure sanitarie alternative.
Di conseguenza, invece di sentirsi coinvolti nelle decisioni sulle cure cui saranno sottoposti, essi si sentono e sono semplicemente clienti del servizio sanitario.
Questi sono alcuni degli aspetti più rilevanti del Rapporto civico sulla implementazione della Carta europea dei diritti del paziente, presentato a Bruxelles, all'apertura di un convegno organizzato presso il Parlamento europeo da Active citizenship network (ACN).
Il Rapporto è basato sulla Carta europea dei diritti del Paziente, promossa nel 2002 da ACN, ramo europeo di Cittadinanzattiva, e implementata, grazie alla collaborazione con altre dodici organizzazioni civiche europee in Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Gran Bretagna.
Il Rapporto offre un punto di vista su fenomeni emergenti da considerare come indicatori del livello di attenzione verso i diritti dei pazienti, osservati direttamente da dirigenti sanitari e dalle principali organizzazioni civiche in 39 dei più grandi ospedali d'Europa.
I dirigenti sanitari della Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Portogallo hanno rifiutato di fornire informazioni per la realizzazione del Rapporto, evidenziando mancanza di trasparenza e chiusura nei confronti delle organizzazioni di cittadini.
“Questa è stata una esperienza concreta nella cittadinanza attiva europea in cui le organizzazioni civiche hanno prodotto direttamente informazioni sul livello di attenzione istituzionale per i diritti dei pazienti. Non si tratta certo di informazioni statistiche, ma queste possono sicuramente arricchire i dati sui sistemi sanitari europei”, dichiara Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva.
In Europa l'accesso alle cure non è universale
Il Rapporto mostra che gli ostacoli all'accesso alle cure sanitarie sono diffusi in tutti i Paesi dell'Unione, confermandosi quindi come uno dei principali problemi dei sistemi sanitari.
Le principali problematiche a cui dare risposta sono la mancanza di assicurazione pubblica per i servizi sanitari considerata essenziale dai cittadini, gli ostacoli burocratici e/o economici nell'accesso ai servizi, e l'impossibilità di accedere ai farmaci disponibili in altri Paesi dell'Unione europea. In questo contesto, Portogallo, Irlanda e Gran Bretagna sono i paesi che mostrano i principali problemi, mentre Austria e Grecia non ne segnalano l'esistenza. Nel caso dei due paesi che non hanno riportato la presenza di gruppi esclusi dalle cure sanitarie (Italia e Irlanda), gli intervistati confermano l'esistenza di ostacoli che nella realtà limitano alcuni gruppi di popolazione dal godere pienamente dei benefici che dovrebbero essere garantiti dal servizio pubblico. Specifiche situazioni in cui non è rispettato il diritto di accesso al servizio sanitario senza discriminazioni sono state segnalate dalle key persons e dalle organizzazioni partner di Austria, Finlandia, Germania, Irlanda, Svezia, Portogallo e Gran Bretagna.
Il Rapporto segnala anche il fenomeno esteso del blocco delle liste di attesa per uno o più esami.
Diritto alla libertà di scelta, ma l'innovazione è bloccata dal contenimento della spesa
Tutti i Paesi segnalano alcune restrizioni alla possibilità per i pazienti di scegliere dove e come curarsi:, così come il bisogno di avere un'autorizzazione per alcuni trattamenti Inoltre, in 8 dei 13 Paesi ci sono costi differenti a seconda che si usufruisca delle sanità privata o di quella pubblica. Anche la copertura assicurativa cambia notevolmente. Inoltre, in alcuni casi esistono incentivi per chi sceglie di curarsi in ospedali privati, e quindi chi non ha risorse ha solo la possibilità di essere curata in taluni ospedali.
In 7 dei 13 paesi non ci sono segnali evidenti della diffusione di tecnologie innovative. Dalla visita degli ospedali, al contrario, emergono informazioni positive. Questo probabilmente indica che, mentre nelle strutture più grandi e centrali si usano con frequenza le tecnologie innovative, nel resto del Paese la loro diffusione è ancora bassa. Così pure per quanto riguarda la ricerca medica.
Sette priorità per una politica sanitaria europea orientata al cittadino
Sulla base dei risultati del monitoraggio, Active citizenship network suggerisce alla Comunità sanitaria europea sette priorità, di cui ne indichiamo qui di seguito quattro.
1. i diritti dei pazienti devono diventare un punto di vista condiviso ed uno standard per prendere decisioni sul sistema sanitario, per le istituzioni nazionali ed europee e per tutti gli attori delle politiche sanitarie.
2. la messa in pratica del Diritti della cittadinanza attiva, fissati nella carta europea dei diritti del paziente (realizzare attività di interesse generale, realizzare attività di tutela, partecipare alle decisioni pubbliche) dovrebbero essere favorite e garantite in tutta l'Unione europea, come espressione della cittadinanza europea.
3. il finanziamento delle strutture sanitarie da parte dei governi e degli altri sostenitori deve essere subordinato alla capacità di queste stesse strutture di tutelare i diritti dei pazienti. Dovrebbero quindi essere identificati e fissati standard ed indicatori appositi cos' che il rispetto dei diritti dei pazienti diventi un vantaggio competitivo nel sistema sanitario.
4. un approccio basato sui diritti dei pazienti è indispensabile per essere al passo con nuove tendenze e situazioni emergenti nel panorama sanitario europeo. Mentre il nostro Rapporto potrebbe solo raccogliere informazioni sullo stato attuale dei diritti dei pazienti, un approccio orientato ai diritti dei pazienti è indispensabile per fronteggiare le nuove situazioni, ad esempio quelle relative alla libera circolazione e all'allargamento dell'Unione europea, o a decisione e misure definite o in via di definizione come la liberalizzazione dell'informazione farmaceutica o l'uso delle biotecnologie.
“Questo Rapporto mostra chiaramente che esiste un divario fra gli aspetti e le priorità delle istituzioni pubbliche e i principali problemi inerenti i diritti dei pazienti”, afferma Giovanni Moro, consulente per i programmi di Acn nonchè fra gli autori di questa ricerca. “Il diritto alla privacy, il diritto all'informazione ed il diritto al reclamo sono veramente centrali per le istituzioni pubbliche e quindi ricevono la dovuta attenzione; al contrario, il diritto al tempo, il diritto al risarcimento ed il diritto all'innovazione sono altrettanto centrali, ma non sembrano considerati importanti dai decisori pubblici. Noi speriamo che questo lavoro possa servire a rafforzare il dialogo fra cittadini e comunità politica”.

Fonte: vita.it