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Appello all’Iran, salviamo Fahimeh

7 dicembre 2022 – Massimo Giannini, direttore de La Stampa e Redazione – Mobilitarsi è un dovere
Adesso basta. Non possiamo più assistere silenti e indifferenti alla macelleria iraniana. In una delle più grandi repubbliche islamiche del mondo si sta perpetrando il crimine più insopportabile: la soppressione feroce della libertà, la repressione spietata del dissenso. Il regime degli Ayatollah uccide le sue figlie e i suoi figli. Non pago di aver assassinato Mahsa Amini, massacrata a 22 anni per non aver indossato il velo, la “polizia morale” di Teheran continua a bastonare, arrestare, uccidere le giovani donne che scendono in piazza, colpevoli soltanto di protestare con i capelli al vento.

Finora ne sono morte oltre 250. Più di trenta avevano meno di 18 anni. Adesso si aggiunge Fahimeh Karimi, madre di tre bambini, rinchiusa in carcere e condannata alla pena capitale senza neanche un processo. Per lei, per tutte le iraniane, per tutte le donne che ovunque combattono per difendere i loro diritti, La Stampa lancia un appello, al quale hanno già aderito centinaia di personalità della politica, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Vi chiediamo di aderire e di sostenere questo grido di dolore e di sdegno. Ci riguarda tutti, perché l’intera umanità è sconfitta ovunque vi sia un sopruso, un’ingiustizia, un diritto negato, una vita violata.

Appello per la vita di Fahimeh Karimi

Questo appello, che sta già ricevendo molte adesioni, può essere sottoscritto da chiunque nel sito di Change.org

Egregi Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore in Italia della Repubblica islamica di Iran Gholamhossein Mohseni Ejei, capo della magistratura iraniana, Antonio Tajani, Ministro degli Esteri.

Fahimeh Karimi, allenatrice di palla a volo, madre di tre bambini piccoli, è stata arrestata a Pakdasht, nella provincia di Teheran, oltre un mese e mezzo fa. L’accusa sarebbe quella di aver sferrato dei calci a un paramilitare in una delle manifestazioni che hanno fatto seguito alla morte di Mahsa Amini, la giovane di 22 anni presa in custodia dalla polizia morale iraniana, il 16 settembre scorso, per via di una ciocca di capelli che sfuggiva al suo hijab.

Karimi è stata prima detenuta nella prigione di Evin, poi trasferita in quella di Khorin.

La Stampa e i sottoscrittori di questo appello ai quali si unisce anche www.euroricette.it chiedono il rispetto dei diritti di tutti coloro che da giorni manifestano pacificamente e che nonostante questo vengono brutalmente repressi e ingiustamente arrestati. In particolare, chiediamo la decadenza immediata delle accuse e il rilascio incondizionato di Fahimeh Karimi. La pena che le è stata inflitta è umanamente, moralmente e giuridicamente inaccettabile. Oltre tutto non c’è evidenza di nessun regolare processo a suo carico e dunque, in attesa della sua scarcerazione, deve esserle assicurato un contatto costante con la sua famiglia e con un avvocato da lei scelto liberamente.

Il rispetto dei diritti umani appare in questo momento gravemente violato dalla Repubblica islamica dell’Iran. Italia e Unione europea non possono voltarsi dall’altra parte, ma devono esercitare continue e crescenti pressioni per garantire la salvezza e l’incolumità delle migliaia di arrestati nelle proteste di piazza.