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A Carnevale dolci più cari, colpa degli ingredienti con prezzi alle stelle


I prezzi all’ingrosso della farina, nonostante il calo osservato nella prima parte di febbraio (-3,4% rispetto a gennaio), rimangono più alti del +13,6% rispetto allo scorso anno. Elevati anche i costi delle uova, supportati dall’offerta limitata e dall’aumento della domanda

Dolci della tradizione più cari a Carnevale, con i costi di uova e farina aumentati dall’anno scorso. A dare informazioni sui prezzi all’ingrosso delle materie prime utilizzate per le preparazioni tipiche del periodo sono le elaborazioni di Bmti sui dati rilevati dalle Camere di Commercio secondo cui, nonostante alcuni segnali di ribasso osservati in queste prime settimane dell’anno, i prezzi rimangono su livelli elevati. In particolare i prezzi all’ingrosso della farina, nonostante il calo osservato nella prima parte di febbraio (-3,4% rispetto a gennaio) dipeso dal ribasso delle quotazioni del grano tenero, rimangono più alti del +13,6% rispetto allo scorso anno e, soprattutto, del +36,9% rispetto alla media registrata nel quinquennio 2018-2022.

Restano su livelli storicamente elevati i prezzi delle uova, supportati dall’offerta limitata e dall’aumento della domanda proveniente sia dal mercato interno che dall’estero. I prezzi delle uova (di taglia L) da allevamenti a terra, formulati dalla Commissione Unica Nazionale (CUN), sono saliti fino a raggiungere questa settimana i 2,45 euro/kg, mettendo a segno un rialzo rispetto allo scorso anno del +51,2%. Anche per il latte spot, ossia il latte venduto in cisterna al di fuori dei contratti di fornitura tra allevatori e industria, sebbene da dicembre sia stato registrato un parziale rientro dei prezzi (a febbraio -4,8% rispetto a gennaio), legato alla ripresa produttiva in Europa e al contemporaneo calo delle quotazioni delle alternative estere, i prezzi attuali restano elevati (+13,9% su base annua). Una crescita che risente ancora degli aumenti che nel 2022 erano stati causati dall’incremento dei costi di produzione (mangimi ed energia) e dalla frenata produttiva a livello continentale.

Maggiore stabilità per il burro (-24% rispetto al 2022), i cui prezzi all’ingrosso hanno registrato un vero e proprio crollo a partire da novembre 2022, dopo i valori record raggiunti nel corso dello scorso anno.

Fonte: Agi