Notizie

Riammessi i mangimi a base di pesce per l’alimentazione dei vitelli

Il Parlamento Ue ha deciso di reintrodurre i mangimi a base di pesce per l'alimentazione dei vitelli. Dopo 12 anni dallo scandalo Mucca Pazza si riammettono mangimi di origine animale da destinare ai bovini: saranno comunque solo i giovani ruminanti a consumare tali prodotti.

Il Parlamento Europeo precisa che non intende discostarsi dalle linee guida in materia sanitaria, emanate per combattere e prevenire il rischio BSE. Non si intende infatti modificare il divieto di utilizzare farine di carne e di ossa provenienti da mammiferi nell'alimentazione di bovini, ovini e caprini: la decisione presa riguarda le sole farine a base di pesce.Tali mangimi sono sempre autorizzati in Europa, a determinate condizioni, ma per gli animali non ruminanti (ad esempio i polli), e in acquacoltura. In realtà però la loro produzione (concentrata principalmente nel Regno Unito, in Irlanda, in Olanda e in Danimarca) registra una diminuzione a causa di una tolleranza zero sulla loro presenza nei mangimi per i mammiferi.

Gli europarlamentari hanno dunque permesso alla Commissione europea di intervenire sulla possibilità di estendere l'utilizzo dei mangimi a base di pesce nei vitelli e di introdurre eventualmente un margine di tolleranza per permettere la presenza di piccole quantità di farine di pesce negli alimenti per i ruminanti. Sarà comunque necessaria una valutazione favorevole dei rischi che consideri la portata della singola fonte di contaminazione e la destinazione finale della spedizione.

Il commissario Ue alla sanità e ai consumatori Markos Kyprinanou ha accolto con favore il voto del Parlamento europeo ricordando "che la situazione nella Ue sul virus della mucca pazza si è nettamente migliorato ed è tempo di adattare le regole". La prima apertura, a testimonianza della fine emergenza BSE, è stata data dal ritorno della fiorentina, dal primo gennaio 2006, mentre altre decisioni verranno prese entro la fine dell'anno. Il Parlamento europeo ha previsto anche nella nuova normativa di allineare il sistema europeo di classificazione del rischio sulla mucca pazza a quello semplificato messo a punto dall'Ufficio internazionale delle epizoozie (Oie) che fissa tre categorie: "Rischio trascurabile; rischio controllato; e rischio indeterminato". "Gli stati membri – precisa l'UE – o le loro regioni che presenteranno un rischio indeterminato" per la mucca pazza non saranno comunque autorizzati ad esportare o immagazzinare mangimi destinati ad animali di allevamento e contenenti proteine derivanti da mammiferi. Stesse regole anche per i paesi terzi che vogliono esportare in Europa.