Notizie

Listeria: comune nel salame italiano, ma in regola

Il patogeno alimentare Listeria monocytogenes è stato trovato nel 22,7% dei campioni di salame italiano analizzati nel corso di uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS)3, tuttavia con livelli inferiori alle 10 UFC (unità formanti colonie)/g.
Se si analizzano i prodotti per stabilimento di provenienza, la prevalenza di contaminazione è oscillata tra l'1,6% e il 58,3%; era inferiore al 10% solo in 5 dei 17 impianti di produzione di salame analizzati.
I sierotipi di questo batterio più frequentemente isolati sono stati 1/2c, 1/2a, 1/2b e 4b.
Sono queste le conclusioni di uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità per valutare la sopravvivenza di L. monocytogenes nel salme italiano.
Nel corso del lavoro sono stati analizzati più di mille campioni di questo prodotto, presi tra l'autunno e l'inverno del 2002 e la primavera e l'estate del 2003 in impianti di produzione immediatamente prima della vendita (dell'immissione sul mercato). I 17 impianti che hanno fornito i campioni registravano una produzione annua compresa tra 1 e 2000 tonnellate e, dal punto di vista geografico, distribuivano prodotti in più dell'80% dell'Italia.

** I limiti per Listeria monocytogenes fissati dal Regolamento 2073/2004 per alimenti come il salame sono di 100 ufc/g e quindi i risultati trovati dall'ISS sarebbero conformi alla normativa in tutti i casi.
Se questo sia sufficiente a proteggere la salute della popolazione, non è ancora del tutto chiaro.
Lo standard delle 100 UFC/g era stato fortemente sostenuto da alcuni paesi come la Germania che recentemente hanno visto un consistente aumento dei casi di listeriosi.

Fonte: sicurezza alimentare

Cos'è la listeriosi:

La Listeriosi è una malattia infettiva, trasmessa in genere con gli alimenti, che si manifesta sporadicamente in forma conclamata.

E' causata dalla Listeria Monocytogenes batterio gram positivo, aerobio, dotato di grande mobilità capace di produrre alcune tossine.

Si manifesta in genere in gravidanza o in soggetti defedati ed immunodepressi e pur trasmettendosi per via alimentare non dà sintomatologie gastroenteriche ma manifestazioni generali quali la setticemia o la meningite purulenta o infezioni intrauterine o fetali. In gravidanza ha una sintomatologia subdola, simil influenzale, con gravi ripercussioni sul feto. La diagnosi più che sulla sintomatologia si basa sull'isolamento del germe nel sangue o nel liquido cefalorachidiano o nel liquido amniotico.

I cibi incriminati sono vari: latte non pastorizzato, formaggi freschi, insaccati, verdure contaminate. Si manifesta anche negli animali, in particolare bovini, caprini ed ovini.

La terapia si giova dell'utilizzo degli antibiotici anche se in molti casi la malattia ha un esito infausto. Una valida profilassi è rappresentata dalla cottura del cibo.

(note tratte da Wikipedia)