Valašský frgál

Repubblica ceca – Le prime notizie scritte su valašský frgál Igp, un’antica torta di origine morava, risalgono al 1826. La parola “frgály” viene da una parola che nello slang significa “malfatto,” e era usata per riferirsi alle torte formate male o con altri difetti. La sua preparazione è fortemente legata a certe ricorrenze festive.

Tradizionalmente solo le famiglie più ricche potevano permettersi di portare in tavola degli frgály in una domenica comune: la maggior parte delle persone lo consumavano solo in occasione di cerimonie nuziali e altri riti solenni come i battesimi, il Natale e la Pasqua.

La pasta si prepara incorporando alla farina un po’ di zucchero, burro, tuorli d’uovo e latte. L’impasto viene amalgamato e sbattuto fino a ottenere una consistenza omogenea e liscia. Viene quindi aggiunto del lievito e l’impasto viene lasciato riposare per due o tre ore, prima di venire infine spianato in forma circolare con l’aiuto di uno strumento tradizionale, il tipico mattarello a un manico della Valacchia. Solo in un secondo tempo la pasta viene guarnita. Si possono usare pere, formaggio fresco, semi di papavero, marmellata (povidla) o noci. La superficie può venire ulteriormente insaporita con briciole di pan di zenzero o cannella in polvere.

Oggi preparare prodotti da forno in famiglia o con altre donne del villaggio è diventato molto più raro che un tempo, anche perché sempre meno persone sono a conoscenza delle ricette di tradizione.

I prodotti tradizionali, le razze locali, i saperi raccolti nell’Arca del Gusto appartengono ale comunità che li hanno preservati nel tempo. Sono stati rintracciati e descritti grazie all’impegno della rete che Slow Food ha sviluppato in tutto il mondo con l’obbiettivo di conservarli e diffonderne la conoscenza. I testi delle schede possono essere utilizzati, a fini non commerciali, senza modificarne il contenuto e citandone la fonte, ma esclusivamente per scopi coerenti con la filosofia di Slow Food.

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