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Una “Strada del Prosecco” in Australia!

E' scandaloso: occorre fare qualcosa!

“Eugenio Scalfari, dalle pagine de ‘La Repubblica’, in questi giorni ci
ricorda il celebre articolo ‘L’asino nella bottiglia’ pubblicato da
‘L’Espresso’ il 22 giugno 1958. Non saremo ai livelli di contraffazione
alimentare descritti in quell’occasione da Corbi e Zanetti, ma la ‘Strada
del Prosecco’ nel bel mezzo dell’Australia dovrebbe farci indignare in
egual misura. Policy maker, fate subito qualcosa! Il Made in Italy tarocco
sta mettendo alla gogna noi veri produttori”.

Con queste parole, in un appello ai policy maker pubblicato su
proseccobattistella.com, gli imprenditori italiani, veneti, trevigiani,
del coneglianese, Battistella, produttori di vero Prosecco doc, denunciano
di aver scoperto che, nel bel mezzo dell’Australia, esiste da qualche
giorno una vera e propria Strada del Prosecco! (guardare per credere
www.kingvalleyproseccoroad.com.au/).

“Che farebbero i produttori francesi di Champagne se ci fosse una ‘Strada
dello Champagne’ Nel bel mezzo della Tundra? Una Strada del Prosecco a
10.017 km di distanza dal distretto del Prosecco doc è uno scandalo bello
e buono. Siamo contenti che Zaia abbia firmato qualche giorno fa il
‘blocco’, misura che ci protegge e ci tutela, ma si deve fare di più a
livello internazionale, come non ci stancheremo mai di ripetere al
Ministro delle politiche agricole Romano, al Commissario Europeo Ciolos,
all’assessore Manzato, a tutti i policy maker che possono e devono fare
qualcosa. Noi siamo una casa spumantistica-boutique specializzata nella
produzione di Prosecco Doc di altissima qualità: produciamo circa 20.000
bottiglie destinate a hotel e a ristoranti di fascia alta. La concorrenza
non ci fa paura; quella sana, anzi, è uno stimolo per farci lavorare
ancora meglio. Quella che ci fa paura è la concorrenza sleale. È
quell’odioso fenomeno dell’Italian sounding, è il ‘Prisecco’ venduto negli
Stati Uniti, è la Strada del Prosecco in Australia. Beh, noi questi ‘ladri
di etichette’ non li tolleriamo più. Chiediamo maggiore tutela e maggiore
sicurezza, senza le quali è impossibile poter sopravvivere nel mercato
globale" continuano dalle pagine di proseccobattistella.com i vigneron
trevigiani.

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