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Un esame del sangue ci potrà avvertire a quali cibi siamo allergici

Con un test del sangue si potranno predire, identificare e monitorare rischi e gravità delle reazioni allergiche a determinati cibi, lo ha messo appunto un gruppo di ricerca dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù e permetterà di effettuare diagnosi sempre più sicure e accurate, sia per allergie “storiche” che emergenti allergie alimentari.

Allergie alimentari, cosa sono e quanto sono diffuse

Come spiega il nostro Istituto Superiore di Sanità (ISS), si definisce allergia alimentare la reazione avversa che si verifica quando il sistema immunitario risponde in modo specifico e riproducibile all’esposizione a un particolare alimento o dei suoi costituenti. La definizione include sia le reazioni immunitarie mediate da IgE (immunoglobuline di classe E) che quelle non mediate da IgE, così come una combinazione di entrambe.

Quando un soggetto presenta un’allergia alimentare, alcune sostanze presenti normalmente negli alimenti possono scatenare una reazione immunitaria immediata o ritardata di diversa gravità, a seconda della sensibilità dell’individuo, i cui sintomi, da lievi a potenzialmente pericolosi per la vita, possono manifestarsi da pochi minuti fino a diverse ore dopo l’assunzione dell’alimento.

Tutti gli alimenti possono indurre allergie e anafilassi – si legge ancora sul sito dell’ISS – ma i classici “big eight”, gli otto gruppi di alimenti più frequentemente in causa, sono arachidi, frutta a guscio, soja, crostacei e molluschi, pesce, latte vaccino, uova, e cereali.

La qualità della vita degli individui affetti da allergie alimentari, soprattutto se con conseguenze molto serie, può essere compromessa dalla continua necessità di escludere uno o più alimenti e, nonostante la disponibilità di numerosi studi nazionali ed internazionali, è tuttavia complesso stabilire con esattezza la prevalenza delle allergie alimentari in considerazione delle fasce di età e dei differenti fattori ambientali.

Inutile dire, forse, che questa situazione, oltre ad avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie, implica costi sanitari rilevanti sia per l’individuo che per il Servizio Sanitario Nazionale.

E a livello pediatrico, come si legge sul sito del Bambin Gesù, sta aumentando l’incidenza e complessità delle allergie alimentari che colpiscono bambini e ragazzi: infatti, accanto alle forme emergenti (allergia alle farine di insetti, al miele di melata o al latte di capra), si registra l’incremento di quelle già note come l’allergia alle arachidi, alla frutta a guscio e al latte vaccino.

Quelle all’arachide e al latte – sottolinea Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambin Gesù – rimangono le allergie alimentari più pericolose, in quanto maggiormente associate a reazioni gravi e potenzialmente fatali come l’anafilassi. In Italia, purtroppo, si registrano tra i 2 e i 4 decessi all’anno per allergie alimentari, soprattutto tra i giovani sotto i 20 anni

Il nuovo test del Bambin Gesù

La procedura messa appunto da un team del Laboratorio di Analisi Cliniche, sezione Allergologia, dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, è in grado di predire con un’analisi del sangue rischi e gravità delle reazioni a determinati alimenti.

Si tratta in particolare di un BAT test, ovvero di un test di attivazione dei basofili, una tipologia di globuli bianchi prodotti nel midollo osseo che rilasciano sostanze chimiche in risposta a reazioni allergiche e infiammatorie, come istamina ed eparina.

La procedura non espone i pazienti ad alcun rischio: il test si effettua infatti in vitro, su un campione di sangue, simulando un test di scatenamento in vivo. Di fatto vengono isolate le cellule della risposta allergica, mettendole poi a contatto con l’allergene: se il bambino è allergico, sulla superficie di queste cellule compaiono delle molecole che possono essere rilevate e “contate”.

Una diagnosi tempestiva e la presa in carico specialistica possono fare la differenza nella gestione efficace della malattia allergica – spiega ancora Fiocchi – riducendo il rischio di complicanze gravi e migliorando la qualità della vita di bambini e famiglie. […] Grazie a questo nuovo, importante strumento diagnostico, possiamo definire con maggiore precisione il profilo di rischio di ciascun bambino e individuare la strategia terapeutica più adeguata.

Fonte: Greenme.it