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Turismo italiano trainato dall’enogastronomia

Li chiamano eno-gastronauti, quei turisti che arrivano in Italia attratti dalle prelibatezze enogastronomiche dello Stivale. E creano, con la loro passione per il buon cibo ed il buon vino, un mercato da oltre cinque miliardi di euro.
La ricchezza alimentare ed enologica italiana è il vero motore del Made in Italy, sostiene la Coldiretti, che snocciola dati inconfutabili per confermare questa affermazione: l'Italia offre ben 172 prodotti tutelati dall’Unione Europea con i marchi Dop e Igp, 469 vini a denominazione Doc/Docg/Igt, 546 città del vino, 284 dell'olio, 60 del biologico, 42 del pane e 135 Strade del Vino e dei Sapori. Senza dimenticare i 4.396 prodotti tradizionali regionali che, dal Puzzone di Moena del Trentino al pane Carasau della Sardegna, completano un quadro che esprime la straordinarietà del nostro patrimonio nazionale.
Non per nulla il 63% degli italiani – due su tre, insomma – considera l’enogastronomia la vera rappresentante del Made in Italy.
E così è anche per gli stranieri, che ogni anno affollano i diciottomila agriturismi e visitano i 57.530 frantoi, cantine, malghe e cascine, dov’è possibile acquistare direttamente prodotti di ogni genere e tipo.
Ad ulteriore conferma del gradimento dei prodotti alimentari italiani da parte dei turisti stranieri, arriva una ricerca dell'Istituto Piepoli-Leonardo-Ice la quale conferma che a mantenere vivo il ricordo dell'Italia per quasi uno straniero su due (45 per cento) sono proprio il cibo e il vino “Made in Italy”. Particolarmente attratti dalle nostre specialità alimentari sono, nell'ordine, i cittadini svedesi (70 per cento) e americani (58 per cento), mentre il gradimento è più limitato per quelli cinesi (31 per cento) e per i russi (28 per cento), attratti maggiormente dai prodotti della moda.
Nuove buone ragioni per investire sull’enogastronomia, per risollevare un’economia in affanno? Certamente sì.

Alessandro Tibaldeschi