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Trieste, prima Regione ad insegnare l’Europa

A che punto siamo con il Trattato Costituzionale europeo? Quale rapporto tra la realtà dell´Euro e la strategia di Lisbona? Sono solo due dei temi che da ieri pomeriggio, per due giorni, vengono affrontati nell´Aula del Consiglio regionale, in un seminario per imparare a "comunicare l´Europa" destinato a giornalisti e comunicatori, organizzato dall´Associazione dei consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia insieme con Dialoghi Europei, con il patrocinio della presidenza del Consiglio regionale e della rappresentanza in Italia della Commissione europea, e realizzato in collaborazione con l´Ordine dei Giornalisti, l´Associazione regionale della Stampa e il Circolo della Stampa di Trieste. Dei due momenti di approfondimento odierno, sviluppati alla presenza del presidente della Regione Riccardo Illy, il primo è stato coordinato da Antonio Martini, presidente della V Commissione consiliare competente per i rapporti esterni e con l´Ue, il secondo da Sergio Dressi, presidente del Comitato per la legislazione, la valutazione e il controllo. I cittadini sentono distanti le istituzioni europee, la conoscenza delle politiche europee è scarsa, ci sono problemi di comunicazione – ha detto il presidente dell´Associazione consiglieri Bruno Longo in apertura, ricordando le iniziative che l´associazione sta portando avanti da tre anni con il Centro studi economici e sociali di Dialoghi Europei, per una sensibilizzazione dei giovani attraverso la scuola, con risultati di grande significato se si considera che nell´anno scolastico 2005-2006 vi hanno partecipato oltre cento scuole. Mentre siamo molto informati su personaggi e vicende della politica italiana, dell´Europa si parla solo in casi clamorosi, come per esempio la bocciatura del trattato da parte di Francia e Olanda – ha fatto eco il presidente di Dialoghi europei Giorgio Rossetti rivolgendo un appello a giornalisti e comunicatori a farsi mediatori attivi e competenti di questa realtà. Con l´Ue l´Europa ha fatto enormi progressi, ci ha regalato cinquant´anni di pace, ci ha aiutato ad affermare un certo rigore nei conti pubblici, ha detto Illy elencando i risultati straordinari raggiunti nell´ultimo decennio, i grandi passi compiuti, dall´unione monetaria all´allargamento a dieci nuovi membri. La costituzione europea è in stallo proprio ora che nuovi allargamenti sono necessari per avere massa critica nel confronto con i grandi competitori, che serve maggiore integrazione in termini di mercati e di servizi (dal lavoro all´assistenza sanitaria), in politica estera e nel campo della difesa – ha commentato ancora Illy sottolineando la necessità di rilanciare lo spirito europeo, facendo comprendere ai cittadini che, se sono importanti gli stati membri con la loro lingua, le loro tradizioni, i loro mercati, doppiamente importante è l´Ue per elevare il livello di competitività del sistema Europa e la conoscenza globale. Bisognerà rimettere mano al trattato costituzionale – ha avvertito Illy: occorre una Costituzione vera e propria che contenga solo le regole fondamentali dell´Ue e che costituisca un fattore di stimolo, per esempio indicando la strada verso una confederazione di stati, affrontando il nodo difficile della lingua comune. E poi gli allargamenti. Fino a dove? Per Illy, ai paesi già membri del Consiglio d´Europa: un confine non tanto geografico o storico, quanto politico. Senza accantonare a priori l´opzione di comprendere la Russia, per essere competitivi con Cina e India. Comunicare resta centrale, anche se carenti sono gli strumenti a disposizione a livello europeo: per Illy, che ha sottolineato l´importanza di un impegno della scuola sul tema Europa, il no al trattato è stato certamente per un deficit di comunicazione, ed anche perché in esso c´era non troppa ma troppo poca Europa. E di comunicazione l´Are (l´Associazione delle Regioni d´Europa) parlerà prossimamente all´assemblea generale a Palma de Maiorca. Ai lavori delle due tavole rotonde hanno partecipato i parlamentari europei Vittorio Prodi e Roberto Musacchio e l´assessore regionale Roberto Cosolini che, oltre alla competenza in materia di lavoro, formazione, università e ricerca, ha l´incarico di seguire i temi della Strategia di Lisbona.