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Sesta edizione di "Vinitaly" in Cina

Chiude i battenti, "Vinitaly" a Shangay, in Cina ed i risultati sono molto interessanti.
I prodotti agroalimentari italiani rappresentano ormai una grande opportunità, anche per attrarre i flussi qualificati del turismo internazionale.
Un mercato del vino in crescita del 20-30% annuo, di dimensioni ridotte, per ora, in quantita', ma interessanti in valore, soprattutto nelle aree metropolitane, dove si puo' ipotizzare ragionevolmente che vi sara' un boom nei prossimi anni.
Turismo, cultura, territorio, gastronomia e prodotti tipici made in Italy sono gli ambasciatori a cui spetta il ruolo di potenziare un appeal per l'Italia gia' consolidato.
E' questa la fotografia che emerge valutando i dati e ascoltando i pareri degli espositori – oltre 160 in totale – della sesta edizione di Vinitaly China, che chiude domani, con una grande degustazione di Brunello di Montalcino, la sei giorni dedicata al wine & food tricolore a Pechino e Shanghai, organizzata da Veronafiere in collaborazione con l'Ice (Istituto nazionale per il commercio estero), Progetto Origine e lo Shanghai International Exhibition Corporation. Ne e' convinto Massimo Tuzzi, export manager della Zonin, azienda leader che detiene il 6% del mercato del vino italiano in Cina (circa 1.5 milioni di bottiglie e un valore difficilmente quantificabile per i complessi sistemi di statistica in uso nella Repubblica Popolare Cinese, ma ben al di sopra comunque dei 3 milioni di euro), che ora, dopo avere gia' tre qualificati importatori sia su Pechino che nella zona di Shanghai, sta ''iniziando a prendere in considerazione l'idea di una joint-venture a livello distributivo''.
Un modo per prepararsi al meglio nella previsione che la middle class cinese elevi il proprio reddito e quindi nel paniere delle famiglie entri anche la bottiglia di vino.
Un dato significativo, secondo la ricerca Nomisma-Vinitaly del 2003 sul mercato del vino nel mondo, e' rappresentata dai canali distributivi.
Il 37% delle vendite complessive di vino in Cina passa infatti dai super-ipermercati, il 13,4% dai negozi alimentari e il 9% dai negozi specializzati, mentre il 40% dalla ristorazione e wine bar. L'area di Shanghai'', sottolinea, ''grazie anche al grande porto industriale, rappresenta un mercato molto interessante, da conoscere e valutare con attenzione per gli sviluppi futuri.

Per saperne di più: www.winechina.com