Raccolte 500.000 firme per difendere il Parmigiano Reggiano
Il Capo dello Stato Carlo Azeglio più volte ha invitato, "all'interno e all'estero, alla difesa e alla promozione dei nostri marchi" e ad affiancarlo ecco che la Coldiretti gli consegna personalmente le adesioni alla petizione popolare per proteggere il Parmigiano Reggiano dalle imitazioni e dalle truffe. Cinquecentomila firme per impedire che formaggi di imitazione con origine ignota e scarsa qualità vengano mischiati al vero Parmigiano Reggiano per il quale si è verificato un aumento delle vendite del 2,6 percento.E' questo l'obiettivo della Coldiretti che con una petizione popolare ha raccolto in pochi giorni 25mila firme di cittadini delle cinque province di produzione del "Re dei formaggi"; ieri sono state consegnate dal presidente nazionale della Coldiretti Paolo Bedoni e dal presidente della Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello al ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno. Le firme raccolte nel pentagono dell'area esclusiva di produzione compresa tra Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova hanno l'obiettivo – spiega la Coldiretti – di sostenere il nuovo disciplinare di produzione che è stato approvato da tutti i consorziati e contiene una norma che vieta di confezionare il Parmigiano Reggiano, grattugiato, a pezzi con o senza crosta, fuori dal territorio di produzione. Questo perché – precisa la Coldiretti – il confezionamento nel territorio d'origine agevola i controlli ed evita quindi i rischi di contraffazione e di truffe, dando così maggiore assicurazioni ai consumatori ed alle imprese agricole. Di fronte ai crescenti attacchi all'autenticità e alla genuinità delle produzioni – precisa la Coldiretti – occorre innalzare le garanzie a tutela del prodotto originale legandolo sempre più strettamente al territorio di provenienza. Si tratta – sostiene la Coldiretti – di tutelare il lavoro di 5.000 allevatori e di oltre 500 caseifici nei quali si realizza una produzione annua di oltre 100.000 tonnellate (circa 3.000.000 di forme) destinata per il 16,7 percento alle esportazioni.
Il Parmigiano Reggiano è uno dei simboli del Made in Italy all'estero ma anche la specialità alimentare più imitata che diventa Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sudamerica o Parmesan dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone. Basta evidenziare che – riferisce la Coldiretti – negli ultimi venti anni è quasi raddoppiata la produzione di falso parmigiano reggiano negli Stati Uniti. Nel 2004 dai caseifici statunitensi situati in Wisconsin ed in California – continua la Coldiretti – sono uscite quasi 60mila tonnellate di Parmesan, una quantità nettamente superiore al totale delle esportazioni italiane di parmigiano reggiano e grana padano nel mondo pari a poco piu' di 46mila tonnellate. E negli Stati Uniti – precisa la Coldiretti – il falso è presente in misura otto volte superiore a quella del parmigiano e del grana originali importati dall'Italia che nel 2004 hanno superato di poco le 8mila tonnellate. Se dunque l'obiettivo sul piano nazionale è una maggiore rigore nelle norme produttive a livello internazionale – conclude la Coldiretti – è necessario assicurare l'impegno dell'Unione Europea nei negoziati WTO per garantire una effettiva protezione contro l'usurpazione delle indicazioni geografiche e impedire, con l'istituzione di un registro multilaterale delle denominazioni a carattere vincolante, che il commercio internazionale dei prodotti il cui nome è legato ad una certa origine geografica sia ostacolato da inaccettabili atti di imitazione.
Fonte: Coldiretti