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Presto Dop le castagne dei Monti Cimini

Le castagne dei Cimini s'apprestano a superare l'ultimo ostacolo che le separa dalla Dop (denominazione d'origine protetta). Il ministero per le Politiche Agricole e Forestali ha infatti convocato, per il 17 marzo 2005 la cosiddetta ''riunione di pubblico accertamento'', una sorta di processo popolare durante il quale sara' possibile avanzare opposizioni alla concessione del marchio o osservazioni al disciplinare predisposto dal comitato promotore della Dop. La riunione si svolgera' a Canepina, nella sala convegni del centro polivalente ''Fabrizio De Andre'''.La coltivazione di castagne nella Tuscia e' estesa su circa 3.400 ettari e coinvolge oltre 1.900 aziende, quasi tutte a conduzione familiare. Ogni azienda dispone in media di 1,4 ettari. La coltura e' concentrata in 10 comuni: Canepina, Caprarola, Carbognano, Fabrica di Roma, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Vetralla, Vignanello, Vitorchiano e San Martino al Cimino (frazione di Viterbo).
Canepina e Caprarola sono inseriti al 100% nel perimetro territoriale della Dop, gli altri con percentuali che vanni dal 10 al 75%. Tre le varieta' che saranno accomunate nel marchio ''Castagna dei monti Cimini'': castagna domestica, marrone fiorentino e, in percentuale minore, marrone premutico. La produzione media annuale si aggira intorno ai 120mila quintali. Il prezzo al produttore condizionato da una lunga e a volte artificiosa serie di fattori, puo' oscillare notevolmente di anno in anno. Nella stagione 2005 e' andato dai 110 euro per le pezzature migliori (65-75 pezzi al kg) ai 90 euro per le pezzature piu' alte (90 pezzi al kg). Le castagne sono un prodotto assolutamente biologico, gli unici trattamenti che ricevono sono il taglio dell'erba prima dell'apertura dei ricci e, ogni cinque-sette anni, la potatura dei rami. La diffusione della coltura, quindi, costituisce anche un importantissimo presidio a tutela dell'ambiente e delle acque.
Nella stessa area sono presenti circa 7 mila ettari di castagneti cedui, dai quali proviene un legno che, dopo un periodo nero dovuto alla fine della produzione di botti da vino, e' tornato ad essere sempre piu' ricercato e, quindi, sempre piu' costoso. Il riconoscimento della Dop ''Castagna dei monti Cimini'' e' stato promosso da un apposito comitato, presieduto da Remo Parenti, dalla Comunita' Montana dei Cimini e dalla Camera di Commercio di Viterbo, con il sostengo Coldiretti, Cia e Unione agricoltori. Superato il vaglio della ''riunione di pubblico accertamento'', la pratica, munita dei pareri favorevoli della Regione Lazio e del ministero per le Politiche agricole e forestali, sara' inviato a Bruxelles per il nulla osta definitivo dell'Unione Europea. Nei giorni scorsi, un altro importante prodotto dei Cimini, le nocciole, hanno ottenuto il via libera alla concessione della Dop.