Piacenza ospita APIMELL, Mostra dedicata all’apicoltura
APIMELL 2025: “Quello apistico è un settore strategico per l’agroalimentare italiano” così Luigi D’Eramo, Sottosegretario MASAF
APIMELL, la più importante Mostra Mercato Internazionale specializzata nel settore apicoltura, è- in programma dal 7 a 9 marzo a Piacenza. Si potranno avere tutte le informazioni sull’apicoltura, le api, gli impollinatori, il miele e i prodotti dell’alveare. Un mondo legato alle api e a chi le alleva, che coniuga agricoltura, ambiente e alimentazione.
Appuntamento annuale rivolto a tutti coloro che desiderano approfondire tutte le possibili soluzioni tecniche e operative per l’allevamento e la gestione delle api, nonché per la produzione, la lavorazione e il confezionamento dei prodotti dell’alveare.
Punto di incontro fondamentale per fornire informazioni e contenuti aggiornati sullo stato dell’arte e sulle prospettive future di questo settore, attraverso un qualificato programma di convegni organizzati in partnership con le principali associazioni del settore apistico: FAI – Federazione Apicoltori Italiani, UNAAPI – Unione nazionale delle associazioni apistiche italiane, ANAI – Associazione nazionale apicoltori italiani e APAP – Associazione apicoltori piacentini.
Ampia esposizione di prodotti naturali dell’alveare per uso alimentare, cosmetico e curativo.
Non possono mancare naturalmente i consigli degli esperti per un acquisto intelligente ed un consumo sano di miele.
L’apicoltura nel nostro Paese (75.000 apicoltori e circa 1.700.000 alveari che collocano l’Italia rispettivamente al quinto e al terzo posto tra i Paesi dell’Unione Europea) ha potuto contare sulla varietà di climi, paesaggi, ambienti naturali, fiori e piante, caratteristici del nostro territorio, per prodotti unici. L’Italia è la zona di origine di Apis mellifera ligustica, nota in tutto il mondo come “ape italiana”, e vanta il primato nella produzione europea di api regine: fino a 700 mila api regine l’anno, pari a circa un terzo della produzione complessiva dell’Unione. Ma è anche zona di origine di un’altra importante sottospecie: Apis mellifera siciliana, che ha caratteristiche di adattamento al clima caldo-arido della Sicilia, particolarmente interessanti oggi, al tempo del cambiamento climatico. Cruciali per la biodiversità, le api selvatiche, sono sempre più oggetto di studio e monitoraggio. I ricercatori però sono concentrati sulle minacce all’apicoltura e alle api, acuite dal cambio climatico e dalla globalizzazione. Citiamo, ad esempio acari parassiti (per esempio il Varroa), infezioni microbiche e virali, nuovi parassiti e avvelenamenti da fitofarmaci.
La presenza del CREA e del Gruppo di Ricerca sulle Api del Centro Agricoltura Ambiente che ha raccolto l’eredità quasi centenaria dell’Istituto Nazionale di Apicoltura, hannoconsentito di ampliare nel corso degli anni le tradizionali competenze apidologiche ad ambiti quali la patologia, la nutrizione, la genetica, il biomonitoraggio, l’ecotossicologia, fino ad includere gli apoidei selvatici e la valorizzazione del miele e dei prodotti dell’alveare. Un team altamente specializzato – tra i più numerosi al mondo – di 25 persone, tra cui 13 ricercatori, impegnati in rilevanti progetti nazionali ed internazionali, in grado di intercettare e sostenere la richiesta di innovazione e conoscenza della filiera; di gestire i tre Albi nazionali (istituiti dal Ministero dell’Agricoltura) che raccolgono i professionisti legati al mondo apistico (gli allevatori di api italiane, gli esperti in analisi sensoriale del miele, i melissopalinologi) e di supportare le attività produttive e commerciali, mediante il Laboratorio Api.
“Quello apistico – dichiara il Luigi D’Eramo, il Sottosegretario MASAF con delega alle api – è un settore strategico per l’agroalimentare italiano, per il ruolo che riveste per l’agricoltura, l’ambiente, la salvaguardia della biodiversità.