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Piacciono agli Arabi i prodotti “Made in Italy”

Sedurre i palati arabi con i sapori dei tipici prodotti campani: è con questo obiettivo che otto aziende della regione, provenienti dal territorio di Napoli, Salerno, Avellino e Caserta, sono impegnate oggi e domani a Dubai nell’ambito della mostra autonoma “Emirati Arabi Uniti” organizzata nella città araba dall’Ice. Pasta, olio e mozzarella di bufala saranno i prodotti offerti agli operatori locali durante la rassegna per cercare di consolidare le esportazioni in un mercato che offre ottime opportunità d’affari grazie alla ricchezza diffusa, alle rete di infrastrutture e alla presenza di alberghi e ristoranti di alto livello.Gli Emirati Arabi costituiscono un territorio appetibile per il commercio estero sia per la rete di infrastrutture che negli utlimi anni ha acquisito via via efficienza, sia per la folta presenza di alberghi e ristoranti di alto livello che ospitano spesso occidentali in viaggio d’affari. Tant’è che secondo la classifica stilata dal settimanale specializzato “The Economist”, Abu Dhabi è la prima città mediorientale con la maggior presenza di uomini d’affari ed è al sessantesimo posto nella classifica generale piazzandosi davanti a Londra.
La maggior parte delle aziende campane presenti alla rassegna ha già un mercato dell’export molto sviluppato sui tradizionali mercati occidentali. Con l’area araba i contatti sono stati fin qui sporadici, nella maggior parte dei casi: la partecipazione alla rassegna, ha dunque come principale obiettivo proprio quello di intessere rapporti commerciali più stabili con partner dell’area mediorientale.
“Da circa otto anni — racconta il responsabile export dell’oleificio Basso Antonio Gottardo, una delle otto aziende partecipanti — abbiamo già dei rapporti commerciali con il Kuwait, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Siamo stati dei pionieri in quella zona, abbiamo cominciato con vendite-spot e stiamo continuando su questa strada.
Allo stato, purtroppo, non possiamo affermare che l’olio d’oliva campano abbia sedotto gli arabi. Soffriamo la concorrenza degli oli locali di prezzo minore e bassa qualità. Ora, con questa fiera — aggiunge – cercheremo di convincere gli arabi che l’olio d’oliva italiano, e in particolare quello campano, è il migliore del mondo. Più che sulla popolazione locale però – chiarisce Gottardo – cercheremo di puntare su alberghi e ristoranti che ospitano spesso uomini d’affari e quindi dovrebbe essere maggiormente interessati alla qualità e all’eccellenza”.
Parte alla conquista del mercato arabo anche la mozzarella di bufala, altro prodotto simbolo della gastronomia campana.
“Vendiamo la nostra mozzarella nei Green House Supermarket, una catena locale – dichiara Giuseppe Lanna, titolare insieme al fratello Antimo della Buona Cremeria di Nonna Vicenza, azienda del casertano presente alla rassegna – ma le vendite non sono sui livelli d’eccellenza che invece riscontriamo negli altri Paesi. In Europa e in America la mozzarella di bufala campana è un prodotto che si sponsorizza da solo e che sta arrivando sempre più lontano grazie alle innovative tecniche di conservazione che garantiscono la freschezza fino a venti giorni. A Dubai offriamo assaggi gratuiti agli operatori locali presenti. Sono sicuro che ne li conquisteremo”.
Far entrare i prodotti alimentari campani nella dieta mediorientale non sembra comunque un compito agevole.
“La nostra azienda produce pomodori pelati e legumi – dichiarano dalla Bruma Beans — negli Emirati Arabi tenteremo di proporre soprattutto i legumi, un prodotto maggiormente usato nella cucina araba rispetto ai pomodori e per il quale siamo già avvantaggiati partendo già con un contatto locale”.
Batte invece per la prima volta il mercato arabo la Basile Srl, azienda specializzata nella produzione di frutta secca: “Per noi – sottolinea Francesco Basile – la mostra è senza dubbio un’opportunità unica per allargare ulteriormente le prtospettive d'internazionalizzazione della nostra azienda in un territorio dove ancora non siamo presenti. Intendiamo soprattutto far conoscere i prodotti alimentari radizionali del made in Italy in Paesi diversi dal nostro per cultura e stile di vita. Ci auguriamo – conclude Basile – che possa essere l'inizio di una proficua collaborazione con un mondo decisamente affascinante da cui potremmo trarre nuove opportunità di business”.

Fonte: Il denaro