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Multe per chi vende la “Focaccia di Recco” senza il rispetto del Disciplinare

Iniziano i controlli a tutela dei prodotti Dop, Igp e Stg

Un punto vendita della Grande distribuzione in Liguria è stato multato con diverse migliaia di euro per aver venduto un prodotto che né si può surgelare né si può commercializzare al di fuori dell’area di Recco.

È passato un mese quasi preciso dal Focaccia Day, e cioè dal giorno in cui sono stati consegnati i primi attestati per la “Focaccia di Recco col formaggio” Igp sancendo la validità giuridica della certificazione europea. Ed è a un mese preciso che i primi controlli dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), hanno iniziato a farsi sentire. Colpendo i primi esercenti “colpevoli” di non aver applicato, in fase di produzione e vendita del prodotto, i dettami del disciplinare. Secondo la norma possono utilizzare il termine “Focaccia col formaggio di Recco” solamente fornai, ristoratori e panificatori che operino nel territorio delimitato dal disciplinare (comuni di Recco, Avegno, Sori e Camogli). Inoltre al punto 3 comma 6 dei disciplinare (il più controverso in fase di approvazione) si dice che «sono vietati trattamenti di pre-cottura, surgelazione, congelazione o altre tecniche di conservazione».

In questo primo periodo, una mezza dozzina di esercenti fino a oggi fuori dalla Liguria (sicuro un caso a Domodossola e un altro a Mondovì) sono incappati in un verbale per aver venduto focaccia con il riferimento a Recco (ma anche il termine “recchese” “alla recchese”, “recchelina” o simili sono vietati).