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L’agroalimentare campano minacciato dai rifiuti

La Mozzarella di Bufala DOP minacciata dai rifiuti

Sembra quasi paradossale parlare di minaccia rifiuti per la Mozzarella di Bufala DOP, eppure le cose stanno proprio così.
L’emergenza ormai cronica che attanaglia la zona di Napoli non riguarda più soltanto quei poveri cittadini che sono letteralmente assediati dalla spazzatura, dalle esalazioni nocive o che non possono più far andare a scuola i propri figli a causa delle strade bloccate dai sacchi di immondizia, ma addirittura le pregiate produzioni alimentari campane.
Il problema, sollevato dalle associazioni di categoria, è particolarmente grave: sembra infatti che la reputazione di diversi prodotti molto apprezzati in tutto il mondo – dal limone di Sorrento al pomodoro San Marzano, dal vino Fiano di Avellino alla mozzarella di bufala – sia stata intaccata dalle immagini delle strade di Napoli inondate di immondizia che, facendo il giro del mondo, hanno provocato l’annullamento di commesse da parte di ditte italiane e straniere per diversi milioni di euro. A detta della Coldiretti campana, l’incidenza di questi annullamenti – che avrebbe colpito anche il settore agrituristico – sarebbe di circa il 30% del fatturato.
Per questa ragione è allo studio una richiesta di risarcimento per i danni subiti dalle imprese e dall’intero settore agroalimentare regionale. La Coldiretti, inoltre, sembra aver anche avviato una raccolta di firme per l’avvio di urgenti interventi di recupero ambientale per salvare il territorio dall’impatto devastante che avrebbe la persistente presenza di rifiuti sul territorio. Attualmente le firme sarebbero circa centomila.
Per voce dei suoi responsabili, l’associazione ha dichiarato ai media: «Con il clima sociale sconvolto e la situazione grave dal punto di vista ambientale si sta ora verificando un effetto valanga sull´economia campana che fonda buona parte del suo successo sul turismo e sulla buona tavola, grazie alle bellezze storiche, naturalistiche e gastronomiche. Con 135mila imprese e 10 miliardi di valore della produzione agricola in Campania si prefigura un danno economico insostenibile con la perdita di posti di lavoro, e la Coldiretti sta cercando di affrontare insieme ai Consorzi di Tutela delle produzioni tipiche del territorio quest’ingente danno. I condizionamenti di natura psicologica sui comportamenti di acquisto stanno penalizzano i prodotti Made in Campania dell´agroalimentare, mentre crescono i timori che senza un intervento di smaltimento adeguato dei rifiuti si possano verificare a breve fenomeni di inquinamento del territorio, nonostante l´importante assicurazione del Ministero della Salute secondo il quale “non si rilevano danni alla salute attribuibili all´attuale emergenza rifiuti in Campania”».
Ora la preoccupazione maggiore degli agricoltori e quindi dei produttori della Mozzarella di Bufala DOP, è quella di evitare che venga ulteriormente alimentato l’effetto domino che ha portato agli annullamenti di molte consegne, causati dal timore di acquistare e portare sulle tavole nazionali ed estere mozzarelle contaminate dalla diossina.
A questo proposito è necessario rassicurare i consumatori, rilanciando le affermazioni della Confagricoltura, la quale nei suoi comunicati afferma che i prodotti che arrivano in tavola sono selezionati e analizzati, quindi sani, proprio come hnno già provveduto a dichiarare i responsabili del Ministero della Salute.
La preoccupazione resta molto alta, non tanto per il rischio di cibi danneggiati (rischio escluso, appunto, dalle fonti più autorevoli), quanto per l’effetto sull’immagine di un’economia locale che fa molta leva sulle sue eccellenze alimentari, sulle quali si appoggia un’intera filiera, a partire dalla pizza. La sola Mozzarella di Bufala DOP, infatti, costituisce il 13,7 per cento dell’intera produzione casertana (fonte Confagricoltura), mentre il sistema Campania è costituito da 14 prodotti a denominazione o ad indicazione di origine protetta (Dop/Igp), 29 vini Docg, Doc e Igt, 329 prodotti tradizionali censiti dalla Regione, il cui 25% di superficie è costituita da parchi, nella quale sono presenti 13 città del biologico, 40 del vino, 30 dell´olio e 4 del pane, oltre a sedicimila ettari di territorio coltivati a biologico e 734 agriturismi. Un valore aggiunto che merita la giusta tutela in materia ambientale.

Alessandro Tibaldeschi