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La vera pizza napoletana avrà il marchio Stg

Dopo polemiche e rivalità, l’accelerazione imposta dal Ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali ha portato a uno storico risultato: la proposta di riconoscimento da parte dell’Ue della pizza napoletana Stg, ''Specialità tradizionale garantita”.
Cosi interviene Rosario Lopa, Presidente del comitato ministeriale per la tutela e promozione della Pizza StG, in merito alla notizia uscita in questi giorni sulla possibilità del riconoscimento del più prestigioso prodotto napoletano. Si tratta di un passo decisivo verso la protezione del prodotto italiano napoletano e-sottolinea Lopa- imitato ovunque e offerto con ingredienti spesso frutto di fantasia. E si tratta anche di una ulteriore conferma dell'impegno della Direzione Generale della Qualità del Mipaaf , guidata dalla dr.ssa Laura La Torre, per la tutela della qualità e tipicità delle produzioni italiane. Ma dopo questo traguardo italiano, ora puntiamo a raggiungere quello europeo. Ora in tempi brevi – prosegue l’esponente del Mipaaf – stiamo studiando la possibilità che le attività di formazione dei pizzaioli siano previste e opportunamente vagliate dal Dipartimento della qualità e dei servizi dell'agroalimentare istituito presso il Mipaaf. La pizza- ribadisce l’esponente del Mipaaf- è il piatto più amato ed imitato nel mondo. Le associazioni di riferimento del settore hanno combattuto una lunga battaglia, iniziata nel 1984, per far riconoscere la peculiarità della lavorazione e la genuinità degli ingredienti. Desidero, a tal proposito, sottolineare che simili obiettivi sono il frutto delle iniziative dei consorzi di produttori; dove infatti non c'è registrazione si deve alla mancanza di inziative, e evidenziare lo sforzo organizzativo del presidente dell’Associazione Verace Pizza, Antonio Pace e del Presidente dell’ Associazione Pizzaioli, Sergio Miccù. L’aspetto che trovo più interessante nella vicenda del riconoscimento dell’Stg alla pizza – si sofferma Lopa – è lo spazio che nella Gazzetta Ufficiale è dedicato ai dettagli: le modalità di realizzazione della pizza, la qualità e le dosi degli ingredienti, i tempi di lavorazione e di cottura. Le pizze autentiche saranno di tre tipi: margherita, margherita extra (mozzarella di bufala e pomodorini al posto del fiordilatte e dei pomodori pelati, ndr) e la marinara (la prima vera pizza prodotta a Napoli, aglio olio pomodoro ed origano, ndr). Sono questi particolari che fanno la differenza, specialmente quando si parla di qualità. Il futuro dell'Europa- conclude il Presidente del comitato Lopa – sta proprio nel rispetto della diversità. Ogni terra ha le proprie produzioni. Bisogna quindi promuovere e tutelare i diritti di un popolo e di una storia, partendo proprio dall’agroalimentare che costituisce un patrimonio ineguagliabile del nostro Paese e un patrimonio che ci rende concorrenziali sul mercato internazionale. Avevamo già vinto la nostra battaglia per la difesa del prosciutto di Parma e per la mozzarella di bufala. Oggi possiamo dire di aver ottenuto un altro grande successo tutelando la pizza e quindi i diritti e la storia delle capacità gastronomiche del popolo Napoletano e Campano .

Roma 21 agosto 2006