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La dieta mediterranea si aggiorna: carne due volte a settimana, più cereali e frutta meno formaggi stagionati

Gli esperti del settore hanno presentato una diversa composizione del paniere degli alimenti rivisti alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e delle abitudini alimentari e degli stili di vita

La carne? Anche se bianca, come quella di pollo e tacchino, non va consumata più due volte a settimana. Meglio preferire cereali integrali e legumi e introdurre la frutta secca come spuntino. I formaggi stagionati e i salumi andrebbero consumati saltuariamente, così come le patate, e l’unico olio consigliato è quello extravergine d’oliva. E’ quanto prevede la nuova versione della piramide alimentare che sintetizza i principi della Dieta Mediterranea proposta nell’ambito del 45° congresso nazionale della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu), in corso a Salerno. Questo modello alimentare, riconosciuto come Patrimonio culturale immateriale dall’UNESCO nel 2010, va dunque aggiornato. Gli esperti del settore hanno presentato una nuova elaborazione grafica e una diversa composizione del paniere degli alimenti rivisti alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e delle abitudini alimentari e degli stili di vita contemporanei.

I benefici per la salute e la scarsa adesione dei giovani

“La Dieta Mediterranea – spiega la professoressa Anna Tagliabue, presidente della Sinu – non è solo un regime alimentare, ma uno stile di vita che include competenze, conoscenze e tradizioni, nel rispetto del territorio e della biodiversità. È ampiamente dimostrato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea è associata a numerosi benefici per la salute, in primis la riduzione della mortalità e la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili, come malattie cardiovascolari, diabete, cancro e malattie neurodegenerative. Nonostante ciò, assistiamo a una scarsa adesione, soprattutto tra le giovani generazioni”. Serve dunque un cambio di passo che coniughi la tradizione con le nuove evidenze scientifiche. “Il nostro modello – afferma il professor Francesco Sofi, membro del Comitato Scientifico della Sinu e direttore della Sod Nutrizione dell’Aou Careggi di Firenze – è il primo del genere proposto da una società scientifica e può costituire una base per le linee guida. il modello aggiornato prevede un’enfasi ancora maggiore sugli alimenti di origine vegetale, in particolare frutta, verdura e olio extravergine di oliva, insieme alla promozione di cereali integrali e legumi, come principali fonti nutritive. Incoraggia un approccio misurato al consumo di alimenti di origine animale, in particolare limitando il consumo di carne rossa e lavorata e orientando verso schemi alimentari più sostenibili”.

Moderazione su carne e insaccati

La base della piramide rimane sostanzialmente la stessa. “Per alcuni alimenti, però, abbiamo elaborato indicazioni differenti rispetto al passato. Ad esempio, l’olio da consumare deve essere sempre quello extra vergine di oliva per le sue preziose proprietà organolettiche e salutari, mentre le patate, che hanno un alto indice glicemico, andrebbero mangiate al massimo una volta a settimana”, specifica Sofi. Le pietanze a base di carne andrebbero consumate con meno frequenza. “La carne, anche quella bianca – aggiunge Sofi – va bene un paio di volte a settimana, non di più. Ci vuole moderazione anche con gli insaccati, che contengono molto sale e additivi. Sarebbe poi opportuno introdurre un po’ di frutta secca come snack, al posto di altri prodotti processati, ridurre gli zuccheri e il sale e stare molto attenti al consumo di alcol. Un bicchiere di vino rosso ai pasti è accettabile, ma l’abitudine di bere solo nel weekend quantità elevate, come succede spesso tra i più giovani, va evitata. E’ infatti scientificamente provata la correlazione tra l’assunzione eccessiva di alcool e l’insorgenza di alcuni tumori”. Fonte: © Società Italiana di Nutrizione Umana, 2025.

Le abitudini alimentari di bambini, ragazzi e adulti

Recenti studi hanno analizzato l’aderenza alla Dieta Mediterranea della popolazione di diversi paesi mediterranei, evidenziando un trend negativo. “In particolare, gli alimenti di origine vegetale, tra cui frutta, verdura, legumi e persino cereali integrali, sono sottorappresentati nelle diete dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, il consumo di altri importanti componenti della dieta, come il latte e i prodotti lattiero-caseari, non è adeguato rispetto alle linee guida nutrizionali, delineando, quindi, il rischio di carenze nutrizionali”, evidenzia Sofi, primo autore dello studio “Mediterranean diet: Why a new pyramid? An updated representation of the traditional Mediterranean diet by the Italian Society of Human Nutrition”. In Italia, secondo quanto riportato nel documento, il 9% di bambini e adolescenti dichiarano di non mangiare mai verdure, il 7% frutta, il 26% alimenti a base di cereali integrali, il 14% latte e latticini, mentre il 47% dichiara di consumare più di tre porzioni di carne a settimana. Non va meglio con i giovani universitari e con gli adulti. Un’indagine che ha analizzato le abitudini di più di 2.000 studenti italiani evidenzia un’aderenza medio-bassa alle indicazioni della Dieta Mediterranea, pari al 72%. Così come uno studio che ha coinvolto più di 800 persone rappresentative della popolazione italiana ha registrato un’aderenza dell’80,4%. “Mentre il consumo di alcuni alimenti tradizionali è quasi completamente conservato anche al giorno d’oggi – specifica Sofi -, come, ad esempio, il consumo di olio d’oliva, il consumo di frutta e verdura, cereali integrali, latte e latticini e legumi sta diminuendo soprattutto tra le giovani generazioni e non è adeguato alle linee guida”.

Uno strumento per l’educazione alimentare

La Sinu ha sviluppato la nuova rappresentazione grafica della Piramide alimentare per favorire una maggiore applicazione dei principi della Dieta Mediterranea che diventa una guida completa per adottare uno stile alimentare sano e sostenibile e, allo stesso tempo, uno strumento per attività didattiche e per campagne educative. “La decisione di procedere a un aggiornamento delle precedenti versioni della piramide – sottolinea la professoressa Tagliabue – è stata stimolata da nuove e importanti evidenze scientifiche sul legame tra Dieta Mediterranea e patologie croniche, nonché dal documento FAO-OMS sulle diete sane e sostenibili e dal rapporto della commissione EAT–Lancet sui sistemi alimentari sostenibili. Sono stati considerati anche due documenti ufficiali italiani: le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana emanate dal CREA – Centro di ricerca Alimenti e nutrizione e i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti per la popolazione italiana (Sinu, Larn – V revisione)”. Questa nuova versione della piramide nasce dunque come uno strumento pratico e lungimirante per orientare le scelte alimentari del presente e del futuro, tutelando la salute delle persone, valorizzando le tradizioni culturali e affrontando le sfide ecologiche e nutrizionali del nostro tempo.

Autrice: Francesca Indraccolo

Fonte: Ilsole24ore