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In futuro le Aziende agricole saranno “multifunzionali”

L´azienda agricola del futuro?
Non si accontenta di produrre alimenti, ma li trasforma e li vende. Inoltre eroga servizi ambientali e turistici, si occupa di sviluppo sociale e culturale, di qualità alimentare come di servizi alla persona. Ed è anche capace, con le biomasse, di provvedere da sola al suo fabbisogno energetico. Mutlifunzionalità: è questa la parola chiave per comprendere la direzione verso cui si muove il nostro settore primario. E proprio questa prospettiva di integrare, nell´azienda agricola, funzioni produttive con funzioni sociali, culturali e ambientali, che è stata al centro di un convegno svoltosi ieri a Roma, Palazzo Rospigliosi, in occasione del quale sono stati presentati i risultati del progetto interregionale di ricerca “Multidim”, sulla multifunzionalità, un progetto che la Regione Toscana, attraverso l´Arsia (Agenzia regionale per lo svilup po e l´innovazione in campo agricolo, ha guidato come capofila e cui hanno partecipato anche le Regioni Lazio, Marche, Umbria e Sicilia. “Sapete quali sono le aziende che stanno sopportando meglio questa fase di crisi? Sono quelle che in questi ultimi anni hanno ampliato e diversificato le loro funzioni – ha evidenziato Maria Grazia Mammuccini, direttore dell´Arsia. “Questa reattività di fronte a fasi congiunturali negative – ha aggiunto – è già un indice delle necessità sempre più impellente per le aziende agricole di allargare le loro funzioni per avere nuove opportunità di reddito e per meglio inserirsi nel proprio tessuto sociale e ambientale”. Che si tratti di un filone promettente per l´agricoltura lo dimostrano anche i riscontri effettuati nell´ambito della ricerca (che è stata coordinata dall´Università di Firenze, Dipartimento di economia agraria) su u na cinquantina di aziende che già sperimentano la multifunzionalità (17 di queste sono in Toscana, 9 in Umbria, 10 nelle Marche, 8 nel Lazio e 4 in Sicilia). Quasi tutte queste aziende sono soddisfatte dei risultati ottenuti anche dal punto di vista economico (solo il 4% li considera insufficienti). La quasi totalità delle aziende ha investito nella qualità dei prodotti (il 56% ha una certificazione Dop o Docg) ma ampliando l´azione dalla produzione alla trasformazione e al confezionamento di carni, latte o frutta (63%), alla vendita diretta (69%). Inoltre, tra le funzioni svolte risulta l´ agriturismo (44%), l´attività didattica (46%), funzioni di gestione del territorio (21%). Il 15% delle aziende accanto ai tradizionali prodotti agricoli, produce anche energia da biomasse. Che questa aziende guardino al futuro lo indica anche l´età media dei conduttori: raramente superano i 40 anni. Infine, quasi tutti, oltreché dei risul tati economici sono soddisfatti della qualità di vita che consente una azienda agricola multifunzionale: per l´87 è buona o ottima. Se questi casi studio permettono di offrire elementi di concretezza, la ricerca nel suo insieme permette di identificare un insieme di strategie operative e di strumenti applicativi capaci di permettere a ciascuna azienda di poter verificare e sperimentare le condizioni e la fattibilità di ogni ampliamento o integrazione di funzioni. Ma questa sfida, oltre che per le aziende, vale anche per le istituzioni che devono indirizzare le loro politiche in questa direzione. “In questo senso – ha concluso Maria Grazia Mammuccini – questo progetto esprime già un segnale chiaro: lo hanno realizzato in sinergia cinque regioni che ora mettono a disposizione di imprenditori, operatori, amministratori uno strumento concreto per verificare in che modo un´azienda nel suo contesto possa orientarsi verso la multifunzionalità”.