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Il senso della fame dipende da un neurone

Milano – E' stato individuato nel cervello un interruttore che regola l'appetito e di conseguenza determina le variazioni di peso. Attraverso uno studio sui topi, un team di ricercatori americani ha evidenziato l'azione di un tipo di neuroni essenziali per accendere o spegnere la fame.
Lavorando sui roditori (il cui appetito è controllato da meccanismi molto simili a quelli umani), gli scienziati diretti da Serge Luquet dell'Università di Washington hanno scoperto che i topi, privati di questi neuroni, smettevano di mangiare e dimagrivano rapidamente. Non solo. Nello studio pubblicato sulla rivista Science si è visto che l'assenza dei neuroni "della fame" influenza solo il comportamento alimentare, se queste cellule vengono rimosse su esemplari adulti.
La ricerca, condotta nel laboratorio dell'Howard Hughes Medical Institute, ha rivelato inoltre che, se i neuroni sono eliminati in topolini neonati, i loro cervelli in fase di sviluppo trovano un modo per compensare il "vuoto" e gli animali crescono mangiando normalmente.
A elaborare i segnali fisici relativi a fame e sazietà è un piccolo gruppo di circa 5.000 cellule in una regione del cervello detta nucleo arcuato. Ormoni come insulina e leptina "informano" il nucleo arcuato sul fatto che il corpo ha scorte sufficienti di calorie e nutrienti e il cervello impiega queste informazioni per decidere se è il caso di mangiare o di consumare l'energia.
Due tipi di neuroni, che riconoscono e rispondono a questi segnali, sono stati da tempo individuati nel nucleo arcuato. I primi (detti "Pomc"), spediscono segnali alle altre parti del cervello per ridurre l'appetito (tanto che i topi con neuroni difettosi mangiano troppo e diventano obesi). Gli altri neuroni, detti Npy/Agrp (perché producono due proteine: Npy e Agrp) sono stati a lungo sospettati di essere la "controparte" dei primi e di agire per stimolare l'appetito.
Ma fino a oggi gli esperimenti genetici non avevano dimostrato il loro ruolo, così erano stati messi da parte e considerati non molto importanti. Questo non è vero, come sottolinea Richard Palmiter, uno dei ricercatori che ha dimostrato come queste cellule siano essenziali per regolare l'appetito e il peso corporeo. Eventuali test sull'uomo, secondo Palmiter, darebbero risultati analoghi, perché i "circuiti in ballo" sono gli stessi.

Fonte: La Repubblica