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Il Consiglio dell’Ue ha approvato la nuova normativa su Dop e Igp

Via libera del Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Unione Europea alle norme sulla registrazione delle denominazioni di origine protette (DOP), delle indicazioni di origine protette (IGP) e delle specialità tradizionali garantite (STG). Con questa nuova normativa, l’Unione europea ha adottato una procedura di registrazione delle DOP e delle IGP più efficace e pienamente compatibile con le norme dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Stati Uniti e Australia avevano richiesto una riforma della normativa europea perché ritenevano che le Dop e le Igp fossero usate come strumenti protezionistici a disposizione dell’Unione europea. Il Panel internazionale ha dato ragione all’Europa, chiedendo però che si riconoscessero nella legislazione comunitaria gli stessi livelli di protezione anche per le denominazioni di origine controllata dei prodotti extraeuropei in applicazione del principio di reciprocità di trattamento.Contrastanti i giudizi in merito alla nuova normativa. Per quanto riguarda la Coldiretti, essa “deve garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatori sull’origine degli alimenti con particolare riferimento a quelli di provenienza extracomunitaria, che devono avere le stesse garanzie di sicurezza alimentare di quelli europei. E la Commissione Europea deve ora dimostrare abilità negoziale nel far valere a livello internazionale i passi in avanti compiuti al fine di garantire reciprocità, nel rispetto della proprietà intellettuale delle denominazioni contro le falsificazioni e l'agropirateria. Contro i pirati del cibo che falsificano l’identità territoriale degli alimenti sul mercato globale ostacolando il commercio leale, l’Unione Europea deve ora ricercare un’alleanza anche con i paesi in via di sviluppo per spingere il Consiglio del Wto (World Trade Organization) a prendere misure appropriate entro il 31 luglio 2006, come previsto dalla VI Conferenza Ministeriale chiusasi a Hong Kong. Entro questa data il Consiglio del Wto deve infatti esprimersi sulla possibilità di estendere la protezione delle indicazioni geografiche oltre che ai vini e agli alcolici anche ad altri prodotti, come formaggi e salumi ma anche caffè, cacao o altro. Occorre stringere i tempi per rafforzare il fronte di quanti sono interessati alla tutela dei prodotti a indicazione geografica guardando anche ai paesi meno sviluppati dove cresce la consapevolezza di difendere le proprie produzioni tradizionali dalle imitazioni che vanificano importanti opportunità di sviluppo sostenibile.
Perplessità e riserve sono espresse dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori). Essa aveva mostrato un atteggiamento critico nei confronti di una revisione avviata dalla Commissione europea per adeguare il Reg. 2081/92 alle decisioni del Panel Wto in materia di tutela delle denominazioni a livello mondiale: vista l’importanza rivestita dalla materia a livello europeo, la Cia avrebbe preferito che si fosse avuto un dibattito e un approfondimento ben maggiori, svolti con l’effettivo concorso dei paesi membri e con l’attiva partecipazione dei produttori che a tale sistema partecipano.
La Cia condivide l’obiettivo dell’internazionalizzazione del sistema europeo di tutela delle denominazioni e l’effettiva partecipazione ad esso di produttori di Paesi terzi. Si tratta di un traguardo di primaria importanza che oltre ad adempiere alle richieste del Panel del Wto, fa crescere quella cultura di conoscenza e rispetto delle Dop e Igp, che non può non essere alla base anche di una effettiva tutela dei nostri prodotti sui mercati internazionali. La revisione della normativa doveva pertanto essere strettamente finalizzata a questo obiettivo.
Il testo della Commissione, però, allargando i suoi obiettivi ad una revisione più complessiva del sistema delle Dop, Igp ed Stg, ha presentato fin da subito, secondo la Cia, delle aree di criticità, che l’accoglimento di successivi emendamenti, presentati in specie dai rappresentanti italiani, non ha del tutto eliminato.
La Cia, pertanto, giudica questo intervento sull’evoluzione normativa di un sistema importante come quello delle Dop, delle Igp e delle Stg, come un’occasione mancata per completare e rendere più funzionale tale sistema che per il nostro Paese, leader in Europa, riveste un’importanza fondamentale.
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