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I benefici delle arance: la vitamina C per mantenere sani muscoli, pelle e vasi sanguigni

di Cristina Marrone

Non ci sono prove che la vitamina C curi influenza e raffreddori, ma consumare agrumi in modo regolare aiuta ad accorciare la durata della malattia.

Arance e pompelmi sono dolci e succosi in inverno, quando le condizioni meteorologiche sono ideali per la loro maturazione. I loro nutrienti rinforzano il sistema immunitario, aiutando l’organismo a guarire quando attaccato da virus o batteri.

La vitamina C

Gli agrumi sono famosi per il loro contenuto di vitamina C. Un’arancia navel contiene 83 milligrammi di vitamina C e mezzo pompelmo rosso ne contiene circa 46. Entrambi i frutti possono contribuire a raggiungere i 75-90 milligrammi al giorno raccomandati. La vitamina C è un nutriente essenziale perché il corpo non è in grado di produrla da solo e concorre a formare le cellule che compongono il sistema immunitario oltre che aiutarlo a intercettare e combattere le infezioni. La vitamina C contribuisce anche alla guarigione delle ferite e alla crescita dei tessuti, quindi mantiene sani la pelle, i muscoli e i vasi sanguigni. Inoltre questo nutriente aiuta il corpo ad assorbire il «ferro non eme», che è il ferro proveniente da alimenti di origine vegetale come lenticchie e spinaci.

Un aiuto al sistema immunitario

Non ci sono prove che la vitamina C possa curare raffreddori e influenza. Assumere vitamina C durante il raffreddore non avrà grandi effetti sulla guarigione. Tuttavia, assumere regolarmente la dose giornaliera raccomandata di vitamina C, anche quando si è in salute, può aiutare il sistema immunitario a svolgere bene il suo lavoro, e questo potrebbe accorciare la durata di un raffreddore, quando arriva. Una meta-analisi del 2013 ha scoperto che assumere almeno 200 milligrammi di vitamina C al giorno aiutava a sconfiggere il comune raffreddore circa l’8% più velocemente. Questa analisi si è concentrata però sulla vitamina C degli integratori e non degli agrumi. «È però meglio assumere la vitamina C attarverso il frutto intero – spiega Stefano Erzegovesi*, psichiatra e nutrizionista – perché in questo modo si ottengono altri benefici nutrizionali come le fibre, amiche dell’intestino, acqua idratante e altri micronutrienti che non si troveranno nelle pastiglie».

Antiossidanti contro l’infiammazione

L’infiammazione cronica può aumentare il rischio di cancro, malattie cardiache e diabete. «La vitamina C contenuta negli agrumi è un antiossidante che aiuta a limitare l’infiammazione. Gli agrumi contengono anche altri composti come i carotenoidi, che possono agire come antiossidanti. Oltre all’effetto sul sistema immunitario e sul miglioramento nell’assorbimento del ferro, la vitamina C fa bene alla pelle, migliorando la sintesi del collagene»

Meglio il frutto intero

«Bere una spremuta d’arancia è salutare, tuttavia è una scelta migliore optare per il frutto intero per valorizzare la presenza di una miriade di sostanze che hanno un effetto sinergico sull’azione della vitamina C. Il frutto intero sta ad un’orchestra sinfonica come la compressa di vitamina C sta ad un singolo solista. Per quanto bravo sia il solista, l’effetto finale (il suono) sarà molto diverso» suggerisce Erzegovesi

Quando si spreme un agrume si finisce per perdere una parte della sua fibra benefica e poiché ci vogliono più frutti per un bicchiere di succo, in genere si consumeranno più zuccheri e calorie quando lo si beve.

Le precauzioni per il pompelmo: l’interazione coi farmaci
Con il pompelmo è necessario fare molta attenzione all’interazione con i farmaci. Il pompelmo infatti, bloccando un enzima che aiuta a metabolizzare alcuni medicinali, crea un effetto di sovradosaggio con il rischio di effetti colaterali, anche gravi.

Sono numerose categorie di farmaci sono coinvolte in queste interazioni, tra cui le statine, utilizzate per ridurre il colesterolo, e gli immunosoppressori, fondamentali in molte terapie post-trapianto. Altri medicinali frequentemente citati sono i calcio antagonisti, impiegati per il trattamento dell’ipertensione e di altre patologie cardiovascolari, e gli antiaritmici, che regolano il battito cardiaco. In altri casi, come comuni farmaci per la tiroide il pompelmo può avere un effetto opposto, bloccando l’assorbimento del farmaco. «È dunque importante chiedere al nostro medico, se stiamo prendendo dei farmaci, l’effetto di una possibile interferenza con il pomplemo, sia frutto che succo» raccomanda il nutrizionista.

Benefici nascosti delle bucce

Anche le bucce di arancia nascondono benefici, per questo non andrebbero buttate. «Contengono splendidi aromi, fibre e, soprattutto, antiossidanti quindi consiglio di non buttarla via ma di grattugiarla sui nostri cibi: anche un semplice riso bianco diventa più buono. Facciamo però attenzione che la buccia non sia stata trattata con additivi» conclude Stefano Erzegovesi.

Fonte: corriere.it/salute

*Stefano Erzegovesi – Medico psichiatra, nutrizionista e divulgatore scientifico, già direttore del Centro per i Disturbi Alimentari dell’Ospedale San Raffaele, vive e lavora a Milano. Ama leggere di tutto, girare in moto e stare in cucina con i suoi figli a preparare piatti pieni di legumi e di verdure. Il suo sogno si sta piano piano avverando: prevenire e curare le malattie all’interno di una grande cucina.