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Gli obiettivi fissati all’incontro degli Stati generali del vino

Miglioramento dei redditi dei produttori; mantenimento delle risorse; innovazione; semplificazione; promozione; qualità; trasparenza dell’etichettatura.
Questi sono gli obiettivi prioritari della Cia-Confederazione italiana agricoltori per una valida riforma dell’Ocm vino.
Obiettivi illustrati durante gli Stati generali della vitivinicoltura italiana promossi dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Paolo De Castro.
In riferimento alla proposta di riforma Ocm vino, la Cia ha sottolineato che, in un momento tanto importante per il futuro della vitivinicoltura del nostro Paese, sarebbe stata opportuna una posizione unitaria e condivisa della filiera europea e nazionale.
Purtroppo, però, per il raggiungimento dell’obiettivo molte restano ancora le divergenze in seno al settore, pur in presenza di significative convergenze su alcuni aspetti.
La Cia, comunque, ritiene importante e valido aver promosso una fase di riflessione come quella degli Stati generali, proprio per poter confrontare idee, proposte e indicazioni utili al ministro De Castro per poter affrontare in maniera adeguata la discussione a livello comunitario.
Queste, in sintesi, alcune azioni da adottare, secondo la Cia, per migliorare i redditi dei produttori e arrivare ad uno sviluppo duraturo e sostenibile della vitivinicoltura europea.

Potenziale viticolo. Dopo trenta anni di divieto di impianto e regime di compravendita dei diritti di reimpianto, occorre superare tali misure, mantenendo, tuttavia, fino al 2010 un sistema di monitoraggio dei nuovi impianti, possibili solo al di fuori della corresponsione di aiuti di qualsiasi tipo e su motivata richiesta degli interessati, per zone, produzioni e situazioni di accertata efficacia sociale, ambientale o mercantile (montagna, piccole isole, aree in ritardo di sviluppo, aceti e altri usi industriali, bioenergia).

Aiuti di mercato. Questi interventi, pari a circa il 60% dell’attuale spesa comunitaria, andrebbero indirizzati direttamente ai viticoltori, anche attraverso le loro strutture associative e cooperative, che ne hanno usufruito in alcuni anni di riferimento da stabilire, che dovrebbero comprendere almeno tre campagne, fino a quella in corso.

Sussidiarietà. Il resto degli stanziamenti, sempre prendendo a riferimento le destinazioni delle campagne precedenti, dovrebbero confluire in “dotazioni nazionali” che i singoli Stati membri potrebbero destinare al finanziamento di una o più azioni, comprese in un elenco comunitario, come, a puro titolo esemplificativo, la distillazione obbligatoria dei sottoprodotti, interventi collettivi di miglioramento qualitativo, la “vendemmia verde”, un premio alla estirpazione dei vigneti per particolari categorie (viti madri di porta innesto) e al massimo fino al 2010, all’arricchimento mediante mosto concentrato e rettificato, la riconversione dei vigneti verso varietà autoctone e la ristrutturazione per la meccanizzazione.

Misure orizzontali. Il settore dovrebbe poter avere accesso, nei limiti e con le modalità prescelti dagli enti locali programmatori competenti, alle misure orizzontali già previste come quelle agroambientali, l’innovazione e l’adeguamento degli impianti di trasformazione e commercializzazione, il prepensionamento.

Semplificazione. Questa parte normativa, in virtù di una migliore leggibilità semplificata della politica agricola europea, potrebbe essere utilmente integrata nel regime unico di pagamento già adottato per altri settori produttivi.

Prescrizioni particolari. Una normativa prescrittiva, come già avvenuto per altri comparti, dovrebbe essere adottata per quanto concerne la definizione dei prodotti, comprese le categorie dei vini, la designazione e presentazione nell’etichettatura, le pratiche enologiche, il sistema amministrativo di controllo e l’interprofessione. In questo senso, la Cia concorda sul divieto di utilizzazione del saccarosio nell’arricchimento dei vini in tutto il territorio dell’Unione europea, sulla semplificazione delle categorie dei vini nelle due definizioni “con” e “senza” indicazione geografica, sulla trasparenza dell’etichettatura e la riserva di termini tradizionali ai vini con indicazione geografica, sulla semplificazione nell’adozione delle pratiche enologiche, rapportandosi a quelle ammesse dall’Oiv, cui deve essere aggiunta, però, la individuazione di quelle che, nel rispetto della sicurezza alimentare e della informazione del consumatore, devono essere indicate in etichetta.
Impianti irregolari.
Entro l’entrata in vigore della nuova Ocm gli Stati membri dovranno definire la nota questione della regolarizzazione dei cosiddetti impianti irregolari o illeciti cioè dei vigneti messi a dimora senza una autorizzazione amministrativa prima e dopo il 1998.

Promozione. La possibilità di una trattenuta fino al 10 per cento dell’intero importo degli aiuti dovrebbe poter essere previsto per il finanziamento di azioni di promozione, informazione, miglioramento della qualità, rafforzamento dell’interprofessione.