Notizie

Cantina Randi, Burson autoctoni e bollicine

Si è da poco concluso il concorso enologico “A che punto
siamo?” organizzato dal Consorzio “Il Bagnacavallo”, che
premia il miglior Bursôn Etichetta Nera in commercio. La
serata conclusiva si è svolta all’Osteria di Piazza Nuova a
Bagnacavallo (RA).
Il Bursôn è un vino ottenuto al 100% da uva Longanesi (vitigno
autoctono romagnolo). Per la tipologia Etichetta Nera una parte
dell’uva viene sottoposta ad appassimento. La vinificazione è
tradizionale con macerazione sulle bucce per circa 10/15
giorni, quindi una maturazione in botti di dimensioni diverse
per 24 mesi e poi un ulteriore periodo di affinamento in
bottiglia. Nel corso della cena, con un menù ispirato al vino
protagonista della serata, il pubblico ha degustato e votato alla
cieca i 5 Bursôn Etichetta Nera finalisti del concorso, che è
giunto alla 14esima edizione. I 5 Bursôn finalisti erano i
vincitori di altrettante serate preliminari che si erano svolte in
ristoranti di diverse provincie dell’Emilia Romagna. Al vincitore
è andato il “Cavallo Nero” un originale collarino ideato realizzato
e offerto dall’orafo Paolo Ponzi di Bagnacavallo.
La vittoria è andata all’azienda Ballardini Ricci di Boncellino
(frazione del comune di Bagnacavallo), ma fra i finalisti c’era
anche quest’anno il Bursôn dell’Azienda Agricola Randi di
Fusignano. L’Azienda Randi che è sempre stata fra i finalisti
negli ultimi anni, ha anche vinto il concorso nell’anno 2011, è
un’azienda agricola, fondata alla fine della seconda guerra
mondiale, si compone oggi di più corpi, distribuiti nei comuni di
Fusignano ed Alfonsine, in provincia di Ravenna.
Nei vigneti che si estendono per quasi 40 ettari vengono
coltivati diversi vitigni, fra cui il più diffuso in Romagna: il
Trebbiano, ma si coltivano soprattutto con passione i classici
vitigni autoctoni della Romagna: Uva Longanesi e Famoso.
La cantina nasce all’inizio degli anni 50’ e si dedica alla
produzione di vini artigianali come normalmente avveniva in
quel periodo.
La svolta avviene 1997, quando entra nel consorzio “Il
Bagnacavallo”, e inizia la produzione del Bursôn, di cui la
cantina è uno dei principali produttori.
La filosofia di produzione della cantina, afferma Massimo
Randi, uno dei titolari dell’azienda, è: in vigna produrre con
www.faronotizie.it 2
attenzione, utilizzando la lotta integrata, con trattamenti mirati
e solo ed esclusivamente se necessari, quindi niente forzature,
ma solo una lettura del territorio per avere uve sane e
perfettamente mature; in cantina lavorazioni non invasive e
affinamento dolce e graduale per permettere alle caratteristiche
tipiche dei vitigni di emergere.
Fra i vini prodotti il Bursôn ha un posto importante, infatti
questo vino ha permesso alla cantina, di ottenere diversi premi
e riconoscimenti e ha avuto un buon successo anche all’estero,
oltre all’Europa in particolare negli Stati Uniti, in Brasile e in
Giappone.
Ma vengono prodotti anche diversi vini utilizzando le uve
dell’atro vitigno autoctono romagnolo: il Famoso, i cui vini
prendono il nome di “Rambela”, perché in dialetto erano così
chiamate le viti di questo vitigno.
Oltre alle versioni di vino fermo, che prevedono sia li tipologia di
vino secco che passito o da uve stramature, nell’ultimo periodo
la cantina si è orientata molto verso la produzione di vini
spumanti con ottimi risultati.
Con l’Uva Longanesi viene prodotto uno spumante rosè, metodo
charmat, di un colore rosa corallo con un profumo che ricorda
la bacca di sambuco, adatto per gli aperitivi e il pesce alla
griglia, in modo particolare i gamberetti.
Con il vitigno Famoso vengono prodotti diverse tipologie di vini
spumanti. Due con il metodo charmat: Rambela brut e Rambela
extra dry. Il vitigno famoso è un vitigno semi-aromatico che si
presta bene alla spumantizzazione, con risultati molto
interessanti, infatti i due vini sono di facile e piacevole beva,
freschi e profumati, da abbinare a piatti pesce oppure carni
bianche.
Molto interessante è l’ultimo vino messo in produzione è un
Rambela, prodotto con metodo classico e quindi rifermentazione
in bottiglia. Il risultato è molto interessante, il vino può essere
abbinato ai tradizionali aperitivi, ma anche a un pasto completo
di pesce.

Marino Forcellini
www.faronotizie.it
Direttore Giorgio Rinaldi