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Aspettando “Olio Capitale 2012” a Trieste

Alcuni dati emersi durante il Convegno “Le Dop italiane dell’extravergine d’oliva a confronto” svoltosi il 15 settembre scorso.
Cala la produzione d’olio italiana complessiva, ma aumenta quella certificata

Diminuisce la produzione complessiva, ma cresce quella d’olio certificato: è la più recente fotografia dell’olivicoltura italiana su cui si è dibattuto nelnella Camera di Commercio di Trieste. L’evento ha anticipato e lanciato la sesta edizione di Olio Capitale Expo, la più importante fiera in Italia interamente dedicata all’olio che si terrà nel capoluogo giuliano dal 2 al 5 marzo 2012, grazie alla regia organizzativa di Aries, Azienda speciale dell’ente camerale triestino.
I risultati dello studio Istat di settembre 2011 sulla filiera olivicola nazionale sono stati, pertanto, il punto fermo da cui si è sviluppata la discussione, mossa poi ad analizzare i trend sui mercati esteri e lo stato di salute delle Dop italiane, in un talk show moderato da Luigi Caricato, direttore di Teatro Naturale media-partner di Olio Capitale.
Cala la produzione d’olive e olio, e una parte, il 7%, non viene nemmeno raccolta a causa di costi troppo elevati, che inducono anche a comprare sempre meno spesso nuovi impianti, spiega Mario Adua del servizio Agricoltura Istat. Anche il numero di aziende è diminuito: tra il 2000 e il 2007 si è registrato un crollo di ben 342mila unità e il profilo dell’olivicoltore invecchia, dal momento che il 45,7% ha almeno 65 anni. Un dato particolarmente rilevante riguarda il commercio estero: in Italia si importa più olio di quanto se ne esporta. Nel 2010, infatti, sono state importate 610mila tonnellate, mentre ne sono state esportate solo 380mila. Tuttavia il valore dell’olio italiano è molto maggiore rispetto a quello importato (valore import 2010: 1,20miliardi di euro a fronte di 1,17miliardi dell’export).
Ben diverso il trend degli oli certificati: . Dop, che tra il 2004 e il 2010 sono cresciute fortemente: la produzione è passata dalle 5mila alle 10.400 tonnellate, il consumo interno da 3mila a 5mila tonnellate e l’export da 1.500 a 5.400 tonnellate.
E a proposito di export, per Massimo Occhinegro, esporto di marketing internazionale, la leva su cui giocare la sfida dei mercati esteri è l’education: .
Il Canada è un caso concreto di un mercato estero in cui il consumo di olio extravergine è in aumento, con una crescita prevista tra il 2010 e il 2015 dell’1,6% e in cui si aprono interessanti prospettive per gli oli di qualità. .
E la situazione in Italia? Molteplici le difficoltà che i consorzi si trovano ad affrontare quotidianamente a partire dalla questione, già emersa, di scarsa conoscenza del prodotto. Spiega Giorgio Lazzaretti, direttore Consorzio Dop Riviera Ligure: . L’ostacolo che il più delle volte blocca il consumatore è il prezzo, ecco perché <è importante lavorare sempre più per istruire il consumatore sulle caratteristiche dell’olio, motivando le differenze di prezzo e illustrando le garanzie che ne derivano, dando elementi chiari e la possibilità di una scelta serena e consapevole> rimarca Laura Turri, vicepresidente Dop Garda. La coesione entro il consorzio è un ulteriore fattore determinante: racconta Salvatore Martorana, direttore Dop Val di Mazara. E, infine, rimanere fedeli alla tradizione coniugandola con l’innovazione è uno dei concetti sottolineati da Paolo Starec, presidente Consorzio Dop Tergeste: .
È spettato a Silvano Ferri, presidente Federdop, sintetizzare le sfide di questo comparto, a cui la federazione intende rispondere con azioni comuni, coordinamento fra consorzi, supporto alle iniziative di ricerca e interfacciandosi con le istituzioni.
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Più informazioni su: www.oliocapitale.it
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