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Al “Sol” di Verona anche gli oli extravergine cileni

7. 000 ettari impiantati per una produzione che sfiora le 2,5 mila tonnellate di extravergine. Circa 40 produttori, quasi tutti appartenenti all´Associazione Chileoliva che comprende circa il 90% delle realtà olivicole cilene, che da qualche anno propongono etichette in grado di ottenere premi importanti in tutti gli angoli del mondo. Dopo il boom dei vini cileni, ecco salire alla ribalta anche gli extravergine di questo affascinante Paese che, con i suoi quasi 6. 000 chilometri di lunghezza, rappresenta un piccolo continente dove si passa dal caldo dei deserti al freddo dei ghiacciai, in un panorama mozzafiato e senza eguali. E un angolo di Cile sarà presente al Sol, la grande fiera scaligera gemellata al Vinitaly, con una selezione delle migliori etichette del Paese sudamericano. Otto produttori, diversi dei quali di origine italiana. Perché l’Italia ha avuto, e continua ad avere, un peso specifico importante nell’ambito del mondo olivicolo cileno. Già a partire da Jose Cànepa, immigrante ligure che nel 1946 impianta 86 ettari di oliveti in una zona a sud di Santiago. E’ l´inizio di una storia che, anno dopo anno, si è sviluppata in un crescendo sia qualitativo che quantitativo. I dati offerti dalla Chileoliva testimoniano infatti di come nell´ultimo quinquennio la produzione sia cresciuta in modo esponenziale, permettendo a tutto il comparto di rivolgere la propria attenzione anche ai mercati esteri. Non è infatti un caso se diverse etichette cilene, molte delle quali presenti a Verona, hanno ottenuto negli ultimi anni prestigiosi riconoscimenti in Paesi importanti come gli Stati Uniti e la Spagna. Ma anche l’Italia, universalmente riconosciuta come la patria dell’extravergine di qualità, non è rimasta insensibile al fascino di questi oli dai profumi intensi e dallo squisito sapore e che inoltre, ricordiamo, vengono lavorati e prodotti nella stagione opposta a quella italiana. Il che significa che gli amanti dell´extravergine fresco di spremitura hanno la possibilità di alternare sulle loro tavole etichette italiane a etichette cilene secondo stagione. Prova ne è il fatto che uno di questi è entrato a far parte della top 15 stilata dalla guida internazionale “L’extravergine”, a cura di Marco Oreggia. Il quale, non a caso, condurrà una degustazione guidata dal titolo "Cile, olio che sorprende" che si terrà giovedì 29 marzo dalle ore 12. 00 alle ore 13. 00 presso la Sala Mantenga del Padiglione Sol, dedicata ai buyers e agli esperti del settore. Un incontro da non perdere, per gli amanti dell’extravergine, nel corso del quale sarà possibile approfondire la conoscenza con questi oli che stanno conquistando posizioni di rilievo presso i più importanti mercati internazionali, proponendo interpretazioni suggestive di varietà note come il Frantoio, il Leccino, la Coratina o l’ispanica Arbequina. Circa il 20% della produzione nazionale, infatti, è destinata all’export. Il Paese di riferimento restano gli Stati Uniti ma anche la Spagna e il Brasile rimangono degli importanti sbocchi. E, a sorpresa, l’Italia si piazza al quarto posto tra le nazioni che importano extravergine cileno. Che, tra gli altri pregi, ha anche quello di poter contare su un ottimo rapporto qualità/prezzo. Merito dei terreni particolarmente vocati ma anche di una tecnologia che consente di ottenere circa 12 tonnellate per ettaro contro le 6,5 del Vecchio Continente o dell’Australia. Ma, si badi bene, questo sfruttamento intensivo non va mai a detrimento della qualità del prodotto. Anzi, i Cileni hanno un’attenzione certosina nel proporre al mondo solo il top. Basti pensare che il processo produttivo non supera mai le 12 ore, il che azzera o quasi il rischio di ossidazione, garantendo di conseguenza un livello gustativo sempre di altissimo profilo.