A Murisengo, due domeniche in onore del tartufo
La Fiera del Tartufo di Murisengo nasce nel lontano 1967 ma, trae le sue origini dall’antica tradizione agricola commerciale risalente al 1530 con la Fiera di S.Martino. Già principale punto di riferimento per il commercio dell’intera Valcerrina e del Monferrato Casalese dai tempi più remoti, la Fiera del Tartufo di Murisengo è cresciuta di anno in anno per risultare tra le prime in provincia di Alessandria, all’interno della Regione Piemonte e, con l’edizione 2005 realizzata con il patrocinio del Comune di Murisengo, della Provincia di Alessandria, della Regione Piemonte e del Ministero delle Politiche Agricole, divenire 38° Fiera del Tartufo “Trifola d’or”, prima edizione nazionale. Per la Fiera del Tartufo “Trifola d’or” giungono, ogni anno, a Murisengo migliaia di turisti mobilitati dal tartufo, dal vino e dalla gastronomia locale che ben si coniugano all’interno di una suggestiva cornice offerta dal paesaggio e dalla storia millenaria del Comune in un’armonia di sapori, profumi e tradizione. La Fiera del Tartufo di Murisengo rappresenta dunque una particolare occasione per scoprire la cultura del territorio racchiusa in una due giorni che annualmente, nel mese di novembre, regala al visitatore una vetrina sull’eccellenza locale. Passo a passo, percorrendo l’antico borgo, un centinaio di stand enogastronomici e di artigianato piemontese condurranno il turista all’interno dell’ampia struttura di piazza Vittoria, fulcro nevralgico della Fiera, invasa dal profumo dei Tuber Magnatum Pico e dei Tuber Melanosporum, certificati dal Centro Nazionale Studi del Tartufo. All’interno del padiglione sarà possibile far esaminare i tartufi acquistati dai Panel del CNST, che rilasceranno il certificato di garanzia e qualità ISO 70006. Il Comune di Murisengo, è socio fondatore della neonata e prestigiosa“Strada del Tartufo Bianco d’Alba nel Basso Piemonte” (Strada che unisce tre provincie e tre CCIAA: Alessandria, Cuneo ed Asti). Il sindaco di Murisengo Franco Giorgi è il rappresentante di tutti i Comuni sede di Fiera del Tartufo della Provincia di Alessandria. Saranno presenti durante le due domeniche di Fiera: gli Artigiani dell’Eccellenza del Piemonte, con i prodotti certificati per qualità e prestigio dalla Regione ripresi dai 9 settori dei maestri nei mestieri d’esperienza; l’Istituto Tecnico di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente ‘V. Luparia’ di S. Martino di Rosignano, fautore del recupero delle piante di ulivo autoctono Piemontese che proporrà in degustazione l’Olio di Oliva Extra-Vergine Piemontese oltre a un’interessante tavola rotonda sul ritorno dell’ulivo nella coltura e cultura del territorio; Go Wine con l’enoteca dei vini autoctoni del Piemonte per una degustazione di 100 delle migliori etichette selezionate; Slow Food con una vetrina sui presidi del Piemonte, si potrà altresì trovare il “coniglio grigio” piemontese allevato a Murisengo; mele ad innesto antico, con i cultivar del produttore Claudio Caramellino di Odalengo Piccolo. Saranno distribuite, gratuitamente, piantine predisposte alla coltura del tartufo (dalle ore 10 ad esaurimento). UN PO’ DI STORIA – La storia millenaria di Murisengo ha inizio almeno dal 940 quando, secondo un documento ufficiale, il nobile “Gumbertus de Munesingo” partecipa ad un placito astigiano come vassallo del Conte Umberto di Asti. Munesengum, da identificare pure con Murisengo, appare inoltre tra i possessi del monastero di San Pietro in Ciel d’oro di Pavia in un diploma di Corrado II del 1027. Troviamo poi “Munesenge” nel diploma di Federico I del 6 ottobre 1164, inserito tra le terre donate dall’imperatore all’aleramico Guglielmo il Vecchio marchese di Monferrato. Nel 1224 i signori locali, definiti “domini de Moliseng”, sono ricordati come Vassalli marchionali e, Gugliemo VI di Monferrato detiene direttamente una parte del castello. I secoli successivi sono scanditi dal susseguirsi di diversi vassalli al feudo murisenghese: i Signori di Montiglio, i Radicati di Brozolo e, dal 1420, gli Scozia con titolo comitale per ben quattro secoli. Nel 1320 Murisengo compare nelle cronache del tempo per alcuni episodi, come l’intervento di Alberto Calcagno di Murisengo al parlamento di Chivasso, al quale parteciparono tutti i Vassalli Monferrini con l’impegno a fornire “un cavaliere ben equipaggiato ed altri ancora”. Il toponimo, alquanto dibattuto, per taluni storici rimanda all’epoca alto medievale, evidenziando, nella desinenza germanica “eng”, il sostantivo di anello, qui inteso come cerchio, con esplicito riferimento alla tipica disposizione concentrica dei primi accampamenti longobardi; mentre, per altri etimologisti, Murisengo, stante la sua attuale citazione monferrina “Ambriseng”, lascerebbe trasparire le sue probabili origini romane collegate al patrominico Mauritius che, in vernacolo, si trasformò in “Morissi”, subendo poi la desinenza longobarda e le marcate influenze del dialetto monferrino. IL CASTELLO E LA TORRE MERLATA – Nel 1814, scriveva il Canonico Giuseppe de Conti in merito a Murisengo: “Comune del Cantone di Montiglio. Villaggio e Castello anch’essi sulla ponta d’alto e fertile colle già infeudato in titolo di Contea nella famiglia Scozia suddetta di Casale, ha riputazione di grande antichità, poiché vuolsi che, San Candido della Legion Tebea, il di cui corpo qui si venera, abbia ivi, ne’ primi secoli della Chiesa riportato la corona del martirio”. Nel 1164 fu questa terra impegnata con altre a favore dell’Imperatore Federico, da Guglielmo Marchese di Monferrato, come narra il Benvenuto di S.Giorgio. Divenuto poi bersaglio per le guerre di successione al Monferrato nei secoli XIV, XV e XVI ebbe a patire e a esercitare il suo valore guerresco. Il Castello di Murisengo appartenne agli Scozia fino al 1873, nel quale anno, per il matrimonio di donna Tarsilla Scozia, esso passò al marito don Francesco Guasco Gallarati Marchese di Bisio e di Francavilla. Come antico maniero non esiste che la merlata torre, così, della sua storia, si hanno pochi ed incerti dati. L’origine dell’edificio è velata di mistero. Da un registro di memorie dell’archivio di casa Scozia, compilato verso il 1730, risulta che tutte le pergamene e le carte anteriori al Quattrocento andarono perdute negli incendi e saccheggi dai quali furono più volte funestati il castello e gli umili edifici del villaggio rurale. La distruzione del primo e ben munito edificio guerresco deve essere avvenuta in epoca molto posteriore al 1400. Le caratteristiche del Castello fanno pensare che esso sia stato ricostruito non oltre il 1600. In un atto notarile del 1775 si legge la seguente iscrizione che, era incisa su una pietra della torre ora introvabile: “Hostibus arx fortis – Sed amicis gratior aula mei – Bernardinus Scocia – Stare dedit XII calen. Maij MDX. (Per i nemici roccaforte, ma per gli amici miei, corte gradevole. – Diede inizio ai lavori il 20 aprile 1510). Dall’epigrafe si può dedurre che la costruzione della torre rimonta al 1510. Da quell’epoca essa subì alterazioni e modificazioni dovute al tempo e agli uomini, alle mode e alla necessità. Nei mesi estivi ed autunnali, sulla torre, sventolava la bella bandiera giallo-azzurra (a simboleggiare l’oro superbo e l’azzurro fedele) dei Guasco di Bisio. Nella seconda metà dell’Ottocento, la parte alta dell’antica torre a base quadrata, venne arricchita di una merlatura tutt’oggi visibile. Dell’antica Torre merlata si narra che, una certa Giulietta, ultima custode del Castello, all’età di ottantotto anni, cadde dall’alto della torre, volendo imitare il volo dei rondoni… MURISENGO OGGI – Murisengo sorge a 312 metri sul livello del mare al confine della provincia di Alessandria nel Basso Monferrato. Con i suoi 1533 abitanti è uno dei comuni più popolosi della Valcerrina. Ogni anno si rinnova, nel mese di novembre, la Fiera del Tartufo “Trifola d’Or” e, nel mese di settembre, la grandiosa patronale con spettacolari giochi pirotecnici. Nel periodo invernale, all’interno della storica Chiesa dei S.Antonio Abate, singolari esempio di rococò piemontese, si svolgono esibizioni concertistiche di livello. Il recente e suggestivo anfiteatro all’aperto, ai piedi della storica Chiesa di S.Pietro in stile romanico, rappresenta l’ideale contenitore di eventi culturali e di spettacolo per tutto il periodo estivo. Nella bella stagione si rinnovano passeggiate ecologiche a contatto con la fauna e la botanica del territorio, raggiungendo edifici di pregio e risalto storico quali: la Chiesa di S.Luigi Gozaga a Corteranzo, (splendido esempio del tardo barocco piemontese) e la fontana di Pirenta (terapeutica acqua solforosa). Per ora visitabile esternamente, l’antico castello che, testimonia la storia millenaria del Comune di Murisengo. Le sue origini si perdono nella nebbia dei tempi ma, nel 1814, scriveva il canonico Giuseppe del Conti “… ha reputazione di grande antichità poiché vuolsi che, San Candido della Legion Tebea, abbia ivi, ne’ primi secoli della Chiesa, riportato la corona del martirio….”. Appartenuto agli Scozia fino al 1873, passò a don Francesco Guasco Gallarati Marchese di Bisio mentre, nel 1813, ospitò lo scrittore e patriota Silvio Pellico che, durante il soggiorno murisenghese, scrisse “La Francesca d Rimini”. L’arte culinaria poi, e le storiche aziende agricole, esaltano sapori e tradizione con piatti tipici e prodotti in grado di deliziare i palati anche più esigenti. Particolarmente apprezzati i vitigni autoctoni con la produzione di Barbera, Freisa e Grignolino. Murisengo, anche denominata “Terra del Tartufo”, raggruppa così, all’interno del suo suggestivo borgo millenario, la migliore commistione di Arte, Storia, botanica, fauna, gastronomia ed enologia concedendo al Tartufo, Tuber Magnatum Pico, il migliore habitat per la crescita del prezioso tubero.
Per informazioni:
Comune di Murisengo, tel. 0141.993041.
www.fieradeltartufo.com