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Agricoltura biologica: ridiscussione alla Camera

Torna alla Camera il disegno di legge sul bio. La Senatrice Elena Cattaneo rivolge agli Onorevoli un invito perentorio: cambiate la legge. Ma la sua battaglia è quella dell’agricoltura?

Fissata per il prossimo 25 giugno l’apertura dei lavori presso la Commissione agricoltura alla Camera per la definitiva approvazione del disegno di legge sull’agricoltura biologica. Si tratta della norma, particolarmente attesa dal settore, che nelle ultime settimane ha provocato una forte spaccatura all’interno dell’agricoltura e del mondo della ricerca applicata al settore. Per Montecitorio si tratta di un ritorno. La discussione sulla proposta di legge n. 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” ha già infatti impegnato la Commissione presieduta dall’On. Filippo Gallinella dal 23 marzo all’11 dicembre 2018. Questo significa che il provvedimento è in discussione ormai da più di tre anni e il riferimento all’agricoltura biodinamica, citata per 4 volte all’interno del testo, ovvero l’elemento che ha suscitato le recenti critiche di parte del mondo della ricerca, non è nuovo per la Commissione.

Nel testo della nuova legge ci si riferisce espressamente a questo metodo di produzione in quanto applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea in materia di agricoltura biologica. La Commissione agricoltura della Camera comprende al suo interno molti dei sostenitori del progetto di legge, tra cui la prima firmataria On. Maria Chiara Gadda. Aspetti da mettere in evidenza per scongiurare il rischio di una levata di scudi che può risultare controproducente nel caso in cui l’ultimo invito perentorio della Senatrice a vita Elena Cattaneo (unica ad avere votato contro il ddl nel corso della votazione al Senato dello scorso 20 maggio), ovvero quella di un’eliminazione unanime del riferimento al biodinamico nel corso della discussione alla Camera, cadesse nel vuoto. Anche perché la battaglia della Senatrice (“Gli scienziati scendano in campo contro la dittatura dei ciarlatani”; “Gli scienziati occupino gli spazi pubblici”) non sembra quella dell’agricoltura. Le contrapposizioni tra opposti tifosi non fanno bene al nostro comparto primario e finirebbero per pesare soprattutto sulle prossime decisioni che il nostro Paese è chiamato ad affrontare nel prossimo futuro. Ad esempio quella che riguarderà l’autorizzazione per la sperimentazione e coltivazione di nuove colture ottenute attraverso le biotecnologie di precisione sdoganate dalla Commissione europea ai fini dell’implementazione degli obiettivi di sostenibilità. Piuttosto che inventarci improbabili scontri tra scienza e politica sarebbe meglio guardare avanti per un futuro sostenibile e ricco di soddisfazioni per la nostra agricoltura.